Sophie

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  Linux Partition HOWTO
  Kristan Koehntopp, kris@koehntopp.de
  v2.4, 3 November 1997

  Questo Mini-HOWTO spiega come pianificare e disporre lo spazio disco
  per il vostro sistema Linux. Parla di hardware, partizioni, dimensione
  dello spazio di swap e considerazioni di posizionamento, file system,
  tipi di file system e argomenti collegati. L'intenzione è quella di
  dare un po' di conoscenza generale, non delle procedure.  Traduzione
  di Andrea Manzini <linux@netbusiness.it>
  ______________________________________________________________________

  Indice Generale


  1. Introduzione
     1.1 Di che cosa si tratta?
     1.2 Che cosa contiene? Altri documenti HOWTO collegati

  2. Che cos'è una partizione?
     2.1 I backup sono importanti
     2.2 Numeri e nomi di device

  3. Di quali partizioni ho bisogno?
     3.1 Di quante partizioni ho bisogno?
     3.2 Quanto deve essere grande lo spazio di swap?
     3.3 Dove dovrei mettere lo spazio di swap?
     3.4 Alcune note sui file system e la frammentazione
     3.5 Il ciclo di vita dei file e le sequenze di backup come criterio di partizionamento

  4. Un esempio
     4.1 Un modello raccomandato per principianti ambiziosi

  5. Come ho fatto sulla mia macchina


  ______________________________________________________________________

  11..  IInnttrroodduuzziioonnee

  11..11..  DDii cchhee ccoossaa ssii ttrraattttaa??


  Questo è un testo Linux Mini-HOWTO. Un Mini-HOWTO è un piccolo testo
  che spiega qualcosa collegato all'installazione di Linux e alla sua
  manutenzione in forma esplicativa. È mini, perché o il testo o
  l'argomento che discute sono troppo brevi per un vero HOWTO o
  addirittura un libro. Un HOWTO non è una guida di riferimento: per
  questo esistono le pagine man.

  11..22..  CChhee ccoossaa ccoonnttiieennee?? AAllttrrii ddooccuummeennttii HHOOWWTTOO ccoolllleeggaattii

  Questo particolare Mini-HOWTO spiega come pianificare e suddividere lo
  spazio disco per il vostro sistema Linux. Parla di hardware,
  partizioni, dimensione dello spazio di swap e considerazioni di
  posizionamento, file system, tipi di file system e argomenti
  collegati. L'intenzione è quella di dare un po' di conoscenza
  generale, così in questo testo parleremo soprattutto di principi e non
  di strumenti.

  In teoria, questo documento dovrebbe essere letto prima
  dell'installazione, ma questo risulta difficile per molte persone; i
  principianti hanno ben altri problemi che non l'ottimizzazione del
  disco. Così voi siete probabilmente tra quelli che hanno appena finito
  una installazione Linux e adesso starete pensando a come ottimizzare
  questa installazione o come evitare certe sviste nella prossima. Bene,
  preparatevi a cancellare e a rifare la vostra installazione quando
  avrete finito di leggere questo testo. :-)

  Questo Mini-HOWTO si limita alla pianificazione e alla disposizione
  dello spazio su disco nella maggior parte dei casi. Non discute
  dell'uso di fdisk, LILO, mke2fs o programmi di backup. Ci sono altri
  HOWTO che trattano questi problemi. Fate riferimento all'indice degli
  HOWTO per informazioni sugli HOWTO disponibili. Nell'indice ci sono
  anche le informazioni su come e dove procurarsi i documenti HOWTO.

  Per imparare a stimare le diverse dimensioni e velocità richieste
  dalle differenti parti del file system, vedere il mini-HOWTO ``Linux
  Multiple Disks Layout'', di Gjoen Stein <gjoen@nyx.net>.

  Per istruzioni e considerazioni su dischi con più di 1024 cilindri,
  vedere il mini-HOWTO ``Linux Large Disk'', di Andries Brouwer
  <aeb@cwi.nl>.

  Per istruzioni sulla limitazione dell'uso di spazio su disco per
  utente (quotas), vedere il mini-HOWTO ``Linux Quota'', di Albert M.C.
  Tam <bertie@scn.org>

  Al momento, non ci sono documenti generici sul backup, ma ci sono vari
  documenti con riferimenti a soluzioni specifiche di backup. Vedere il
  mini-HOWTO ``Linux ADSM Backup'', di Thomas Koenig
  <Thomas.Koenig@ciw.uni-karlsruhe.de> per istruzioni su come integrare
  Linux in un ambiente di backup IBM ADSM.  Vedere il mini-HOWTO ``Linux
  Backup with MSDOS'', di Christopher Neufeld
  <neufeld@physics.utoronto.ca> per informazioni circa il backup di
  dischi Linux via MS-DOS.

