Sophie

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  The Linux Plug-and-Play HOWTO
  David S.Lawyer   dave@lafn.org
  v0.11, maggio 2000

  Un aiuto per districarsi e gestire i dispositivi Plug-and-Play.  Come
  far sì che il proprio sistema Linux supporti il Plug-and-Play.
  Traduzione di Giovanni Bortolozzo (borto at pluto.linux.it).
  ______________________________________________________________________

  Indice Generale



  1. Introduzione
     1.1 Copyright, marchi registrati, liberatoria e ringraziamenti
        1.1.1 Copyright (in inglese)
        1.1.2 Liberatoria
        1.1.3 Marchi registrati
        1.1.4 Crediti
     1.2 Piani futuri; come aiutare
     1.3 Nuove versioni di questo HOWTO

  2. Cosa dovrebbe fare il PnP: allocare «risorse-bus»
     2.1 Cos'è il Plug-and-Play (PnP)?
     2.2 Come fa un computer per trovare i dispositivi (e viceversa)
     2.3 Indirizzi I/O, ecc.
     2.4 IRQ -- Panoramica
     2.5 Canali DMA
     2.6 Intervalli di memoria
     2.7 «Risorse» sia al dispositivo che al gestore
     2.8 Il problema
     2.9 Il PnP trova i dispositivi connessi nelle porte seriali

  3. La soluzione Plug-and-Play (PnP)
     3.1 Introduzione al PnP
     3.2 Come funziona (semplificato)
     3.3 L'avvio del PC
     3.4 Bus
     3.5 Linux deve gestire meglio il PnP

  4. Configurazione del BIOS PnP
     4.1 Si ha un sistema operativo PnP?
        4.1.1 Interoperabilità con Windows9x
     4.2 Come devono essere controllate le risorse?
     4.3 Reinizializzare la configurazione?

  5. Come gestire le schede PnP
     5.1 Introduzione alla gestione delle schede PnP
     5.2 Disabilitare il PnP ?
     5.3 Introduzione all'uso del BIOS per la configurazione PnP
        5.3.1 Il database ESCD del BIOS
        5.3.2 Usare Windows per impostare l'ESCD
        5.3.3 Aggiungere un nuovo dispositivo (sotto Linux o Windows)
     5.4 Isapnp (parte degli isapnptools)
     5.5 Le utility PCI
     5.6 Applicare una patch al kernel per rendere Linux PnP
     5.7 Configurazione tramite Windows
     5.8 Configurazione fatta dal device driver
     5.9 Software e documentazione sul PnP

  6. Dire la configurazione al driver
     6.1 Introduzione
     6.2 Il driver delle porte seriali: setserial
     6.3 Gestori della scheda audio
        6.3.1 OSS-Lite
        6.3.2 OSS (Open Sound System) e ALSA

  7. Qual è la mia configurazione corrente?
     7.1 Messaggi all'avvio
     7.2 Come sono configurati i miei driver di dispositivo?
     7.3 Come sono configurati i miei dispositivi hardware?

  8. Appendice
     8.1 Indirizzi
        8.1.1 Indirizzi di configurazione del bus ISA (Read-Port, ecc.)
        8.1.2 Intervalli di indirizzi
        8.1.3 Spazio di indirizzi
        8.1.4 Verifica dell'intervallo (Test ISA per i conflitti di indirizzo I/O)
        8.1.5 Comunicare direttamente attraverso la memoria
     8.2 Interrupt -- Dettagli
     8.3 Interrupt PCI
     8.4 Isolamento


  ______________________________________________________________________

  11..  IInnttrroodduuzziioonnee

  11..11..  CCooppyyrriigghhtt,, mmaarrcchhii rreeggiissttrraattii,, lliibbeerraattoorriiaa ee rriinnggrraazziiaammeennttii

  11..11..11..  CCooppyyrriigghhtt ((iinn iinngglleessee))


  Copyright (c) 1998-2000 by David S. Lawyer. Please freely copy and
  distribute (sell or give away) this document.  For corrections and
  minor changes contact the maintainer.  Otherwise you may create
  derivative works and distribute them provided you:

  1. Discuss it with the maintainer (if there is one).  2. Put the
  derivative work at the mirrored LDP Internet site (or the like) for
  free downloading.  3. License the work in the spirit of this license
  or use GPL.  4. Give due credit to previous authors and major
  contributors.


  11..11..22..  LLiibbeerraattoorriiaa


  Anche se non ho intenzionalmente provato a mettervi fuori strada,
  probabilmente ci sono parecchi errori in questo documento.  Vi invito
  a farmeli notare.  Poiché questa è documentazione libera, dovrebbe
  essere ovvio che né io né gli autori precendenti possiamo essere
  ritenuti legalmente responsabili per qualsiasi errore.

  NN..dd..TT..: ovviamente nemmeno il traduttore può essere ritenuto
  legalmente (e nemmeno moralmente) responsabile di eventuali errori.


  11..11..33..  MMaarrcchhii rreeggiissttrraattii

  Qualsiasi nomr di prodotto (che inizia con un lettera maiuscola)
  dovrebbe essere considerato un marchio registrato.  Tali marchi
  appartengono ai rispettivi proprietari.per qualsiasi errore.


  11..11..44..  CCrreeddiittii

  Daniel Scott ha controllato questo documento nel marzo del 2000 e ha
  trovato molti errori di battitura, ecc.


  11..22..  PPiiaannii ffuuttuurrii;; ccoommee aaiiuuttaarree


  Invito a segnalarmi qualsiasi errore in fatti, opinioni, logica,
  battitura, grammatica, chiarezza, link, ecc.  Ma per prima cosa, se la
  data del documento è più vecchia di un mese, si controlli se si è in
  possesso dell'ultima versione.  Invito inoltre ad inviarmi qualsiasi
  informazione che si pensa sia pertinente a questo documento.

  Non ho studiato in dettaglio né gli isapnptools né le patch per il
  kernel (ma ho in programma di farlo). Non ho ancora ben capito come il
  BIOS configura il PnP (dipende dal tipo di BIOS), e neppure come
  Windows9x aggiorna la ESCD. Quindi questo HOWTO è incompleto e
  potrebbe essere inaccurato (mi si faccia sapere cosa c'è di errato).
  In questo HOWTO qualche volta ho usato ?? per indicare che in realtà
  non so la risposta.


  11..33..  NNuuoovvee vveerrssiioonnii ddii qquueessttoo HHOOWWTTOO


  Una nuova versione del Plug-and-Play-HOWTO dovrebbe essere disponibile
  circa ogni mese per la consultazione e il download nei siti che fanno
  da mirror a LDP.  Per una lista di tali siti si veda:
  <http://linuxdoc.org//mirrors.html>.  Sono disponibili diversi
  formati.  Se si vuole semplicemente controllare la data dell'ultima
  versione potrebbe essere meglio non usare un mirror, quindi si dia un
  occhio a:  <http://linuxdoc.org/HOWTO/Plug-and-Play-HOWTO.html>.  La
  versione che si sta leggendo è: v.0.11, May 2000.  Le novità di questa
  versione sono l'utilità scanport, diverse correzioni ortografiche e la
  difficoltà d'uso di setpci.

  NN..dd..TT..: l'ultima (e più recente) traduzione in italiano di questo
  documento è reperibile nei mirror di ILDP
  <http://www.pluto.linux.it/ildp/> e scaricabile in diversi formati dai
  relativi siti ftp.


  22..  CCoossaa ddoovvrreebbbbee ffaarree iill PPnnPP:: aallllooccaarree ««rriissoorrssee--bbuuss»»

  22..11..  CCooss''èè iill PPlluugg--aanndd--PPllaayy ((PPnnPP))??



  Semplificando al massimo, il Plug-and-Play dice automaticamente al
  software (device driver o gestore (driver) di dispositivo) dove
  trovare i diversi pezzi hardware (i dispositivi) quali modem, schede
  di rete, schede audio, ecc.  Il compito del Plug-and-Play è di far
  «accoppiare» dispositivi fisici con il software (gestori di
  dispositivo) che funziona con essi e di stabilire dei canali di
  comunicazione tra ogni dispositivo e il suo gestore.  Più
  precisamente, il PnP alloca le seguenti «risorse-bus» sia al driver e
  che all'hardware: indirizzi I/O, IRQ, canali DMA (solo per il bus ISA)
  e regioni di memoria.  Se non si capisce cosa siano queste 4 risorse-
  buse si leggano le sotto sezioni che seguono.  Un articolo della Linux
  Gazette su 3 di queste risorse-bus è Introduction to IRQs, DMAs and
  Base Addresses. Una volta assegnate queste risorse-bus (e se è
  installato il gestore corretto) i file di dispositivo (device file)
  nella directory /dev/ sono pronti per l'uso.

  Questo assegnamento PnP di certe risorse del bus è talvolta detto
  «configurazione», ma è solamente un tipo di configurazione a basso
  livello.  Anche utilizzando pienamente il PnP, buona parte della
  configurazione dei dispositivi è fatta da qualche altra cosa.  Ad
  esempio, per la configurazione dei modem, è inviata una «stringa di
  inizializzazione» al modem attraverso l'indirizzo di I/O del «canale».
  Questa «stringa di inizializzazione» non ha niente a che vedere con il
  PnP, sebbene il «canale» usato per inviarla al modem è stato allocato
  dal PnP.  L'impostazione della velocità (e di molti altri parametri)
  di una porta seriale è fatta inviando messaggi al gestore del
  dispositivo («device driver») da programmi eseguiti dall'utente
  (spesso automaticamente all'avvio del sistema).  Anche questa
  configurazione non ha niente a che spartire con il PnP.  Quindi quando
  si parla di PnP con «configurazione» si intende solo un certo tipo di
  configurazione.  Sebbene altra documentazione (come quella per MS
  Windows) chiama le risorse-bus semplicemente «risorse», io ho coniato
  il termine «risorse-bus» in modo da distringuerle dalla moltitudine di
  altri tipi di risorse.


  22..22..  CCoommee ffaa uunn ccoommppuutteerr ppeerr ttrroovvaarree ii ddiissppoossiittiivvii ((ee vviicceevveerrssaa))


  Un computer consta di una CPU/processore per effettuare la
  computazione e di memoria per immagazzinare programmi e dati.
  Inoltre, ci sono diversi dispositivi come vari tipi di dischi, una
  scheda video, una tastiera, scheda di rete, schede modem, schede
  audio, porte seriali e parallele, ecc.   C'è anche un alimentatore per
  fornire energia elettrica, diversi bus sulla scheda madre per
  connettere assieme i dispositivi e la CPU, e un case per metterci
  tutto dentro.

  In tempi antichi quasi tutti i dispositivi avevano la proprio scheda
  di interfaccia (scheda a circuito stampato).  Oggi, oltre a tali
  schede, molti «dispositivi» hanno un piccolo chip montato
  permanentemente sulla «scheda madre».  Le schede che vengono inserite
  nella scheda madre possono contenere più di un dispositivo.  I chip di
  memoria sono qualche volta considerati come dispositivi ma non sono
  Plug-and-Play nel senso usato in questo HOWTO.