  Per istruzioni sulla scrittura e l'invio di un documento HOWTO, vedere
  l'indice ``The Linux HOWTO Index'', di Tim Bynum <linux-
  howto@sunsite.unc.edu>.

  Anche scorrere nella directory /usr/src/linux/Documentation può essere
  veramente istruttivo. Leggete i file ide.txt e scsi.txt per una
  informazione generale sulle caratteristiche dei driver e date
  un'occhiata alla sottodirectory filesystems/.


  22..  CChhee ccooss''èè uunnaa ppaarrttiizziioonnee??

  Poco dopo che dischi fissi furono inventati, la gente volle installare
  più di un sistema operativo, anche se disponevano di un solo disco.
  Nacque così la necessità di un meccanismo che dividesse un singolo
  disco fisico in tante unità logiche. Quindi ecco cos'è una partizione:
  un insieme di blocchi contigui sul vostro hard disk che viene trattato
  dal sistema operativo come se fosse un disco completamente autonomo e
  separato.

  È abbastanza evidente che le partizioni non devono sovrapporsi: un
  sistema operativo non sarebbe felice se un altro sistema operativo
  installato sulla stessa macchina gli sovrascrivesse informazioni
  importanti a causa della sovrapposizione delle due partizioni. Non ci
  dovrebbe neanche essere dello spazio vuoto tra una partizione e
  un'altra, in quanto anche se non comporterebbe alcun danno,
  significherebbe sprecare prezioso spazio su disco lasciandolo
  inutilizzato.

  Un disco non ha bisogno di essere completamente partizionato. Potete
  decidere di lasciare un po' di spazio alla fine senza assegnarlo ad
  alcun sistema operativo e, successivamente, quando sarà chiaro quale
  userete per la maggior parte del tempo, potrete partizionare questo
  spazio vuoto rimanente e metterci sopra un file system.

  Le partizioni non possono essere spostate né ridimensionate senza
  distruggere il file system che contengono. Il ripartizionamento quindi
  comporta il backup e il ripristino di tutti i file system coinvolti
  nel ripartizionamento. In effetti, è molto facile fare dei pasticci
  durante il ripartizionamento, così dovreste in ogni caso fare una
  copia di backup di tutto prima ancora di usare cose come fdisk.

  Beh, veramente alcuni tipi di partizione che contengono alcuni tipi di
  file system _p_o_s_s_o_n_o essere divisi in due senza alcuna perdita di dati
  (se siete fortunati). Per esempio, esiste un programma chiamato
  ``fips'' per dividere le partizioni MS-DOS in due per far spazio a una
  partizione Linux senza dover reinstallare MS-DOS. In ogni caso, non
  andreste a maneggiare queste cose senza aver prima fatto un accurato e
  completo backup, vero?


  22..11..  II bbaacckkuupp ssoonnoo iimmppoorrttaannttii

  I nastri sono molto utili per fare i backup. Sono veloci, affidabili e
  facili da usare, quindi potrete effettuare il backup spesso,
  preferibilmente in modo automatico e senza disagi.

  Parlando di cassette: quello di cui sto parlando sono i veri nastri,
  non quelle porcherie pilotate dal controller dei dischetti. Tenete in
  considerazione SCSI: Linux lo supporta in modo nativo. Non occorre
  caricare driver ASPI, non sprecate preziosa HMA e una volta che
  l'adattatore SCSI è installato, potete attaccarci anche dischi,
  nastri, scanner e CD-ROM. Niente più indirizzi I/O, acrobazie con IRQ
  né master/slave e livelli PIO da abbinare.

  In aggiunta: un buon adattatore SCSI fornisce alte prestazioni di I/O
  senza occupare troppo la CPU. Anche durante una pesante attività di
  disco, avrete tempi di risposta molto buoni. Se intendete usare un
  sistema Linux come un server USENET o se volete entrare nel mercato
  degli ISP, non pensate nemmeno di impostare un sistema senza SCSI.



  22..22..  NNuummeerrii ee nnoommii ddii ddeevviiccee


  Il numero di partizioni di un sistema basato su Intel è stato limitato
  fin dall'inizio: la tabella delle partizioni era installata come parte
  del settore di boot e aveva spazio solo per 4 partizioni. Queste
  partizioni adesso sono chiamate partizioni primarie. Quando divenne
  chiaro che la gente voleva più partizioni nei loro sistemi, sono state
  inventate le partizioni logiche. Il loro numero non è limitato: ogni
  partizione logica contiene un puntatore alla prossima, così da avere
  una catena potenzialmente illimitata di partizioni.

  Per ragioni di compatibilità, lo spazio occupato da tutte le
  partizioni logiche deve essere tenuto in conto. Se state usando
  partizioni logiche, una partizione primaria viene marcata come
  ``partizione estesa'' e il suo blocco di inizio e di fine segnano
  l'area occupata dalle partizioni logiche in essa contenute. Questo
  implica che lo spazio assegnato a tutte le partizioni logiche deve
  essere contiguo. Ci può essere solo una partizione estesa per disco:
  nessun programma fdisk può creare più di una partizione estesa.

  Linux non può gestire più di un limitato numero di partizioni per
  disco.  Così in Linux potrete avere 4 partizioni primarie (3 delle
  quali usabili, se state usando partizioni logiche) e al massimo 15
  partizioni totali su un disco SCSI (63 in tutto su un disco IDE)


  In Linux, le partizioni sono rappresentate come file di device. Un
  file di device è un file con tipo c (che sta per ``carattere'', cioè
  device che non usano un buffer di cache) oppure b (ossia device a
  ``blocchi'', che passano dal buffer di cache). In Linux, tutti i
  dischi sono rappresentati solo come device a blocchi. A differenza di
  altri unix, Linux non offre ``pure'' versioni a caratteri dei dischi e
  delle loro partizioni.

  La sola cosa importante con un file di device sono il suo numero
  primario e secondario, visualizzato invece delle dimensioni del file:



       ______________________________________________________________________
       $ ls -l /dev/hda
       brw-rw----   1 root     disk       3,   0 Jul 18  1994 /dev/hda
                                          ^    ^
                                          |    numero secondario di device
                                          numero primario di device
       ______________________________________________________________________



  Quando un file di device viene aperto, il numero primario indica quale
  driver viene usato per effettuare l'operazione di input/output. Alla
  chiamata viene passato il numero secondario come parametro e spetta al
  driver l'interpretazione del numero secondario. Di solito la
  documentazione del driver riporta come viene usato il numero
  secondario. Per i dischi IDE, questa documentazione è in
  /usr/src/linux/Documentation/ide.txt. Per i dischi SCSI, ci si
  aspetterebbe questa documentazione in
  /usr/src/linux/Documentation/scsi.txt, ma non c'è. Per accertarsene,
  occorrerebbe leggere il sorgente del driver,
  (/usr/src/linux/driver/scsi/sd.c:184-196). Fortunatamente, c'è la
  lista dei numeri e dei nomi di device curata da Peter Anvin in
  /usr/src/linux/Documentation/devices.txt; vedere le voci per i device
  a blocchi, primario 3, 22, 33, 34 per i dischi IDE e primario 8 per
  gli SCSI. Il numero primario e secondario sono un byte ognuno ed è per
  questo che il numero di partizioni per disco è limitato.

  Per convenzione, i file di device hanno determinati nomi e molti
  programmi di sistema riconoscono questi nomi essendo stati compilati
  nel loro codice.  Si aspettano che i vostri dischi IDE si chiamino
  /dev/hd* e i dischi SCSI /dev/sd*. I dischi sono numerati come a, b, c
  e così via, quindi /dev/hda è il primo disco IDE e /dev/sda il primo
  disco SCSI. Entrambi rappresentano interi dischi, iniziando dal primo
  blocco. Scrivere su questi device con il programma sbagliato
  distruggerà il master boot loader e la tabella delle partizioni dei
  dischi, rendendo così tutti i dati inutilizzabili o facendo sì che il
  sistema non possa più eseguire il boot. Siate sicuri di quello che
  fate e, ripeto, copiate su backup prima di farlo.

  Le partizioni primarie su un disco sono numerate 1, 2, 3 e 4. Così
  /dev/hda1 è la prima partizione primaria del primo disco IDE eccetera.
  Le partizioni logiche hanno numeri che vanno da 5 in su, così
  /dev/sdb5 è la prima partizione logica del secondo disco SCSI.