  Affinché un computer funzioni correttamente, ogni dispositivo
  dev'essere sotto il controllo del suo gestore o «device driver».  È un
  software che è parte del sistema operativo (talvolta caricato come
  modulo) e che viene eseguito nella CPU.  I gestori di dispositivo sono
  associati con «file speciali» nella directory /dev (notare che non
  sono propriamente dei file).  Hanno nomi come hda1 (la prima
  partizione sul disco fisso a), ttyS0 (la prima porta seriale), eth1
  (la seconda scheda ethernet), ecc.  Per rendere le cose più
  complicate, il particolare device driver selezionato, diciamo per
  eth1, dipenderà dal tipo di scheda ethernet che si ha.  Quindi eth1
  non può semplicemente essere assegnato ad una qualsiasi gestore di
  scheda ethernet.  Deve essere assegnato ad un particolare gestore che
  funzionerà con il tipo di scheda ethernet installata.  Per controllare
  un dispositivo, la CPU (sotto il controllo del device driver) invia
  comandi (e dati) e legge informazioni dai vari dispositivi.  Per
  poterlo fare ogni driver di dispositivo deve conoscere l'indirizzo del
  dispositivo che controlla.  La conoscenza di tale indirizzo è
  equivalente all'impostazione di un canale di comunicazione, anche se
  il «canale» fisico è in realtà il bus dati dentro al PC che è
  condiviso praticamente da qualsiasi altra cosa presente nel computer.

  Il canale di comunicazione è in realtà un po' più complesso di come
  appena descritto.  Un «indirizzo» è in realtà un intervallo di
  indirizzi ed esiste la controparte del canale (nota come interrupt)
  che permette ai dispositivi di inviare richieste urgenti di «aiuto» ai
  loro gestori.


  22..33..  IInnddiirriizzzzii II//OO,, eecccc..


  I PC hanno 3 spazi di indirizzi: I/O, memoria principale e
  configurazione (solo nel bus PCI).  Tutti questi 3 tipi di spazi di
  indirizzi condividono lo stesso bus indirizzi (address bus)
  all'interno del PC.  Ma il potenziale di alcune linee dedicate nel bus
  del PC segnala in quale «spazio» è un indirizzo: I/O, memoria
  principale o configurazione.  Si veda la sezione ``Indirizzi'' per
  maggiori dettagli.  I dispositivi sono originariamente posizionati
  nello spazio di indirizzi I/O, sebbene in alcuni casi questi allochino
  pure dello spazio in memoria principale.  Un indirizzo I/O qualche
  volta è detto semplicemente «I/O», «IO», «i/o» o «io».  È pure usato
  il termine «porta di I/O». Ci sono due passi principali per allocare
  gli indirizzi I/O (e altre risorse-bus, come gli interrupt):



  1. Impostare l'indirizzo I/O, ecc. sulla scheda (in uno dei suoi
     registri)

  2. Fare in modo che il gestore del dispositivo sappia qual è questo
     indirizzo I/O, ecc.


  Il precedente processo in due passi è qualcosa di simile al problema
  in due parti di trovare il numero di casa di qualcuno in una via.  Si
  deve conoscere il numero di casa e qualcuno deve attaccare un numero
  nella facciata della casa in modo che possa essere trovata.  Nei
  computer, il device driver deve conoscere l'indirizzo e il dispositivo
  hardware deve impostare lo stesso indirizzo in uno dei suoi registri.
  Entrambe queste cose devono essere fatte, ma alcuni fanno l'errore di
  farne solo una e poi si sorprendono quando il computer non riesce a
  trovare il dispositivo.  Per esempio, provano ad usare «setserial» per
  assegnare un indirizzo ad una porta seriale senza realizzare che ciò
  comunica un indirizzo solamente al driver.  Non imposta l'indirizzo
  nell'hardware della porta seriale stessa.  Se la porta seriale ha in
  realtà un diverso indirizzo (o adirittura nessuno) e si dice qualcosa
  di errato a setserial, allora sì che si è nei casini.

  Un altro vincolo ovvio è che un indirizzo deve essere per prima cosa
  impostato nella scheda prima che il gestore del dispositivo possa
  usarlo.  Poiché i driver dei dispositivi spesso partono non appena è
  partito il computer, talvolta tentato di accedere ad una scheda (per
  vedere se è là, ecc.) prima che l'indirizzo sia stato impostato nella
  scheda dal programma PnP di configurazione.  In tal caso si vede un
  messaggio d'errore che dice che non è possibile trovare la scheda
  sebbene questa ci sia (ma non ha ancora un indirizzo).

  Quanto detto negli ultimi due paragrafi riguardo gli indirizzi I/O si
  applica tale e quale alle altre risorse-bus: ``IRQ -- Panoramica'',
  ``Canali DMA'', e ``Regioni di Memoria''.  Cosa siano queste cose
  verrà spiegato nelle tre sezioni che seguono.


  22..44..  IIRRQQ ---- PPaannoorraammiiccaa


  Dopo aver letto questa sezione si può leggere ``Interrupt --
  Dettagli'' per ulteriori dettagli.  Quanto segue è intenzionalmente
  super semplificato.  Oltre agli indirizzi, si deve gestire anche un
  numero di interruzione («interrupt») (come l'IRQ 5), detto numero di
  IRQ (Interrupt ReQuest = Richiesta di Interruzione).  Si è già detto
  prima che il gestore del dispositivo deve conoscere l'indirizzo di una
  scheda per poter essere in grado di comunicare con quest'ultima.  Ma
  cosa dire della comunicazione in senso opposto?  Si supponga che il
  dispositivo debba comunicare qualcosa al suo gestore con una certa
  urgenza.  Per esempio, il dispositivo potrebbe aver appena ricevuto un
  sacco di byte destinati alla memoria principale e quindi gli serve
  chiamare il suo gestore per trasferire questi dati dal suo buffer
  praticamente pieno alla memoria principale.

  Il dispositivo come può chiedere aiuto?  Non può usare il bus dati
  principali perché sicuramente è già in uso.  Invece impone un
  particolare potenziale elettrico in una linea di interrupt dedicata
  (parte del bus), spesso riservata per quel particolare dispositivo.
  Questo segnale è detto interrupt («interruzione»).  Ci sono
  l'equivalente di 16 linee di questo tipo in un PC e ognuna di queste
  comanda (indirettamente) da particolare gestore di dispositivo.  Ogni
  linea ha un numero di IRQ (Interrupt ReQuest) univoco.  Il dispositivo
  deve mettere il suo interrupt nella linea corretta e il gestore del
  dispositivo deve restare in attesa dell'interruzione sulla linea
  corretta.  Su quale linea deve mettersi è specificato dal numero di
  IRQ salvato nel dispositivo.  Lo stesso numero di IRQ dev'essere noto
  al gestore del dispositivo in modo che questo sappia su quale linea di
  IRQ restare in ascolto.

  Una volta che il driver del dispositivo riceve l'interrupt (una
  chiamata di aiuto) deve capire perché è stato generato ed
  intraprendere l'azione appropriata per servire l'interrupt.  Sul bus
  ISA ogni dispositivo ha bisogno di un proprio numero di IRQ univoco.
  Nel bus PCI, è permessa la condivisione degli IRQ.


  22..55..  CCaannaallii DDMMAA


  I canali DMA esistono solo per il bus ISA.  DMA sta per «Direct Memory
  Access» (Accesso Diretto alla Memoria).  È il posto dove un
  dispositivo ha la possibilità di prendere (rubare) alla CPU il
  controllo del bus principale del computer e trasferire i dati
  direttamente nella memoria principale.  Normalmente la CPU vorrebbe
  fare questo trasferimento in due passi:

  1. leggendo i dati dallo spazio di I/O del dispositivo e mettendoli
     dentro la CPU stessa

  2. scrivendo questi dati dalla CPU alla memoria principale.

     Con il DMA si fa solitamente un solo passo inviando i dati
     direttamente dal dispositivo alla memoria.  Il dispositivo deve
     avere tale funzionalità nel suo hardware e quindi non tutti i
     dispositivi possono fare un DMA.  Mentre è in esecuzione il DMA la
     CPU non può fare molto in quanto il bus principale è usato per il
     trasferimento DMA.

  Il bus PCI non ha in realtà nessun DMA. Ha piuttosto qualcosa di
  ancora migliore: il bus mastering.  Funziona in maniera simile al DMA
  e qualche volta è chiamato DMA (per esempio, i dischi fissi chiamati
  «UltraDMA»).  Permette ad un dispositivo di diventare temporaneamente
  il padrone del bus (bus master) e di trasferire i dati in maniera
  analoga a quanto fa la CPU quando ne ha lei il potere.  Non usa nessun
  numero di canale in quanto l'organizzazione del bus PCI è tale che
  l'hardware PCI sa quale dispositivo ha attualmente il controllo del
  bus e quali dispositivo lo sta chiedendo di diventare il prossimo bus
  master.  Per il bus PCI non c'è quindi allocazione dei canali DMA.

  Quando un dispositivo nel bus ISA vuole fare un DMA invia una
  richiesta DMA usando una linea dedicata per la richiesta di DMA in
  modo analogo ad una richiesta di interrupt.  In realtà il DMA potrebbe
  essere gestito usando interrupt ma ciò introdurrebbe alcuni ritardi,
  cosicché è più veloce da fare utilizzando un tipo particolare di
  interrupt detto DMA-request.  Come le interruzioni, le richieste DMA
  sono numerate in modo da identificare quale dispositivo sta facendo la
  richiesta. Questo numero è chiamato DMA-channel (canale DMA).  Poiché
  tutti i trasferimenti DMA usano il bus principale (e solo uno può
  essere attivo in un determinato istante) in realtà usano tutti lo
  stesso canale, ma il numero del «canale DMA» serve per identificare
  chi sta usando il «canale».  Nella scheda madre esistono dei registri
  hardware che contengono lo stato attuale di ogni «canale».  Quindi per
  poter effettuare una richiesta DMA, il dispositivo deve conoscere il
  suo numero di canale DMA che deve essere salvato in un registro nel
  dispositivo fisico.


  22..66..  IInntteerrvvaallllii ddii mmeemmoorriiaa


  Ad alcuni dispositivi è assegnato dello spazio di indirizzi nella
  memoria principale.  È spesso «memoria condivisa» (shared memory) o
  «I/O mappato in memoria» (memory mapped I/O).  Altre volte è la
  memoria ROM stessa del dispositivo.  Quando si parla delle risorse-bus
  si usa spesso semplicemente il termine «memoria».  Quindi un
  dispositivo può anche usare uno spazio di indirizzi di I/O.

  Quando di installa una scheda di questo tipo, in effetti si sta
  inserendo un modulo di memoria per la memoria principale.  Questa
  memoria può essere sia ROM (Read Only Memory, Memoria a Sola Lettura)
  che memoria condivisa.  Questa memoria può servire come mezzo di
  «trasferimento» diretto di dati tra il dispositivo e la memoria
  principale.  Non è veramente un trasferimento in quanto il dispositivo
  mette i dati nella propria memoria che «casualmente» è la memoria
  principale. Sia la scheda che il gestore del dispositivo devono sapere
  dov'è questa memoria.  L'indirizzo di memoria è solitamente molto alto
  in modo da non entrare in conflitto con gli indirizzi più bassi dei
  chip di memoria del computer.

  La ROM è diversa.  È come un programma (forse un gestore di
  dispositivo) che sarà usato con il dispositivo.  Idealmente, dovrebbe
  funzionare con Linux e non solo con Windows ?? Può essere necessario
  che venga «oscurato» (shadowed), intendendo con ciò che viene copiato
  nei propri chip di memoria principale in modo da funzionare più
  velocemente.  Un volta «oscurato» non è più a sola lettura.