  Ogni voce nella tabella delle partizioni è contrassegnata da un blocco
  di inizio, uno di fine, e un tipo. Il tipo è un codice numerico (a un
  byte) che indica l'appartenenza di quella partizione a un determinato
  sistema operativo. Per la gioia dei consulenti informatici i codici
  dei tipi di partizione non sono del tutto univoci, cioè esiste la
  probabilità che due sistemi operativi usino lo stesso codice.


  Linux riserva per le sue partizioni di swap il codice 0x82, e lo 0x83
  per il filesystem ``nativo'' (che è ext2 per quasi tutti). L'oramai
  sorpassato e una volta famoso Linux/Minix filesystem usava il codice
  0x81. OS/2 segna le sue partizioni con il tipo 0x07, lo stesso del
  NTFS di Windows NT. MS-DOS usa diversi codici per i vari tipi di
  filesytem FAT: 0x01, 0x04 e 0x06. DR-DOS usava il codice 0x81 per
  indicare partizioni FAT protette, creando una ambiguità con
  Linux/Minix, ma ormai né Linux/Minix, né DR-DOS vengono largamente
  usati. Per finire, le partizioni estese che fungono da contenitori per
  le partizioni logiche hanno codice 0x05.

  Le partizioni vengono create e cancellate con il programma fdisk.
  Ogni sistema operativo che si rispetti viene fornito con una versione
  di fdisk e per tradizione si chiama proprio fdisk (oppure FDISK.EXE)
  in quasi tutti i sistemi operativi. Qualcuno di questi fdisk, come ad
  esempio quello del DOS, mostra qualche limitazione quando ha a che
  fare con partizioni di altri sistemi operativi. Queste limitazioni
  includono l'impossibilità di gestire altri tipi di codice,
  l'impossibilità di trattare numeri cilindro superiori a 1024, e
  l'impossibilità di creare o gestire partizioni che non terminano
  esattamente su un cilindro. Per esempio, fdisk di MS-DOS non può
  cancellare le partizioni NTFS, quello di OS/2 è conosciuto per
  ``correggere'' senza preavviso le partizioni create con fdisk di Linux
  che non terminano esattamente sul cilindro e entrambi, sia quello DOS
  sia quello OS/2, hanno problemi con i dischi che risultano avere più
  di 1024 cilindri (vedere il Mini-HOWTO ``Large disk'' per i dettagli)


  33..  DDii qquuaallii ppaarrttiizziioonnii hhoo bbiissooggnnoo??

  33..11..  DDii qquuaannttee ppaarrttiizziioonnii hhoo bbiissooggnnoo??


  Bene, allora quali partizioni vi servono? Tanto per cominciare alcuni
  sistemi operativi non riescono a fare il boot dalle partizioni
  logiche, per motivi che esulano dalla comprensione di un sano di
  mente. Così probabilmente vorrete riservare le partizioni primarie
  come partizioni di boot per MS-DOS, OS/2 e Linux o cos'altro state
  usando. Ricordate anche che una partizione estesa non è altro che una
  partizione primaria, che funziona da contenitore per il resto del
  disco suddiviso in partizioni logiche.

  L'avvio (boot) di un sistema operativo è una operazione che si svolge
  in modalità reale, coinvolgendo così il BIOS e la limitazione dei 1024
  cilindri. Probabilmente quindi piazzerete tutte le vostre partizioni
  bootabili nei primi 1024 cilindri del disco, giusto per evitare
  problemi.  Ripeto, leggete il Mini-HOWTO ``Large disk'' per i dettagli
  salienti.

  Per installare Linux, avrete bisogno di almeno una partizione. Se il
  kernel viene caricato da questa partizione (per esempio da LILO), essa
  deve essere leggibile dal BIOS. Se state usando altri sistemi per
  caricare il kernel (da un disco di boot o da MS-DOS con il programma
  LOADLIN.EXE) allora la partizione può essere ovunque. In ogni caso
  questa partizione avrà il tipo 0x83 ``Linux nativa''.

  Il vostro sistema avrà bisogno di spazio di swap. A meno che vogliate
  paginare su file, avrete bisogno di una partizione di swap dedicata.
  Dal momento che solo il kernel di Linux accede a questa partizione, e
  il kernel non ha limitazioni legate al BIOS, la partizione di swap può
  essere posizionata ovunque. Io consiglio di usare una partizione
  logica (/dev/?d?5 e superiori). Le partizioni dedicate allo swap hanno
  codice tipo 0x82 ``Linux Swap''.