  22..77..  ««RRiissoorrssee»» ssiiaa aall ddiissppoossiittiivvoo cchhee aall ggeessttoorree

  I gestori di dispositivo devono quindi essere in qualche modo
  «collegati» all'hardware che controllano.  Questo è fatto fornendo le
  risorse-bus (I/O, Memoria, IRQ e DMA) sia al dispositivo fisico che al
  software di gestione. Per esempio, una porta seriale usa solo 2 (delle
  4 possibili) risorse: un IRQ e un indirizzo I/O.  Entrambi questi
  valori deve essere comunicati sia al gestore del dispositivo che al
  dispositivo fisico stesso.  Al gestore (e al suo dispositivo) è dato
  anche un nome (come ttyS1) nella directory /dev.  L'indirizzo e il
  numero di IRQ sono salvati dal dispositivo in registri della scheda (o
  in un chip nella scheda madre).  Nel caso di schede con i ponticelli
  (jumper), queste informazioni sono sempre salvate nell'hardware del
  dispositivo (sulla scheda, ecc.).  Ma nel caso del PnP, i dati dei
  registri spesso vengono persi quanto il PC viene spento, cosicché le
  informazioni sulle risorse devono essere forniti di nuovo ad ogni
  dispositivo ogni volta che il PC viene riacceso.



  22..88..  IIll pprroobblleemmaa

  L'architettura di un PC fornisce solo in numero limitato di IRQ,
  canali DMA, indirizzi I/O e regioni di memoria.  Se ci fossero solo
  alcuni dispositivi e tutti questi avessero risorse-bus standardizzate
  (come indirizzi I/O e numeri IRQ unici) non ci sarebbero problemi a
  collegare i gestori di dispositivo ai dispositivi stessi.  Ogni
  dispositivo avrebbe delle risorse fisse e non andrebbe in conflitto
  con qualsiasi altro dispositivo nel computer.  Non ci sarebbero due
  dispositivi che vorrebbero avere gli stessi indirizzi, non ci
  sarebbero conflitti di IRQ, ecc.  Ogni driver potrebbe quindi essere
  programmato con indirizzi, IRQ, ecc. univochi già codificati
  all'interno del programma.  La vita sarebbe più semplice.

  Ma così non è.  Non solo oggi ci sono così tanti dispositivi che i
  conflitti sono frequenti, e qualche volta uno ha necessità di avere
  anche più di uno dello stesso tipo.  Per esempio qualcuno potrebbe
  avere più di un disco fisso, un po' di porte seriali, ecc.  Per queste
  ragioni i dispositivi devono possedere un minimo di flessibilità in
  modo che possano essere impostati a un qualsivoglia indirizzi, IRQ,
  ecc. siano necessari per evitare i conflitti.  Ma alcuni IRQ e
  indirizzi, come quello del clock e della tastiera, sono piuttosto
  standard.  Questi non hanno bisogno di tale flessibilità.

  A parte il problema nel conflitto nell'allocazione delle risorse-bus,
  c'è anche un problema nel caso si commetta un errore nel dire al
  device driver quali sono le risorse-bus.  Per esempio, si supponga di
  aver messo IRQ 4 in un file di configurazione quando in realtà il
  dispositivo è impostato all'IRQ 5.  Questo è un altro tipo di errore
  nell'allocazione delle risorse-bus.

  L'allocazione delle risorse-bus, se fatta correttamente, stabilisce i
  canali di comunicazione tra l'hardware fisico e i relativi device
  driver.  Per esempio, se un determinato intervallo di indirizzi I/O
  (risorsa) è allocato sia al gestore di dispositivo che ad un pezzo di
  hardware, allora in questo modo si è stabilito un canale di
  comunicazione unidirezionale tra loro.  Il driver può inviare comandi
  ed informazioni al dispositivo.  In realtà è un po' più che
  unidirezionale, in quanto il driver può ottenere informazioni dal
  dispositivo leggendone i suoi registri.  Ma il dispositivo in questo
  modo non può inizializzare una qualsiasi comunicazione.  Per
  inizializzarla il dispositivo ha bisogno di un IRQ in modo da creare
  un canale bidirezionali nel quale sia il driver che il dispositivo
  possono iniziare una comunicazione.


  22..99..  IIll PPnnPP ttrroovvaa ii ddiissppoossiittiivvii ccoonnnneessssii nneellllee ppoorrttee sseerriiaallii


  Anche i dispositivi esterni connessi alla porta seriale attraverso un
  cavo (come i modem esterni) possono essere chiamati Plug-and-Play.
  Poiché solo la porta seriale stessa ha bisogno di risorse-bus (un IRQ
  e un indirizzo I/O) non è necessario allora risorse-bus per questo
  tipo di dispositivi.  Quindi per essi il PnP non è in realtà
  necessario. Comunque, c'è una specifica PnP anche per questi
  dispositivi seriali esterni.

  Un sistema operativo PnP troverà questi dispositivi esterni e leggerà
  il loro numero di modello, ecc.  Poi può essere in grado di trovarne
  il gestore di dispositivo più adatto, e quindi non si deve dire ad un
  programma applicativo che si ha un certo dispositivo diciamo su
  /dev/ttyS1.  Poiché si è in grado di informare manualmente il proprio
  programma applicativo (attraverso un file di configurazione, ecc.) su
  quale porta seriale è presente il dispositivo (ed eventualmente
  dicendogli anche qual'è il suo numero di modello) in realtà non si ha
  veramente bisogno di questa caratteristica PnP per le porte seriali.


  33..  LLaa ssoolluuzziioonnee PPlluugg--aanndd--PPllaayy ((PPnnPP))

  33..11..  IInnttrroodduuzziioonnee aall PPnnPP


  Il termine Plug-and-Play (PnP) ha diversi significati.  In senso lato
  è semplicemente l'autoconfigurazione che avviene quando uno installa
  un nuovo dispositivo e questo si configura da solo.  Nel senso usato
  in questo HOWTO, la configurazione è solo la configurazione delle
  risorse-bus PnP e la successiva notifica al gestore del dispositivo.
  In senso stretto è pure l'impostazione delle risorse-bus in un
  dispositivo hardware.  Si possono pure intendere le specifiche PnP le
  quali (assieme ad altre cose) specificano come vengono letti e scritti
  i dati delle risorse PnP nei dispositivi (spesso schede) sul bus ISA.
  Le specifiche PCI standard (e non quelle PnP) fanno la stessa cosa per
  il bus PCI.

  Il PnP mette in corrispondenza i dispositivi con i relativi driver e
  specifica i loro canali di comunicazione.  Sul bus ISA, prima del
  Plug-and-Play le risorse-bus erano impostate sui dispositivi hardware
  tramite ponticelli (jumper).  Ai driver software erano invece
  assegnate tramite file di configurazione (o simili) o interrogando il
  dispositivo agli indirizzi dove ci si aspettava risiedesse.  Il bus
  PCI ha supportato il qualcosa di simile al PnP fin dall'inizio ed è
  così stato banale implementarlo per questo bus.  Poiché le specifiche
  del bus PCI non usano il termine PnP, non è chiaro se è o meno lecito
  chiamare PnP il bus PCI (ma supporta nell'hardware quello che a
  tutt'oggi è detto PnP).


  33..22..  CCoommee ffuunnzziioonnaa ((sseemmpplliiffiiccaattoo))


  Quanto segue è una panoramica oltremodo semplificata del funzionamento
  del Plug-and-Play.  Il programma di configurazione del PnP (a volte un
  programma nel BIOS) trova tutti i dispositivi PnP e chiede ad ognuno
  di essi di quali risorse-bus hanno bisogno.  Controlla poi quali
  risorse-bus (IRQ, ecc.) gli è possibile distribuire.  Naturalmente ci
  sono risorse-bus riservate usate dai dispositivi non PnP (legacy) (se
  ne è nota la presenza) e non dà via nessuna di queste risorse
  riservate.  Usa poi alcuni criteri (non specificati nelle specifiche
  PnP) per assegnare le risorse-bus in modo che non ci siano conflitti e
  che tutti i dispositivi abbiano (se possibile) quello di cui hanno
  bisogno.  Dice poi ad ogni dispositivo fisico quali sono le risorse-
  bus a lui assegnate e i dispositivi stessi si auto-configurano per
  usare solo le risorse-bus assegnate.  Poi, in qualche modo, i gestori
  (driver) di dispositivo scoprono quali risorse-bus usano i
  corrispondenti dispositivi e sono quindi in grado di comunicare
  attivamente con i dispositivi che controllano.

  Per esempio, si supponga che una scheda necessiti di un interrupt
  (numero di IRQ) e di 1 MB di memoria condivisa.  Il programma PnP
  legge queste richieste dalla scheda.  Assegna poi a quest'ultima
  l'IRQ5 e 1 MB di memoria nello spazio indirizzi, a partire
  dall'indirizzo 0xe9000000.  Però non è sempre così semplice, in quanto
  la scheda potrebbe specificare che può usare solo certi numeri di IRQ
  (solo nel caso ISA) o che il MB di memoria deve risiedere entro un ben
  determinato intervallo di indirizzi.  I dettagli sono diversi nel caso
  di bus PCI o ISA, e sono maggiormente complessi nel secondo caso.

  Esistono alcune scorciatoie che il software PnP potrebbe usare.  Una
  di mantenere traccia di come sono state assegnate le risorse-bus
  nell'ultima configurazione (l'ultima volta che è stato usato il
  computer) e di riusare queste informazioni.  Windows9x e i BIOS PnP
  usano questa mentre lo fa il Linux standard.  Windows9x salva queste
  informazioni nel suo «Registry» sul disco fisso, mentre un BIOS PnP le
  salva nella memoria non volatile del PC (detta ESCD); si veda la
  sezione ``Il Database ESCD del BIOS'').

  Sotto Linux ogni dispositivo è a sé e non esiste un registro
  centralizzato non volatile degli assegnamenti delle risorse.  Alcuni
  driver di dispositivo salvano l'ultima configurazione che hanno usato
  e la usano la prossima volta che viene acceso il computer.  Assumono
  implicitamente che il resto dell'hardware non abbia bisogno delle
  risorse-bus che usano loro.

  Se i dispositivi ricordassero la propria configurazione precedente,
  allora non ci sarebbe nessun hardware da configurare al successivo
  riavvio, però questi sembrano dimenticarsene quando il computer viene
  spento.  Alcuni contengono una configurazione predefinita (che non è
  necessariamente l'ultima usata).  Quindi il programma di
  configurazione PnP deve essere lanciato ogni volta che viene acceso il
  PC.  Inoltre, se viene aggiunto un nuovo dispositivo, allora
  dev'essere configurato.  L'allocazione delle risorse-bus a questo
  nuovo dispositivo può comportare il portar via alcune risorse-bus ad
  un dispositivo preesistente e l'assegnamento a quest'ultimo di
  risorse-bus alternative che possa usare.


  33..33..  LL''aavvvviioo ddeell PPCC


  Quando il PC viene acceso per la prima volta il chip del BIOS esegue
  il suo programma per far avviare il computer (il primo passo è la
  verifica dell'hardware).  Se il sistema operativo è immagazzinato nel
  disco fisso (com'è ormai usuale) allora il BIOS deve essere a
  conoscenza della presenza del disco fisso.  Se il disco fisso è PnP
  allora il BIOS potrebbe usare i metodi PnP per trovarlo.  Inoltre, per
  permettere all'utente di configurare manualmente il CMOS del BIOS e di
  rispondere a messaggi d'errore nell'avvio del computer, sono pure
  necessari uno schermo (una scheda video) e una tastiera.  Il BIOS deve
  quindi a sua volta configurare questi dispositivi.

  Un volta che il BIOS ha identificato il disco fisso, la scheda video e
  la tastiera è pronto per fare il «boot» (caricare il sistema operativo
  dal disco fisso).  Se si è detto al BIOS che si ha un sistema
  operativo PnP, allora dovrebbe avviare il PC e poi lasciare al sistema
  operativo la conclusione della configurazione PnP.  Diversamente,
  (prima del boot) un BIOS PnP probabilmente proverà a fare da solo il
  resto della configurazione PnP dei dispositivi (ma non dei loro
  gestori).


  33..44..  BBuuss


  ISA è il vecchio bus dei PC IBM, mentre PCI è il bus più nuovo e
  veloce di Intel.  Il bus PCI è stato progettato per quello che oggi
  viene detto PnP.  Rende semplice (se confrontato con il bus ISA)
  scoprire come devono essere assegnate le risorse-bus PnP ai
  dispositivi hardware.  Per vedere che cosa è successo si usi il
  comando lspci e/o si veda /proc/pci o /proc/bus/pci.  Sono utili anche
  i messaggi che appaiono sullo schermo all'avvio (si usi Shift+PageUp
  per tornare su).  Si veda ``Messaggi all'avvio''.

  Nel caso del bus ISA c'è un problema reale con l'implementazione del
  PnP poiché nessuno aveva in mente il PnP quando è stato progettato il
  bus ISA e praticamente non ci sono indirizzi I/O disponibili per il
  PnP da usare per inviare informazioni di configurazione ai dispositivi
  fisici.  Di conseguenza il modo di gestire il PnP nel bus ISA è
  complicato.  Sull'argomento è stato scritto un libro intero (si veda
  la sezione ``Libri sul PnP'').  Tra le altre cose, si richiede che il
  programma di PnP assegni un «handle» (identificativo) temporaneo a
  ciascun dispositivo PnP in modo che questi possano essere indirizzati
  per la successiva configurazione PnP.  L'assegnazione di uno di questi
  «handle» è detta «isolation» (isolamento).  Per i dettagli si veda la
  sezione ``Isolamento'' in Appendice.

  Probabilmente il bus ISA è destinato a scomparire.  Quando lo farà, il
  PnP sarà più semplice in quanto sarà più facile scoprire come il BIOS
  ha configurato l'hardware.  Ci sarà ancora la necessità di accopiare i
  gestori di dispositivo con i dispositivi, come pure la necessità di
  configurare i dispositivi aggiunti quanti il PC è già funzionante.
  Queste necessità saranno soddisfatte se Linux diventa un sistema
  operativo PnP.


  33..55..  LLiinnuuxx ddeevvee ggeessttiirree mmeegglliioo iill PPnnPP


  Il PnP (per il bus ISA) è stato inventato da Compaq, Intel e Phoenix.
  La Microsoft ne è stata il principale promotore.  Dal punto di vista
  di Linux sarebbe stato meglio se il PnP non fosse mai stato
  «inventato».  Alla fine il bus ISA si sarebbe estinto e avrebbe
  prevalso il bus PCI PnP-like così avremmo avuto a tutti gli effetti un
  PnP facile da implementare.  Ma che piaccia o no, a tutt'oggi la
  maggior parte del nuovo hardware ISA è PnP e Linux non ha scelta se
  non quella di gestire efficacemente il PnP.  Ma il Linux standard
  (come quello dei primi del 1999) rende la gestione del PnP complicata
  (specialmente sul bus ISA) mentre lo scopo del PnP è quello di rendere
  le cose più semplici.

  In un certo senso, Linux è già in qualche modo PnP per il bus PCI.
  Quando il PC si avvia si possono notare dai messaggi sullo schermo che
  alcuni driver di dispositivo di Linux spesso trovano i loro
  corrispondenti dispositivi hardware (e le risorse che il BIOS gli ha
  assegnato). Ma ci sono situazioni che un sistema operativo PnP
  potrebbe gestire meglio:

  1. una deficienza di risorse-bus

  2. più di un driver per un dispositivo fisico

  3. un driver attivato che non riesce a trovare il suo dispositivo
     fisico

  4. nstallazioni a caldo di un dispositivo .

  Gli utenti di Linux non hanno bisogno di investigare i dettagli del
  PnP per configurare come si deve i dispositivi PnP ISA.  Una soluzione
  potrebbe essere una versione standardizzata del kernel di Linux che
  supporti il Plug-and-Play su ISA, PCI e altri bus.  È stata scritta
  una patch per il kernel sebbene la maggior parte dei driver non la
  supportino.  Non è parte standard di Linux.  Si veda la sezione
  ``Patch per il Kernel''.



  44..  CCoonnffiigguurraazziioonnee ddeell BBIIOOSS PPnnPP



  Quando un computer viene acceso, prima di caricare il sistema
  operativo viene eseguito il BIOS.  I BIOS più recenti sono PnP e
  configureranno alcuni (o al limite tutti) i dispositivi PnP.  In molti
  BIOS non c'è modo di disabilitare il PnP e quindi bisogna conviverci.
  Qui di seguito alcune delle scelte che potrebbero essere presenti nel
  menu CMOS del proprio BIOS:


  ·  ``Si ha un sistema operativo PnP?''

  ·  ``Come devono essere controllate le risorse-bus?''

  ·  ``Reinizializzare la configurazione?''


  44..11..  SSii hhaa uunn ssiisstteemmaa ooppeerraattiivvoo PPnnPP??


  Se si risponde affermativamente, allora il BIOS PnP inizierà la
  configurazione PnP del disco fisso, della scheda video e della
  tastiera per rendere avviabile il sistema.   Ma lascerà che il sistema
  operativo termini il lavoro di configurazione.  Potrebbe fare un
  ``Isolamento'' nel bus ISA lasciando i dispositivi disabilitati ma
  pronti per essere configurati dal sistema operativo.  Nel caso di
  Linux si dovrebbe dire che non si ha un sistema operativo PnP.  Se non
  lo si fa il BIOS potrebbe lasciare disabilitati i dispositivi ISA che
  non ha configurato ?? Inoltre potrebbero non venir configurati pure i
  dispositivi PCI ??

  Se si dice al BIOS che non si ha un SO PnP, allora il BIOS farà tutta
  la configurazione da solo.  A meno che non siano stati aggiunti nuovi
  dispositivi PnP, dovrebbe usare la configurazione che ha salvato nella
  memoria non volatile (ESCD).  Si veda la sezione ``Il Database ESCD
  del BIOS''.  Se l'ultima sessione nel proprio computer è stata sotto
  Linux, allora non ci dovrebbero essere modifiche nella configurazione.
  Si veda la sezione ``Configurare il PnP dal BIOS''.  Ma se l'ultima
  sessione è avvenuta in Windows 9x (che è PnP) allora Windows potrebbe
  aver modificato l'ESCD.  Si suppone lo faccia solo se si è «forzata»
  una configurazione o si è installato un dispositivo legacy.  Si veda
  la sezione ``Usare Windows per Impostare l'ESCD''.  Se si sta usando
  isapnp o i programmi delle Utility PCI per la configurazione, questi
  saranno eseguiti dopo il BIOS e cambieranno le cose nel modo che gli
  si dice.


  44..11..11..  IInntteerrooppeerraabbiilliittàà ccoonn WWiinnddoowwss99xx

  Se si sta usando sia Linux che Windows nello stesso PC, come
  rispondere alla domanda del BIOS: «Si ha un SO PnP?»  Normalmente si
  dovrebbe dire no per Linux standard e sì per Windows9x.  Ma è un sacco
  noioso dover reimpostare manualmente il menu CMOS ogni volta che si
  cambia SO.  Una soluzione è di impostare il CMOS come non si avesse un
  SO PnP, anche se si avvia Windows.  Uno si dovrebbe aspettare che
  Windows sia in grado di gestire questa situazione nella quale gli
  viene presentato l'hardware già completamente configurato dal BIOS.
  Ci si aspetta inoltre che anche se Windows non realizza che l'hardware
  è già configurato, lo configuri da se e poi funzioni correttamente.
  Ma le cose non sembrano andare così.  Sembra che Windows possa dire ai
  suoi driver di dispositivo solo quello che è presente nel suo
  Registry.  Ma la reale configurazione hardware (fatta dal BIOS) è
  quella salvata nell'ESCD e potrebbe non essere la stessa ==> problemi.

  Un modo per renderle uguali è di installare (o reinstallare) Windows
  quando il BIOS è impostato per «nessun SO PnP».  Ciò dovrebbe
  presentare a Windows l'hardware configurato dal BIOS.  Se questa
  configurazione è senza conflitti, Windows teoricamente la manterrà e
  se la salverà nel suo Registry.  A questo punto l'ESCD e in Registry
  sono sincronizzati.  Se questa cosa funziona (e questa e l'ultima
  versione dell'HOWTO), fatemelo sapere perché ho ricevuto solamente una
  notifica di buon funzionamento.

  Un altro metodo è di «rimuovere» i dispositivi che causa problemi in
  Windows, cliccando su rimuovi in «Gestione Periferiche».  Poi si
  riavii con «Nessun SO PnP» (lo si imposti nel CMOS all'inizio del
  boot).  Windows poi reinstallerà i dispositivi, teoricamente usando le
  impostazioni sulle risorse-bus configurate dal BIOS.  Attenzione che
  Windows probabilmente potrebbe chiedere di inserire il CD di
  installazione di Windows poiché talvolta non riesce a trovare i driver
  (e altri file simili) anche se ci sono già.  Come prova ho «rimosso»
  una scheda NIC che aveva driver compatibili con Novell.  Durante il
  riavvio, Windows l'ha reistallata come Microsoft networking invece di
  Novell.  Ciò significa che ho dovuto reistallare il Client Novell.
  Fatemi sapere eventuali problemi con questo metodo (solo se questa è
  l'ultima versione di questo HOWTO).


  44..22..  CCoommee ddeevvoonnoo eesssseerree ccoonnttrroollllaattee llee rriissoorrssee??


  Questa scelta determina il metodo con cui si vuole siano allocati IRQ
  e DMA.  Se impostata su «auto», il BIOS farà l'allocazione.  Se
  impostata su «manual», si riserveranno manualmente alcuni IRQ per
  usarli con le schede «legacy» (non PnP).  Ora il BIOS potrebbe o meno
  essere conscio delle schede legacy presenti. Il BIOS verrà a
  conoscenza delle schede legacy presenti se si eseguirà ICU (o simile)
  sotto Windows per dirglielo.  Se ne è a conoscenza, allora si provi ad
  usare «auto».  Se non le rileva allora si riservino manualmente gli
  IRQ necessari per le schede ISA legacy e si lasci quel che resta
  dell'allocazione al PnP del BIOS.


  44..33..  RReeiinniizziiaalliizzzzaarree llaa ccoonnffiigguurraazziioonnee??

  Questa scelta cancellerà la base di dati ESCD del BIOS che contiene
  sia il modo in cui configurare i dispositivi PnP che l'elenco delle
  configurazioni dei dispositivi legacy (non PnP).  Mai fare questa cosa
  a meno che non si sia convinti che tale base di dati è errata e
  dev'essere ricostruita.  Da qualche parte è affermato che lo si
  dovrebbe fare solo se non si riesce ad avviare il proprio computer.
  Se il BIOS perde i dati sui dispositivi legacy, allora si dovrà
  rieseguire ICA sotto DOS/Windows per ristabilire le informazioni.