  Questi sono i requisiti minimi. Può essere utile creare altre
  partizioni per Linux. Continuate a leggere.
  33..22..  QQuuaannttoo ddeevvee eesssseerree ggrraannddee lloo ssppaazziioo ddii sswwaapp??

  Se avete deciso di usare una partizione di swap dedicata, il che è
  generalmente una Buona Idea [tm], seguite queste indicazioni per
  stimare la sua dimensione:


  ·  In Linux la RAM e lo spazio di swap si sommano (questo anche in
     tutti gli altri Unix). Per esempio, se avete 8 MB di RAM e 12 MB di
     swap, in totale avete 20 MB di memoria virtuale.

  ·  Quando dimensionate lo spazio di swap, tenete conto che dovreste
     avere almeno 16 MB di memoria virtuale totale. Così con 4 MB di RAM
     considerate un minimo di 12 MB di swap, per 8 MB almeno altri 8 di
     swap.

  ·  In Linux, una partizione di swap non può essere più grande di 128
     MB.  Cioè, in effetti la partizione può anche essere più grande, ma
     lo spazio in più non viene utilizzato. Se volete più di 128 MB di
     swap, dovete creare più di una partizione di swap.

  ·  Quando dimensionate lo spazio di swap, ricordate che troppo swap
     può essere del tutto inutile.

     Ogni processo ha uno ``spazio di lavoro''. È una serie di pagine in
     memoria a cui il processore accederà nell'immediato futuro. Linux
     tenta di anticipare questi accessi in memoria (assumendo che le
     pagine usate più di recente saranno usate ancora prossimamente) e
     cerca di tenere queste pagine in RAM se possibile. Se il programma
     ha una buona ``località'', questa assunzione risulterà vera e
     l'algoritmo di predizione farà il suo lavoro.

     Mantenere uno spazio di lavoro in memoria è possibile solo se c'è
     abbastanza memoria. Se avete troppi processi attivi, il kernel è
     obbligato a spostare su disco alcune pagine che verranno ricaricate
     dopo poco tempo (forzando lo swap di alcune pagine di altri
     processi). Di solito questo comporta un pesante incremento
     nell'attività di paginazione e una sostanziale perdita di
     prestazioni. Una macchina in questo stato va in ``trashing'',
     oppure si dice che si ``siede'', o ``swappa'' (per i lettori di
     lingua tedesca, ``dreschen'', ``schlagen'', ``haemmern'' e non
     ``muellen'').

     Su una macchina ``seduta'' i processi girano sostanzialmente da
     disco e non in RAM. Le prestazioni si abbasseranno nella misura
     approssimativa del rapporto che c'è tra il tempo di accesso alla
     memoria e il tempo di accesso del disco.

     Una vecchia regola di massima ai tempi del PDP e del Vax era che la
     grandezza dello spazio di lavoro di un programma è circa il 25%
     della sua dimensione. Pertanto probabilmente è inutile avere uno
     spazio di swap superiore al triplo della RAM.

     Tenete a mente che questa è solo una regola di massima. È facile
     incontrare casi dove i programmi hanno bisogno di uno spazio di
     lavoro estremamente ampio o molto piccolo. Per esempio, un
     programma di simulazione che accede a un grosso numero di dati in
     maniera pseudocasuale, ha pochissima località nel suo spazio di
     dati, pertanto lo spazio di lavoro sarà molto ampio.

     D'altra parte, un xv con tanti JPEG aperti contemporaneamente,
     tutti iconizzati tranne uno, avrebbe un segmento dati molto grande.
     Ma le trasformazioni vengono eseguite su una singola immagine,
     infatti la maggior parte della memoria occupata da xv non viene mai
     toccata. Lo stesso per un editor con tante finestre aperte, ma solo
     una di loro viene modificata alla volta. Questi programmi hanno, se
     sono progettati correttamente, una località molto alta e la maggior
     parte del loro spazio di lavoro può essere paginata su disco senza
     un grosso impatto sulle prestazioni.

     Si potrebbe sospettare che quel 25%, derivato dall'era dei
     programmi a linea di comando non sia più valido per i programmi GUI
     moderni che agiscono su documenti multipli, ma non conosco nessun
     documento più recente che tenti di verificare questo indice.

  Così per una configurazione con 16 MB di RAM, non serve swap per una
  configurazione minima e più di 48 MB di swap sono probabilmente
  inutili. La quantità esatta dipende dalle applicazioni che fate girare
  sulla macchina (cosa vi aspettavate?).