  55..  CCoommee ggeessttiirree llee sscchheeddee PPnnPP

  55..11..  IInnttrroodduuzziioonnee aallllaa ggeessttiioonnee ddeellllee sscchheeddee PPnnPP


  Oggigiorno molto delle nuove schede interne sono Plug-and-Play (PnP).
  Sebbene esista del software anche sotto Linux per gestire il PnP, non
  è sempre facile da usare.  Esistono i 6 diversi metodi sottoelencati
  per tener testa al PnP (ma alcuni potrebbero non essere adatti alla
  propria situazione).  Quale, o quali, si dovrebbe usare dipende dai
  propri scopi.  Quello che ora sembra il più conveniente, a lungo
  termine potrebbe rivelarsi essere né il più facile né il migliore.  Un
  metodo apparentemente semplice è di non far niente e lasciare al BIOS
  PnP la configurazione, ma poi si dovranno fare un po' di ricerche per
  capire quello che il BIOS ha fatto.  Un confronto tra tutti questi
  metodi dovrebbe essere scritto da qualcuno che li ha provati tutti.
  Potrebbe essere necessario usarne più di uno per portare a buon fine
  il lavoro.


  ·  ``Disabilitare il PnP'' tramite i ponticelli o software per
     DOS/Windows (ma molte schede non offrono questa possibilità);

  ·  ``Configurare il PnP dal BIOS'' (per il bus PCI si ha bisogno
     solamente di un BIOS PCI, altrimenti è necessario un BIOS PnP);

  ·  ``Isapnp'' è un programma che si può sempre usare per configurare i
     dispositivi PnP ma solo nel bus ISA

  ·  ``Le Utility PCI'' per la configurazione del bus PCI;

  ·  ``Configurazione Tramite Windows'' e successivo avvio di Linux da
     Windows/DOS.  Da usare come ultima risorsa;

  ·  ``Applicare una Patch al Kernel'' per trasformare Linux in un
     sistema operativo PnP;

  ·  ``Configurazione Fatta dal Device  Driver'', ma pochi lo fanno.

  Ognuna delle suddette possibilità imposterà le risorse-bus
  nell'hardware.  Ma solo le ultime due informeranno il gestore del
  dispositivo di quanto è stato fatto.  Solo l'ultima dice tutto al
  driver (è il driver).  Il modo nel quale viene informato il driver
  dipende dal driver stesso e può essere necessario far qualcosa per
  informarlo.  Si veda ``Dire al Driver la Configurazione''.


  55..22..  DDiissaabbiilliittaarree iill PPnnPP ??


  Molti dispositivi sono solamente PnP senza la possibilità di
  disabilitarlo.  Ma per alcuni si potrebbe essere in grado di
  disabilitare il PnP tramite ponticelli o eseguendo il programma per
  Windows che si è ricevuto assieme al dispositivo (configurazione senza
  ponticelli).  Ciò eviterà l'onere, spesso complicato, della
  configurazione PnP.  Non si dimentichi di dire al BIOS che queste
  risorse-bus sono riservate.  Ci sono inoltre alcune ragioni per le
  quali si potrebbe non voler disabilitare il PnP:


  1. Se si ha MS Windows nella stessa macchina, allora si vorrà
     permettere al PnP di configurare diversamente i dispositivi sotto
     Windows da come ha fatto sotto Linux.

  2. L'intervallo di selezione dei numeri IRQ (o indirizzi di porta)
     ecc. potrebbe essere piuttosto limitato finché non si usa il PnP.

  3. Si potrebbe avere un device driver di Linux che usa i metodi PnP
     per ricercare il dispositivo che controlla.

  4. Se si ha, in futuro, la necessità di modificare la configurazione,
     può essere più semplice farlo se il dispositivo è PnP (nessuna
     modifica ai ponticelli o esecuzione di un programma per
     DOS/Windows).

  5. Si hanno (o si avranno) altri dispositivi PnP che devono essere
     configurati e quindi si deve comunque fornire il PnP.

  Una volta configurati come dispositivi non PnP, non possono essere
  configurati né da un qualsiasi software PnP né dal BIOS (finché non si
  spostino i ponticelli e/o si usi ancora il software di configurazione
  per DOS/Windows).


  55..33..  IInnttrroodduuzziioonnee aallll''uussoo ddeell BBIIOOSS ppeerr llaa ccoonnffiigguurraazziioonnee PPnnPP


  Se si ha un BIOS PnP, questo può configurare l'hardware.  Ciò
  significa che il proprio BIOS legge le richieste di risorse da tutti i
  dispositivi e li configura (alloca a loro le risorse-bus).  È quasi un
  rimpiazzo di un SO PnP tranne per il fatto che il BIOS non associa i
  dispositivi con i loro gestori né dice a quest'ultimi come ha
  effettuato la configurazione. Normalmente dovrebbe usare la
  configurazione che ha salvato nella sua memoria non volatile (ESCD).
  Se trova un nuovo dispositivo e se c'è un conflitto, il BIOS dovrebbe
  fare le modifiche necessarie alla configurazione e non userà
  esattamente quello che c'era nell'ESCD.

  Il proprio BIOS deve supportare tale configurazione, ma talvolta non
  le fa correttamente o completamente.  Un vantaggio nell'uso del BIOS è
  che è semplice in quanto nella maggior parte dei casi non c'è niente
  da impostare (se non dire nel menu CMOS del BIOS che non si ha un SO
  PnP).  Mentre alcuni gestori di dispositivo possono essere in grado di
  rilevare automaticamente quello che ha fatto il BIOS, in alcuni casi
  sarà necessario determinarlo da sé (non sempre facile).  Si veda la
  sezione ``Qual è la Mia Configurazione Corrente?''.  Un altro
  vantaggio è che il BIOS fa il suo lavoro prima dell'avvio di Linux
  cosicché tutte le risorse-bus sono pronte da usare (e trovate) dal
  driver del dispositivo che parte poco dopo.

  Secondo la MS è solo opzionale (non richiesto) che il BIOS PnP sia in
  grado di effettuare la configurazione PnP dei dispositivi (senza
  l'aiuto di MS Windows).  Ma sembra che la maggior parte dei BIOS fatti
  dopo il 1996 ?? possano farlo.  Si dovrebbe inviare una nota di
  ringraziamento se lo fanno nel modo corretto.  Configurano sia il bus
  ISA che il bus PCI, ma mi dicono che alcuni BIOS vecchi riescano a
  configurare solo il bus PCI.  Per saperne di più sul proprio BIOS, si
  cerchi nel Web.  Per piacere, non si chieda a me in quanto non ho dati
  in proposito.  I dettagli del BIOS che si può voler sapere potrebbero
  essere difficili da trovare (o addirittura non disponibili).  Alcuni
  BIOS hanno minime capacità PnP e provano girano la parte più difficile
  della configurazione alle utility per Windows.  Se questo succede si
  deve trovare un altro metodo (come le isapnptools) o provare ad
  impostare il database ESCD se il BIOS ne ha uno.  Si veda la sezione
  seguente.


  55..33..11..  IIll ddaattaabbaassee EESSCCDD ddeell BBIIOOSS


  Il BIOS mantiene in un database non volatile una configurazione PnP
  che proverà ad usare.  È detta ESCD (Extended System Configuration
  Data, ovvero Dati di Configurazione Estesa del Sistema).  Ancora, la
  presenza dell'ESCD è opzionale, ma la maggior parte dei BIOS ce
  l'hanno.  L'ESCD non solo immagazzina la configurazione delle risorse
  di tutti i dispositivi PnP ma contiene inoltre le informazioni di
  configurazione dei dispositivi non PnP (e se li segna come tali) in
  modo da evitare conflitti.  I dati dell'ESCD sono solitamente salvati
  in un chip e rimangono integri quando viene tolta l'alimentazione, ma
  qualche volta sono salvati nel disco fisso??

  L'ESCD è pensata per mantenere l'ultima configurazione usata, ma se si
  usa un programma come isapnp o le utility PCI di Linux (che non
  aggiornano l'ESCD) allora l'ESCD non saprà niente di quello che si è
  fatto e non salverà questa configurazione nell'ESCD.  Un buon SO PnP
  aggiorna l'ESCD così la si può usare successivamente per tutti i SO
  non PNP (come il Linux standard).  MS Windows può fare questa cosa
  solo in casi speciali.  Si veda la sezione ``Usare Windows per
  Impostare l'ESCD''.

  Per usare quanto impostato nell'ESCD ci si assicuri di aver impostato
  «Not a PnP OS» («SO non PnP») o simile nel BIOS.  Allora ogni volta
  che il BIOS parte (prima che sia caricato il SO Linux) dovrebbe
  configurare le cose in questo modo.  Se il BIOS rileva una nuova
  scheda PnP che non è nell'ESCD, allora deve allocare le risorse-bus
  alla scheda e aggiornare l'ESCD.  Potrebbe anche dover cambiare le
  risorse-bus assegnate a una scheda PnP già esistente e modificare
  l'ESCD di conseguenza.

  Se ogni dispositivi ha salvato la sua ultima configurazione nel
  proprio hardware, non sarebbe necessaria la configurazione
  dell'hardware ogni volta che si accende il PC.  Ma non funzionano in
  questo modo e quindi tutti i dati dell'ESCD devono essere mantenuti
  corretti se si usa il BIOS per il PnP.  Ci sono alcuni BIOS che non
  hanno una ESCD ma hanno un po' di memoria non volatile per
  immagazzinare informazioni su quali risorse-bus siano riservate per
  l'uso con schede non PnP.  Molti BIOS hanno entrambe le cose.


  55..33..22..  UUssaarree WWiinnddoowwss ppeerr iimmppoossttaarree ll''EESSCCDD


  Se il BIOS non imposta l'ESCD nel modo che si vuole (o nel modo in cui
  dovrebbe essere) allora sarebbe comodo avere un'utility sotto Linux
  per impostare l'ESCD.  All'inizio del 1999 non ce n'è nessuna.  Quindi
  uno potrebbe ripiegare nell'uso di Windows (se presente nello stesso
  PC) per farlo.

  Ci sono tre modi per usare Windows per provare ad impostare/modificare
  l'ESCD.  Un modo è di usare l'utility ICU progettata per DOS o Windows
  3.x.  Dovrebbe funzionare bene anche per Windows 9x/2k??  Un altro
  metodo è di impostare manualmente i dispositivi («forzarli») sotto
  Windows 9x/2x cosicché Windows metterà queste informazioni nell'ESCD
  quando viene normalmente chiuso il sistema.  Il terzo è solamente per
  i dispositivi legagy che non sono plug-and-play.  Se a Windows è nota
  la loro presenza e quali sono le risorse-bus che usano, allora Windows
  dovrebbe mettere queste informazioni nell'ESCD.

  Se i dispositivi sono configurati automaticamente da Windows (senza
  che l'utente gli chieda di «modificare le impostazioni») allora tale
  configurazione probabilmente non finirà dentro l'ESCD.  Naturalmente
  Windows potrebbe decidere da sé di configurare le cose nello stesso
  modo di come sono impostate nell'ESCD, cosicché alla fine sono
  identiche ma per una coincidenza.

  I Windows 9x sono sistemi operativi PnP e configurano automaticamente
  i dispositivi.  Mantengono il proprio database PnP ben nascosto nel
  Registry (salvato in un file binario di Windows).  Nel Registry ci
  sono inoltre un sacco di altre cose relative alla configurazione oltre
  alle risorse-bus PnP.  C'è sia una configurazione corrente delle
  risorse PnP in memoria che un'altra (forse la stessa) salvata sul
  disco fisso.  Per vedere quella in memoria (?) sotto Windows98 o per
  forzare delle modifiche si usi «Gestione Periferiche».

  In Windows98 ci sono due modi per avviare Gestione Periferiche: 1.
  Risorse del Computer --> Pannello di Controllo --> Proprietà del
  Sistema --> Gestione Periferiche.  2. (bottone destro del mouse)
  Risorse del Computer --> Proprietà --> Gestione Periferiche.  Poi in
  Gestione Periferiche si selezioni il dispositivo (solitamente un
  processo in più passi se ci sono più dispositivi della stessa classe).
  Poi si clicchi su «Proprietà» e poi su «Risorse».  Per modificare
  manualmente la configurazione si disabiliti «Usa impostazione
  automatica» e poi si clicchi su «Cambia Impostazioni».  Ora si probi a
  modificare l'impostazione, ma Windows potrebbe non permettere la
  modifica.  Se lo permette, si è «forzata» una modifica.  Un messaggio
  dovrebbe infomarmare che si sta forzando.  Se si vogliono mantenere le
  impostazioni esistenti mostrate da Windows ma renderle «forzate»,
  allora si dovrà forzare una modifica in qualcosa e poi riforzarla al
  suo valore originale.

  Per vedere cosa è stato «forzato» in Windows98 si veda l'elenco
  dell'«hardware forzato»: Avvio --> Programmi --> Accessori --> Sistema
  --> Informazioni sul Sistema --> Risorse Hardware --> Hardware
  Forzato.  Quando si «forza» una modifica di risorse-bus in Windows,
  dovrebbe mettere tali modificge nell'ESCD (a patto che Windows sia
  chiuso correttamente).  Dalla finestra «Informazioni del Sistema» si
  possono inoltre ispezionare quali IRQ e porte IO sono allocate sotto
  Windows.

  Anche se Windows non mostra conflitti nelle risorse-bus, potrebbero
  essercene sotto Linux.  Questo perché Windows potrebbe assegnare
  risorse-bus differenti da quello che fa l'ESCD.  Nel raro caso in cui
  tutti i dispositivi sotto Windows siano legagy oppure siano stati
  «forzati», allora le configurazioni di Windows e dell'ESCD dovrebbero
  essere identiche.


  55..33..33..  AAggggiiuunnggeerree uunn nnuuoovvoo ddiissppoossiittiivvoo ((ssoottttoo LLiinnuuxx oo WWiinnddoowwss))


  Se si aggiunge un nuovo dispositivo PnP  e si ha il BIOS impostato a
  «nessun SO PnP», allora il BIOS dovrebbe configurarlo automaticamente
  e salvare la configurazione nell'ESCD.  Se è un dispositivo legacy non
  PnP (o uno reso tale con i jumper, ecc.) allora ci sono un po' di
  opzioni per gestirlo.

  Si può dire direttamente al BIOS (tramite il menu di configurazione
  CMOS) che certe risorse-bus (come gli IRQ) sono riservate e che non
  devono essere allocate dal PnP.  Ciò non mette queste informazioni
  nell'ESCD.  Ma ci può essere una scelta nel menu del BIOS che
  specifica quando, in caso di conflitto, queste scelte CMOS hanno o
  meno priorità su quanto è salvato nell'ESCD.  Un altro metodo è di
  eseguire ICU sotto DOS/Windows.  Un altro ancora è di installare
  manualmente il dispositivo sotto Windows 9x/2k e poi assicurarsi che
  la sua configurazione sia «forzata» (si veda la sezione precedente).
  Se è «forzata» Windows dovrebbe aggiornare l'ESCD quando si spegne il
  PC.


  55..44..  IIssaappnnpp ((ppaarrttee ddeeggllii iissaappnnppttoooollss))


  Sfortunatamente, buona parte della documentazione per gli isapnptools
  è ancora difficile da comprendere a meno che non si conoscano le basi
  del PnP.  Questo HOWTO dovrebbe aiutare, come d'altronde aiuta la FAQ
  distribuita con il programma. isapnp è solo per i dispositivi PnP sul
  bus ISA (non PCI). L'esecuzione del programma per Linux «isapnp»
  all'avvio del sistema configurerà tali dispositivi secondo i valori
  delle risorse specificate nel file /etc/isapnp.conf.  È possibile
  creare automaticamente questo file di configurazione, ma poi lo si
  deve modificare manualmente per scegliere tra le varie opzioni. Con
  isapnp, un driver di dispositivo che sia parte del kernel può essere
  eseguito troppo presto, cioè prima che isapnp abbia impostato
  indirizzi, ecc. nell'hardware.  Ciò risulta nel mancato rilevamento
  del dispositivo da parte del driver. Il driver prova negli indirizzi
  giusti, ma tali indirizzi non sono ancora stati impostati
  nell'hardware.

  Se la propria distribuzione installa automaticamente gli isapnptools,
  allora probabilmente isapnp è già automaticamente eseguito all'avvio.
  In questo caso, tutto quel che si deve fare è modificare il file
  /etc/isapnp.conf come spiegato da «man isapnp.conf».  Si noti che
  questa cosa è equivalente alla configurazione manuale del PnP poiché
  si fanno decisioni su come configurare il tutto modificando tale file
  di configurazione.  Se si usa «isapnp» in questo modo e si ha un BIOS
  PnP, si dovrebbe dire al BIOS (quando lo si configura) che si ha un
  sistema operativo PnP ??

  Se si esegue isapnp una volta per configurare i dispositivi ISA PnP,
  ma l'esecuzione di isapnp fallisce ogni volta che il computer viene
  avviato, allora se si ha MS Windows (95 o 98) sullo stesso PC la cosa
  potrebbe essere dovuta al seguente problema:  quando si usa MS Windows
  (95 o 98), Windows potrebbe configurare diversamente le schede PnP in
  modo tale che non funzioneranno correttamente (se non del tutto)
  quando si torna in Linux.  Si può usare il programma «pnpdump» per
  aiutarsi nella creazione del file di configurazione.  Questo
  praticamente crea un file di configurazione anche se lo si deve
  modificare un po' prima di poterlo usare.  Contiene alcuni commenti
  per aiutare nella modifica.  Se si usa «isapnp» per configurare e si
  ha un BIOS PnP, probabilmente si dovrà dire al BIOS che non si ha un
  sistema operativo PnP poiché si vuole che il BIOS si occupi di
  configurare i dispositivi PCI.  Sebbene il BIOS possa configurare i
  anche dispositivi ISA, isapnp comunque lo rifarà.

  La terminologia usata nel file /etc/isapnp.conf all'inizio può
  sembrare un po' ostica.  Per esempio per un indirizzo IO pari a 0x3e8
  si potrebbe invece vedere «(IO 0 (BASE 0x3e8))». L'«IO 0» indica che
  questo è il primo (zeresimo) intervallo di indirizzi IO che questa
  dispositivo usa.  Un altro modo per esprimire questa cosa sarebbe:
  «IO[0] = 0x3e8» ma isapnp non lo fa in questo modo.  «IO 1» indica il
  secondo intervallo di indirizzi usato da questo dispositivo, ecc.
  «INT 0» ha un significato simile ma per gli IRQ (interrupt).  Una
  singola scheda può contenere diversi dispositivi fisici e la
  spiegazione di prima riguarda solamente uno di questi.


  55..55..  LLee uuttiilliittyy PPCCII


  Il nuovo pacchetto delle Utility PCI (= pciutils, incorrettamente
  detto «pcitools»), dovrebbe permettere di effettuare manualmente la
  configurazione PnP sul bus PCI.  «lspci» elenca le risorse-bus, mentre
  «setpci» imposta l'allocazione delle risorse nei dispositivi hardware.
  Sembra che setpci sia pensato principalmente per l'uso negli script e
  al momento per usarlo si devono conoscere i dettagli dei registri di
  configurazione PCI.  Questa informazioni non sono spiegate qui e
  nemmeno nella pagina man di setpci.



  55..66..  AApppplliiccaarree uunnaa ppaattcchh aall kkeerrnneell ppeerr rreennddeerree LLiinnuuxx PPnnPP


  David Howells ha creato una patch per farlo chiamata «Linux Kernel
  Configuration/Resource Manager» (talvolta chiamata semplicemente
  Hardware Configuration Manager).  Nel tardo 1999 la patch non era
  disponibile nel suo sito web.  Ciò potrebbe indicare che non c'è una
  patch disponibile per le versioni recenti del kernel.

  Con le patch precedenti il kernel risultante si diceva fosse stabile
  anche se erano stati segnalati dei bug.  La patch include
  documentazione cone il serial.txt per mostrare come trattare la porta
  seriale.  Fornisce «file» nell'albero /proc cosicché si può vedere
  cosa sta accadendo ed in uno di questi è possibile inserire comandi
  attraverso il comando echo per personalizzare la configurazione.  Un
  problema è che la maggior parte dei gestori di dispositivo non sono
  consci delle funzionalità introdotte da questa patch e quindi per la
  configurazione si devono usare ancora i tradizionali file di
  configurazione, ecc.  La pagina web è  <http://www.astarte.free-
  online.co.uk>.


  55..77..  CCoonnffiigguurraazziioonnee ttrraammiittee WWiinnddoowwss


  Si si ha Windows9x (o 2k) sullo stesso PC, allora semplicemente si
  avvii Windows e lo si lasci configurare il PnP.  Poi si avvi Linux da
  Windows (o da DOS).  È stato segnalato che Windows cancella tutti gli
  IRQ dai registri dei dispositivi PCI.  Allora Linux segnala questa
  cosa dicendo che trova un IRQ zero.  Quindi si potrebbe non essere in
  grado di usare questo metodo.


  55..88..  CCoonnffiigguurraazziioonnee ffaattttaa ddaall ddeevviiccee ddrriivveerr


  Alcuni gestori di dispositivo useranno i metodi PnP per impostare le
  risorse-bus nell'hardware ma solo per i dispositivo che controllano.
  Poiché la configurazione l'ha fatta il driver, ovviamente quest'ultimo
  conosce la configurazione e non è necessario fornirgli queste
  informazioni.

  Il problema in questo caso è duplice.  È difficile incorporare tutto
  questo nel driver, e il driver potrebbe prendere le risorse-bus di cui
  ha bisogno da altri dispositivi.  Rende le cose facili per l'utente,
  ma un kernel Linux PnP sarebbe migliore.  Si veda ``Linux Ha Bisogno
  Di Tener Testa Meglio al PnP''.


  55..99..  SSooffttwwaarree ee ddooccuummeennttaazziioonnee ssuull PPnnPP


  ·  homepage degli Isapnptools
     <http://www.roestock.demon.co.uk/isapnptools/>

  ·  Patch per rendere il kernel Linux PnP <http://www.astarte.free-
     online.co.uk>

  ·  Progetto PnP driver <http://www.io.com/~cdb/mirrors/lpsg/pnp-
     linux.html>

  ·  Specifiche sul PnP della Microsoft
     <http://www.microsoft.com/hwdev/respec/pnpspecs.htm>

  ·  Libro: PCI System Architecture, 3rd ed. di Tom Shanley +, MindShare
     1995.  Tratta le caratteristiche simili al PnP del bus PCI.

  ·  Libro: Plug and Play System Architecture, di Tom Shanley, Mind
     Share 1995.  Dettagli del PnP sul bus ISA.  Solo una concisa
     panoramica del PnP sul bus PCI.