  33..33..  DDoovvee ddoovvrreeii mmeetttteerree lloo ssppaazziioo ddii sswwaapp??



  ·  La meccanica è lenta, l'elettronica veloce.

     I dischi fissi moderni hanno molte testine. Il passaggio tra
     testine della stessa traccia è rapido, poiché è elettronico.
     Passare da traccia a traccia è lento, perché significa far muovere
     fisicamente qualcosa.

     Così se avete un disco con tante testine e uno con meno e per
     entrambi gli altri parametri sono identici, il disco con più
     testine sarà più veloce.

     Separare lo swap in due e metterlo su entrambi i dischi sarebbe
     ancora meglio, penso.

  ·  I vecchi dischi hanno lo stesso numero di settori su tutte le
     tracce. Con questi dischi sarebbe meglio mettere lo swap nel mezzo
     del disco, ottimizzando il caso che la testina si muova da una
     traccia casuale verso l'area di swap.

  ·  I dischi più recenti usano lo ZBR (zone bit recording). Hanno più
     settori sulle tracce esterne. Con un numero costante di giri al
     minuto, questo comporta migliori prestazioni sulle tracce esterne
     che su quelle interne.  Meglio mettere lo swap sulle tracce più
     veloci.

  ·  Naturalmente la testina non si muove in maniera casuale. Se avete
     lo spazio di swap nel mezzo di un disco tra una partizione ``home''
     molto occupata e una partizione di archivio usata molto poco, sarà
     meglio avere lo swap nel mezzo della partizione home per accorciare
     i movimenti della testina. Sarebbe ancora meglio spostare lo swap
     su un altro disco altrimenti inutilizzato.

  IInn bbrreevvee:: Mettete lo swap sul disco più veloce con più testine che non
  sia occupato per dell'altro. Se avete più di un disco: dividete lo
  swap e spezzettatelo fra tutti i dischi e/o fra più controller.

  AAnnccoorraa mmeegglliioo:: Comprate altra RAM.


  33..44..  AAllccuunnee nnoottee ssuuii ffiillee ssyysstteemm ee llaa ffrraammmmeennttaazziioonnee


  Lo spazio su disco è gestito dal sistema operativo in blocchi e
  frammenti di blocchi. In ext2, i frammenti e i blocchi devono avere la
  stessa dimensione, quindi possiamo restringere la nostra discussione
  ai blocchi.

  I file possono essere di qualsiasi dimensione, perciò possono non
  terminare sul margine di un blocco. Così per ogni file una parte
  dell'ultimo blocco viene sprecata. Assumendo che la dimensione dei
  file sia casuale, c'è approssimativamente mezzo blocco sprecato per
  ogni file sul vostro disco.  Tanenbaum nel suo libro ``Operating
  Systems'' chiama questo evento ``frammentazione interna''.

  Potete intuire il numero di file sul disco dal numero di i-node
  allocati. Sul mio disco



       ______________________________________________________________________
       # df -i
       Filesystem           Inodes   IUsed   IFree  %IUsed Mounted on
       /dev/hda3              64256   12234   52022    19%  /
       /dev/hda5              96000   43058   52942    45%  /var
       ______________________________________________________________________



  Ci sono circa 12000 file su / e circa 44000 file su /var.  Con dei
  blocchi grandi 1 KB, circa 6 + 22 = 28 MB di spazio su disco sono
  sprecati nei blocchi di coda dei file. Se avessi scelto una dimensione
  del blocco di 4 KB, avrei sprecato uno spazio 4 volte superiore.

  Tuttavia il trasferimento dati è più veloce per blocchi di dati grossi
  e contigui. È per questo che ext2 prova a riservare spazio in unità di
  8 blocchi contigui per i file in crescita. Lo spazio riservato e non
  utilizzato viene rilasciato quando il file viene chiuso, pertanto non
  c'è spreco di spazio.

  Sistemare blocchi in modo non consecutivo è un male per le
  prestazioni, poiché l'accesso ai file avviene in maniera sequenziale.
  Il sistema operativo viene forzato a ripetere l'accesso al disco, e il
  disco deve spostare la testina. Questo viene chiamato ``frammentazione
  esterna'' o semplicemente ``frammentazione'' ed è un problema comune
  con i filesystem DOS.