  ·  Libro: Programming Plug and Play, di James Kelsey, Sams 1995.
     Dettagli sulla programmazione per comunicare con un BIOS PnP.
     Tratta i bus ISA, PCI e PCMCIA.


  66..  DDiirree llaa ccoonnffiigguurraazziioonnee aall ddrriivveerr

  66..11..  IInnttrroodduuzziioonnee



  Come ciò è fatto dipende dal driver.  Alcuni hanno più di un modo per
  scoprire come sono configurati i lori dispositivi fisici.  Ad un
  estremo c'è il caso nel quale si devono codificare permanentemente le
  risorse-bus nel kernel e ricompilarlo.  All'altro estremo, i driver fa
  tutto automaticamente e quindi non si deve fare niente.  Potrebbe pure
  impostare le risorse-bus nell'hardware usando i metodi PnP.

  In mezzo ci sono i casi nei quali si esegue un programma per fornire
  le informazioni sulle risorse al driver oppure si mettono tali
  informazioni in un file.  In alcuni casi i driver potrebbe cercare i
  dispositivo agli indirizzi ai quali sospetta che questo risieda.  Poi
  può provare a verificare diversi IRQ per vedere quale funziona.  Può o
  meno fare queste cose automaticamente.  In altri casi il driver può
  usare i metodi PnP per trovare il dispositivo e scoprire come sono
  state impostate le risorse-bus, ma non le imposterà lui stesso.  Può
  pure guardare in alcuni file nella directory /proc.

  Può essere necessario fornire le risorse-bus come parametro al kernel
  o a un modulo caricabile.  Si veda /usr/lib/modules_help/descr.gz per
  un'elenco dei possibili parametri.  Il modulo da caricare è elencato
  in /etc/modules assieme con i propri parametri.  In alcuni altri casi
  le risorse-bus possono essere date come parametri al kernel.  Sono
  messe nel file lilo.conf come append="...".  Poi dev'essere eseguito
  il programma lilo per salvare nel codice di avvio del kernel.

  Sebbene ci sia una grande disuniformità su come i driver scoprono le
  informazioni sulle risorse-bus, il risultato finale è lo stesso.  Ci
  sono così tanti dispositivi hardware diversi e driver per essi che è
  meglio guardare la documentazione per il proprio driver per capire
  come si informa sulle risorse-bus e cosa si deve fare per assicurasi
  che riceva le informazioni di cui ha bisogno.  Nelle sezioni che
  seguono sono presentate brevi informazioni su alcuni gestori.


  66..22..  IIll ddrriivveerr ddeellllee ppoorrttee sseerriiaallii:: sseettsseerriiaall


  Per configurare il gestore della porta seriale standard (non per le
  schede multiporta) si usa setserial.  Spesso è eseguito da uno dei
  file di inizializzazione.  Nelle versioni più recenti c'è un file
  /etc/serial.conf che si può «editare» semplicemente usando in modo
  normale il comando setserial e quel che si imposta usando setserial è
  salvato nel file di configurazione serial.conf.  Il file serial.conf
  dovrebbe essere consultato quando il comando setserial è eseguito da
  un file di inizializzazione.  La popria distribuzione potrebbe o meno
  aver già impostato questa cosa.

  Ci sono due modi diversi di usare setserial a seconda delle opzioni
  che gli si dà.  Un modo è di usarlo per dire manualmente al driver la
  configurazione.  L'altro è di indigare ad un indirizzo specificato e
  segnalare se là esiste una porta seriale.  Può pure indigare a questo
  indirizzo e provare a rilevare quale IRQ è usato per questa porta.  Il
  driver esegue qualcosa di simile a setserial all'avvio ma rileva gli
  IRQ, assegna semplicemente gli IRQ «predefiniti» che potrebbe pure
  essere sbagliati.  Controlla invece l'esistenza di un aporta.  Si veda
  il Serial-HOWTO per maggiori dettagli.



  66..33..  GGeessttoorrii ddeellllaa sscchheeddaa aauuddiioo

  66..33..11..  OOSSSS--LLiittee

  Si deve fornire IO, IRQ e DMA come parametri al modulo oppure
  compilare il supporto all'interno del kernel fissando i valori.
  Alcune schede PCI saranno rilevate automaticamente (basta usare il
  comando lspci o equivalente).  La RedHat fornisce un programma
  «sndconfig» che rileva le schede PnP ISA e configura automaticamente i
  moduli da caricare con le risorse-bus rilevate.


  66..33..22..  OOSSSS ((OOppeenn SSoouunndd SSyysstteemm)) ee AALLSSAA

  Questi rileveranno la scheda tramite i metodi PnP e poi selezioneranno
  il driver appropriato e lo caricheranno.  Imposteranno anche le
  risorse-bus su una scheda PnP ISA.  Può essere necessario intervenire
  manualmente per evitare conflitti.  Nel driver ALSA, il supporto per
  il PnP ISA è opzionale e se si vuole si possono usare gli isapnptools.


  77..  QQuuaall èè llaa mmiiaa ccoonnffiigguurraazziioonnee ccoorrrreennttee??


  Qui «configurazione» indica l'assegnazione delle risorse-bus PnP
  (indirizzi, IRQ e DMA).  Per ogni dispositivo questa domanda può
  essere vista da due parti.  Da ogni parte dovrebbe avere la stessa
  risposta.

  1. Qual è la configurazione del software di gestione del dispositivo?
     ovvero: Il driver come pensa sia configurato l'hardware?

  2. Quale configurazione (se esiste) è impostata nel dispositivo
     hardware?

  Naturalmente la configurazione del dispositivo hardware e del suo
  driver dovrebbe essere la stessa (e normalmente lo è).  Ma se le cose
  non vanno per il verso giusto, ci possono essere delle differenze.
  Ciò significa che il driver ha informazioni incorrette sulla
  configurazione reale dell'hardware.  E questo può essere un problema.
  Se il software che si usa non spiega adeguatamente cosa c'è che non va
  (oppure non configura tutto automaticamente) allora bisogna
  investigare per capire come sono configurati i dispositivi hardware e
  i relativi driver.  Sebbene i device driver di Linux dovrebbero «dire
  tutto» in alcuni casi non è semplice determinare che cosa è stato
  impostato nell'hardware.

  Un altro problema è che quando si vede un messaggio di configurazione
  sullo schermo, qualche volta non è chiaro se la configurazione
  riportata è quella del driver del dispositivo, del dispositivo stesso
  o di entrambi.  Se al driver del dispositivo è assegnata una
  configurazione e poi questo verifica nell'hardware per vedere se è
  configurato nello stesso modo, allora la configurazione riportata
  dovrebbe essere quella sia dell'hardware che del driver.

  Ma alcuni driver non lo farlo in quanto possono accettare una
  configurazione senza verificarla.  Per esempio, «setserial» accetta
  una configurazione senza verificarla (anche se gli si dice di rilevare
  le risorse-bus).  Quindi «setserial» può solamente dire la
  configurazione del driver e non quella dell'hardware.


  77..11..  MMeessssaaggggii aallll''aavvvviioo

  Alcune informazioni sulla configurazione possono essere ottenute
  leggendo i messaggi del BIOS e di Linux che appaiono sullo schermo
  quando inizialmente si avvia il computer.  Spesso questi messaggi
  scorrono troppo velocemente per poterli leggere, ma dopo che si sono
  fermati si prema alcune volte Shift+PageUp per vedere quelli passati.
  Digitando in qualsiasi momento «dmesg» al prompt della shell verranno
  mostrati solo i messaggi del kernel di Linux e si perderanno alcuni
  dei più importanti (tar cui quelli del BIOS).  I messaggi di Linux
  qualche volta possono mostrare solamente quella che il driver di
  dispositivo pensa sia la configurazione, forse specificategli
  attraverso un file di configurazione sbagliato.

  I messaggi del BIOS mostreranno la configurazione hardware in quel
  momento, ma un SO PnP, isapnp o le utility PCI possono successivamente
  modificarla.  I messaggi del BIOS sono mostrati prima di quelli di
  Linux.  Come alternativa all'uso alla fine di Shift+PageUp per
  leggerli, si provi a congelarli premento il tasto «Pause».  Si prema
  un qualsiasi altro tasto per riprendere.  Ma non appena iniziano ad
  apparire i messaggi di Linux è già troppo tardi per usare «Pause» in
  quanto non congelerà i messaggi di Linux.


  77..22..  CCoommee ssoonnoo ccoonnffiigguurraattii ii mmiieeii ddrriivveerr ddii ddiissppoossiittiivvoo??


  Per determinarlo ci potrebbe essere un programma che si può eseguire
  da riga di comando (come «setserial» per le porte seriali).  La
  directory /proc torna molto utile.  /proc/ioports mostra gli indirizzi
  I/O che usano i driver (o provano ad usare se errati).  Tali indirizzi
  possono non essere impostati nello stesso modo nell'hardware.

  /proc/interrupts mostra solamente gli interrupt correntemente in uso.
  Molti di quelli che sono stati allocati ai driver non sono mostrati in
  quanto non attualmente in uso.  Per esempio, anche se il proprio
  lettore di dischetti ha un dischetto a suo interno ed è pronto
  all'uso, il suo interrupt non sarà mostrato finché non lo si usa.
  Ancora, solo perché qui viene mostrato un interrupt non significa che
  esiste nell'hardware.  Un traccia evidente che non esiste
  nell'hardware si avrà se sarà mostrato che per questo interrupt sono
  avvenute 0 interruzioni.  Anche se mostra che alcuni interrupt hanno
  ricevuto alcune interruzioni, può significare che tale interrupt non
  esiste nel dispositivo mostrato a fianco, ma esiste piuttosto in
  qualche altro dispositivo non in uso, ma che in qualche modo ha
  ricevuto un paio di interruzioni.  Nel kernel 2.2 l'albero /proc è
  stato cambiato.


  77..33..  CCoommee ssoonnoo ccoonnffiigguurraattii ii mmiieeii ddiissppoossiittiivvii hhaarrddwwaarree??


  Con il comando «lspci» è facile vedere quali risorse-bus sono state
  assegnate ad un dispositivo nel bus PCI.  Per i kernel precedenti al
  2.2: si veda /proc/pci o /proc/bus/pci.  Si noti che gli IRQ in
  /proc/pci sono in esadecimale.  Non si perda tempo a tentare di
  decifrare /proc/bus/pci/devices poiché «lspci» lo farà per voi.

  Per il bus ISA si può provare ad eseguire pnpdump --dumpregs ma non è
  una cosa sicura.  I risultati possono sembrare un po' criptici ma
  possono essere decifrati.  Non si confornda l'indirizzo della read-
  port al quale pnpdump «prova» (e trova qualcosa) con l'indirizzo I/O
  del dispositivo trovato.  Non sono la stessa cosa.  Per provare a
  trovare l'hardware su bus ISA che manca (sia questo PnP o legacy) si
  provi il programma «scanport» ma si faccia attenzione perché potrebbe
  bloccare la macchina.

  I messaggi del BIOS all'avvio del sistema dicono com'era allora la
  configurazione.  Se ci si affida al BIOS per la configurazione, allora
  dovrebbe essere ancora la stessa.  I messaggi di Linux possono essere
  generati dai driver che hanno controllato per vedere se l'hardware è
  effettivamente lì (e possibilmente verificato IRQ e DMA).
  Naturalmente, se il dispositivo funziona correttamente, allora
  probabilmente è configurato nello stesso modo del driver.