  Ext2 ha diverse strategie per evitare la frammentazione esterna.
  Normalmente la frammentazione non è un grosso problema per ext2,
  nemmeno sulle partizioni usate pesantemente come uno spool di news
  USENET. Anche se c'è un programma di deframmentazione per il
  filesystem ext2, nessuno lo usa e non è aggiornato con la versione
  corrente di ext2. Usatelo se volete, ma fatelo a vostro rischio e
  pericolo.

  Il filesystem MS-DOS è ben conosciuto per la sua patologica gestione
  dello spazio disco. Insieme con l'irrisiorio buffer di cache usato da
  MS-DOS, gli effetti della frammentazione sulle prestazioni sono molto
  rilevanti. Gli utenti DOS sono abituati a deframmentare i dischi ogni
  poche settimane e qualcuno ha addirittura sviluppato alcune credenze
  rituali a riguardo della frammentazione. Nessuna di queste abitudini
  dovrebbe essere trasportata su Linux ed ext2. I file system nativi di
  Linux non hanno bisogno di deframmentazione durante il normale
  utilizzo, cioè ogni situazione con almeno il 5% di spazio libero su
  disco.

  Il file system MS-DOS è famoso anche per sprecare grosse porzioni di
  disco a causa della frammentazione interna. Per partizioni più grandi
  di 256 MB, la dimensione dei blocchi diventa tale che non sono più
  efficaci (questo è stato corretto in qualche maniera con FAT32)

  ext2 non vi costringe a scegliere grossi blocchi per grossi file
  system, eccetto per file sistem enormi dagli 0.5 TB (1 TB equivale a
  1024 GB) in su, quando i blocchi piccoli diventano meno efficienti.
  Quindi a differenza del DOS non c'è bisogno di dividere grossi dischi
  in molte partizioni per mantenere piccola la dimensione del blocco.
  Usate la dimensione di default di 1 KB se possibile. Potete
  sperimentare con una dimensione di 2 KB per alcune partizioni, ma
  aspettatevi di incontrare qualche raro bug: la maggior parte della
  gente usa il default.


  33..55..  IIll cciicclloo ddii vviittaa ddeeii ffiillee ee llee sseeqquueennzzee ddii bbaacckkuupp ccoommee ccrriitteerriioo
  ddii ppaarrttiizziioonnaammeennttoo


  Con ext2, le decisioni di partizionamento dovrebbero essere governate
  da considerazioni di backup e dalla diversificazione dei tempi di vita
  dei differenti tipi di file per evitare la frammentazione esterna.

  I file hanno dei tempi di vita. Dopo che un file è stato creato,
  rimarrà per un certo tempo nel sistema e poi verrà rimosso. I cicli di
  vita dei file variano molto nel filesystem e sono parzialmente
  dipendenti dal percorso del file. Per esempio, i file in /bin, /sbin,
  /usr/sbin, /usr/bin e directory simili hanno tipicamente una vita
  molto lunga: molti mesi e oltre. I file in /home hanno una vita media:
  circa qualche settimana. I file in /var hanno vita breve: quasi
  nessuno in /var/spool/news resterà per più di qualche giorno, mentre
  in /var/spool/lpd i file durano pochi minuti.

  Per il backup è utile che la quantità di dati salvati nel backup
  giornaliero sia minore della capacità del singolo dispositivo di
  backup. Un backup giornaliero può essere completo o incrementale.

  Potete decidere di tenere la dimensione delle partizioni abbastanza
  piccola da farle entrare completamente su un singolo backup (scegliete
  backup giornalieri completi). In ogni caso una partizione dovrebbe
  essere abbastanza breve che i cambiamenti da un giorno all'altro
  (tutti i file modificati) stiano su un solo backup (scegliete il
  backup incrementale e cambiate dispositivo di backup per il
  salvataggio totale settimanale o mensile - non è possibile una
  operazione automatica).

  La vostra strategia di backup dipende da quella decisione.

  Quando progettate di comprare spazio su disco, ricordate di mettere da
  parte dei soldi per il backup! I dati non salvati non valgono nulla! I
  costi per riprodurli sono molto maggiori di quelli per salvarli per
  chiunque!

  Per ragioni di prestazioni, è utile tenere i file con diversi tempi di
  vita su differenti partizioni. In questo modo i file con vita breve
  sulla partizione delle news possono anche essere molto frammentati, ma
  questo non avrà impatto sulle prestazioni della partizione / o /home.



  44..  UUnn eesseemmppiioo

  44..11..  UUnn mmooddeelllloo rraaccccoommaannddaattoo ppeerr pprriinncciippiiaannttii aammbbiizziioossii


  Un modello comune crea le partizioni /, /home e /var come discusso in
  precedenza. Così è semplice installare, mantenere e la distinzione è
  abbastanza buona da evitare effetti indesiderati a causa dei
  differenti tempi di vita. Si adatta bene a un modello di backup: quasi
  nessuno si preoccupa di salvare gli spool USENET, e solo qualche file
  in /var vale la pena di essere salvato (mi viene in mente
  /var/spool/mail). D'altra parte, / cambia raramente e può venire
  salvata su richiesta (dopo cambiamenti di configurazione) ed è
  abbastanza piccola da stare nei moderni sistemi di backup come un
  backup completo (tipicamente dai 250 ai 500 MB, dipende dal software
  installato).  /home contiene importanti dati degli utenti e dovrebbe
  essere salvata in modo giornaliero. Qualche installazione ha delle
  partizioni /home molto grandi e si devono usare i backup incrementali.

  Alcuni sistemi mettono /tmp su una partizione separata, altri creano
  un link simbolico a /var/tmp per ottenere lo stesso effetto (notare
  che questo può influire sul modo utente singolo, dove /var non sarà
  disponibile e nel sistema non ci sarà /tmp finché non ne creerete una
  o monterete /var manualmente) oppure la mettono su un disco RAM
  (Solaris, ad esempio, lo fa). Questo lascia /tmp separato da /, che è
  una buona idea.

  Questo modello è conveniente per aggiornamenti o reinstallazioni:
  salvate i vostri file di configurazione (o l'intero ramo /etc) in
  qualche directory /home, cancellate /, reinstallate e ripristinate le
  vecchie configurazioni dalla directory di salvataggio in /home.


  55..  CCoommee hhoo ffaattttoo ssuullllaa mmiiaa mmaacccchhiinnaa


  Avevo un vecchio 386/40 che giaceva sugli scaffali, l'avevo
  abbandonato due anni fa perché non potevo più utilizzarlo. Pianificavo
  di trasformarlo un un piccolo server (senza X-Window) per la mia rete
  casalinga.

  Ecco come ho fatto: ho preso quel 386 e ci ho messo 16 MB di RAM, ho
  aggiunto un disco EIDE economico, il più piccolo che ho trovato (800
  MB) e una scheda di rete Ethernet. Ho messo anche una vecchia
  Hercules, dato che avevo ancora un monitor. Ci ho installato Linux e i
  server NFS, SMB, HTTP, LDP/LPR, NNTP oltre che il mail router e il
  server POP3. Con l'aggiunta di una scheda ISDN la macchina divenne il
  mio router TCP/IP con firewall.

  La maggior parte dello spazio su disco andava nel ramo /var,
  /var/spool/mail, /var/spool/news e /var/httpd/html. Ho messo /var su
  una grossa partizione separata. Ci saranno pochi utenti su questa
  macchina, perciò non ho creato partizioni home e monto /home da
  qualche altra workstation via NFS.

  Linux senza X più qualche utility installata localmente sta comodo in
  250 MB di partizione /. La macchina ha 16 MB di RAM, ma fa girare
  molti server. Servono minimo altri 16 MB di swap, meglio 32 MB. Non
  abbiamo problemi di spazio, perciò ne ho messi 32. Per motivi
  sentimentali ho lasciato 20 MB di partizione MS-DOS. Avendo deciso di
  importare /home da un'altra macchina, i rimanenti 500 e oltre MB
  andranno in /var. Sono più che sufficienti per un utilizzo domestico
  di scarico dei newgroup USENET.

  Abbiamo



  ______________________________________________________________________
  Device     Montato su                      Dimensioni
  /dev/hda1  /dos_c                           25 MB
  /dev/hda2  - (Spazio swap)                  32 MB
  /dev/hda3  /                               250 MB
  /dev/hda4  - (Partizione Estesa)           500 MB
  /dev/hda5  /var                            500 MB

  homeserver:/home /home                     1.6 GB
  ______________________________________________________________________



  I salvataggi vengono effettuati via rete usando il nastro su
  homeserver. Poiché è stato tutto installato da CD-ROM, devo salvare
  solo qualche file di configurazione in /etc, i miei *.tgz
  personalizzati installati localmente da /root/Source/Installed e
  /var/spool/mail, assieme a /var/httpd/html. Copio questi file in una
  directory dedicata /home/backmeup su homeserver ogni notte, per essere
  prelevati dalla procedura di backup ordinario di homeserver.