  88..  AAppppeennddiiccee

  88..11..  IInnddiirriizzzzii


  Esistono tre tipi di indirizzi: indirizzi nella memoria principale,
  indirizzi I/O e indirizzi di configurazione.  Gli indirizzi di
  configurazione nel bus PCI costituiscono uno spazio di indirizzi
  separato proprio come fanno gli indirizzi I/O.  Tranne per il caso
  complicato degli indirizzi di configurazione ISA, dove il fatto che un
  indirizzo nel bus sia o meno un indirizzo di memoria, un indirizzo di
  I/O o un indirizzo di configurazione dipende solo dal potenziale di
  tensione in altre linee (tracce) del bus.


  88..11..11..  IInnddiirriizzzzii ddii ccoonnffiigguurraazziioonnee ddeell bbuuss IISSAA ((RReeaadd--PPoorrtt,, eecccc..))

  Nel bus ISA, tecnicamente non c'è uno spazio di indirizzi di
  configurazione, ma c'è un modo speciale con il quale la CPU accede ai
  registri di configurazione PnP sulle schede PnP.  Per questo scopo
  sono allocati 3 indirizzi di I/O.  Non sono allocati 3 indirizzi per
  ognuna delle schede, ma 3 indirizzi condivisi da tutte le schede.

  Questi 3 indirizzi sono chiamati read-port (porta di lettura), write-
  port (porta di scrittura) e address-port (posta di indirizzo).  Ogni
  porta ha la dimensione di un solo byte.  Ogni scheda PnP ha molti
  indirizzi di configurazione cosicché solamente questi 3 indirizzi non
  sono nemmeno sufficienti per i registri di una sola scheda.  Per
  comunicare con una certa schede, è inviato a tutte le schede nella
  write-port un numero speciale assegnato alla scheda (handle).  Dopo di
  che la sola scheda che rimane in ascolto è quella con quell'handle.
  Allora l'indirizzo del registro di configurazione (di quella scheda) è
  inviato nella address-port (di tutte le schede -- ma solamente una è
  in ascolto). La comunicazione successiva inizia con un registro di
  configurazione su quella scheda leggendolo dalla read-port oppure
  scrivendolo nella write-port.

  La write-port è sempre a A79 e la address-port è sempre a 279 (hex).
  La read-port invece non è fissata ma è impostata da software di
  configurazione ad un qualche indirizzo che si suppone non entri in
  conflitto con nessun'altra scheda ISA.  Se c'è un conflitto, cambierà
  l'indirizzo.  Tutte le schede PnP saranno poi «programmate» con questo
  indirizzo.  Quindi se diciamo si usa isapnp per impostare o verificare
  i dati della configurazione si deve conoscere l'indirizzo di questa
  read-port.


  88..11..22..  IInntteerrvvaallllii ddii iinnddiirriizzzzii


  Talvolta in questo documento il termine «indirizzi» è usato per
  intendere un intervallo contiguo di indirizzi.  Poiché gli indirizzi
  sono dati in byte, un indirizzo singolo contiene solamente un byte,
  mentre l'I/O e la memoria principale ne hanno bisogno di molti di più.
  È quindi spesso usato un intervallo di diciamo 8 byte per gli
  indirizzi I/O mentre l'intervallo di indirizzi in memoria principale
  allocato ad un dispositivo è molto maggiore.  Per una porta seriale
  (un dispositivo di I/O) è sufficiente specificare l'indirizzo di
  partenza dell'indirizzo I/O del dispositivo (ad esempio 3F8) in quanto
  è ben noto che l'intervallo di indirizzi per una porta seriale è di
  soli 8 byte.  L'indirizzo di partenza è noto come «base address»
  (indirizzo base).


  88..11..33..  SSppaazziioo ddii iinnddiirriizzzzii


  In ISA, per accedere sia allo «spazio» di indirizzi I/O che a quello
  di memoria (principale) è usato lo stesso bus indirizzi (address bus)
  (le linee usate nel bus sono condivise). Come fa un dispositivo a
  sapere quando un indirizzo che appare sull'address bus è un indirizzo
  di memoria o un indirizzo I/O?  Beh, ci sono 4 linee dedicate sul bus
  che trasportano questa informazione ed altro.  Se una ben determinata
  di queste 4 linee è «attiva», dice che la CPU vuole leggere da un
  indirizzo I/O e quindi la memoria principale ignora l'indirizzo sul
  bus.  Le altre 3 linee servono per scopi analoghi.  In breve: esistono
  linee di lettura e di scrittura sia per gli indirizzi di memoria
  principale che per quelli di I/O (4 linee in tutto).

  Nel bus PCI c'è la stessa idea di base, che usa sempre 4 linee, ma il
  tutto viene fatto in maniera un po' diversa.  Invece di essere
  «attiva» solo una delle 4 linee, in queste viene posto un numero
  binario (16 diverse possibilità).  Quattro di questi 16 numeri servono
  gli spazi di I/O e di memoria come visto prima.  Inoltre c'è anche uno
  spazio di indirizzi di configurazione che usa altri 2 numeri.  Gli
  altri 10 numeri extra sono lasciati per altri scopi.


  88..11..44..  VVeerriiffiiccaa ddeellll''iinntteerrvvaalllloo ((TTeesstt IISSAA ppeerr ii ccoonnfflliittttii ddii iinnddii­­
  rriizzzzoo II//OO))


  Nel bus ISA, c'è un metodo costruito dentro ogni scheda PnP per
  verificare che non ci siano altre schede che usano gli stessi
  indirizzi.  Se due o più schede usano gli stessi indirizzi I/O,
  probabilmente neanche una scheda funzionerà bene (se non tutte).  Un
  buon software di PnP dovrebbe assegnare le risorse-bus in modo da
  evitare i conflitti, ma anche in questo caso una scheda legacy
  potrebbe nascondersi da qualche parte lo stesso indirizzo.

  Il test inizia con una scheda che mette un numero di controllo nei
  proprio registri I/O.  Successivamente il software PnP lo legge e
  verifica di aver letto lo stesso numero di controllo.  Se non è vero,
  qualcosa è andato storto (ad esempio un'altra scheda con lo stesso
  numero di controllo).  Ripete allora lo stesso test con un altro
  numero di controllo.  Poiché in realtà verifica l'intervallo di
  indirizzi I/O assegnati alla scheda, è detto «range check» (verifica
  di intervallo).  Un nome migliore potrebbe essere verifica dei
  conflitti di indirizzo.  Se c'è un conflitto di indirizzo si ottiene
  un messaggio d'errore e lo si deve risolvere per proprio conto.


  88..11..55..  CCoommuunniiccaarree ddiirreettttaammeennttee aattttrraavveerrssoo llaa mmeemmoorriiaa


  Tradizionalmente, la maggior parte dei dispositivi I/O usano solamente
  la memoria I/O per comunicare con la CPU.  Per esempio, la porta
  seriale lo fa.  Il device driver, in esecuzione nella CPU, vorrebbe
  leggere e scrivere dati sia dallo/nello spazio di indirizzi I/O che
  dalla/nella memoria principale.  Il modo più veloce si avrebbe se il
  dispositivo stesso mettesse i dati direttamente nella memoria
  principale.  Un modo per farlo è usare i ``Canali DMA'' o il «bus
  mastering».  Un altro modo è di allocare al dispositivo un po' di
  spazio in memoria principale.  In questo modo il dispositivo legge e
  scrive direttamente nella memoria principale senza preoccuparsi di DMA
  e bus mastering.  Tale dispositivo può usare anche indirizzi I/O.


  88..22..  IInntteerrrruupptt ---- DDeettttaaggllii


  Gli interrupt trasportano un sacco di informazioni, ma solo
  indirettamente.  Il segnale di interrupt (una tensione in una linea)
  dice semplicemente ad un chip chiamato interrupt controller
  («controllore delle interruzioni») che un certo dispositivo chiede un
  po' di attenzione.  L'interrupt controller allora lo segnala alla CPU.
  La CPU trova il driver per questo dispositivo e esegue una parte di
  esso nota come «interrupt service routine» (routine di servizio
  dell'interrupt) o «interrupt handler».  Questa «routine» prova a
  capire cos'è successo e poi si occupa del problema, come il
  trasferimento di dati da (o nel) dispositivo.  Questo programma
  (routine) può facilmente scoprire cos'è successo in quanto il
  dispositivo ha dei registri ad un indirizzo noto al software di
  gestione (premesso che le informazioni sul numero IRQ e l'indirizzo di
  I/O siano impostate correttamente).  Questi registri contengono
  informazioni sullo stato del dispositivo.  Il software legge il
  contenuto di questi registri e ispezionandone il contenuto, scopre
  cos'è successo e intraprende l'azione appropriata.

  Quindi ogni device driver ha bisogno di sapere su quale numero di
  interrupt (IRQ) restare in ascolto.  Nel bus PCI (e per le porte
  seriali sul bus ISA a partire dal kernel 2.2) è permesso che due (o
  più) dispositivi condividano lo stesso numero IRQ.  Quando avviene
  tale interrupt, la CPU esegue la routine di servizio dell'interruzione
  per tutti questi dispositivi che usano quell'interrupt.  La prima cosa
  che fa la prima delle routine è di controllare per vedere se
  l'interrupt è effettivamente avvenuto per il suo dispositivo.  Se non
  c'erano interrupt (falso allarme) la routine termina e parte la
  successiva routine di servizio, ecc.


  88..33..  IInntteerrrruupptt PPCCII

  Gli interrupt PCI sono diversi, ma poiché solitamente sono mappati su
  IRQ si comportano quasi nello stesso modo.  Una differenza sostanziale
  è che gli interrupt PCI possono essere condivisi.  Per esempio l'IRQ5
  può essere condiviso da due dispositivi PCI.  Questa funzionalità di
  condivisione è automatica: non è necessario hardware o software
  speciale.  Si sono avute notizie di situazioni nelle quali questa
  condivisione non funzionava, ma solitamente era dovuto a difetti nel
  software di gestione del dispositivo.  Si suppone che tutti i device
  driver per i dispositivi PCI forniscano la condivisione degli
  interrupt.  Si noti che non è possibile condividere lo stesso
  interrupt tra il bus ISA e il bus PCI.  Comunque, le condivisioni
  illegali funzioneranno a patto che i dispositivi in conflitto non
  siano in uso nello stesso istante.  «In uso» qui significa che un è in
  esecuzione un programma che «apre» il device nel suo codice C di
  programmazione.

  È necessario conoscere alcuni dettagli del sistema di interrupt PCI
  per poter impostare il CMOS del BIOS o i ponticelli nelle vecchie
  schede PCI.  Ogni scheda PCI ha 4 possibili interrupt: INTA#, INTB#,
  INTC# e INTD#.  Quindi per un sistema a 7 slot ci possono essere 7 x 4
  = 28 diverse linee di interrupt.  Ma le specifiche permettono un
  numero minore di linee di interrupt.  Questo non è troppo restrittivo
  in quanto gli interrupt possono essere condivisi.  Molti bis PCI
  sembrano essere fatti con solo 4 linee di interrupt.  Chiamiamole
  linee (connessioni o tracce) W, X, Y e Z.  Supponiamo di progettare
  l'interrupt B dello slot 3 come interrupt 3B.  Allora la linea W
  potrebbe essere usato per condividere gli interrupt 1A, 2B, 3C, 4D,
  5A, 6B e 7C.  Ciò è fatto connettendo fisicamente la linea W alla
  linee 1A, 2B, ecc. Nello stesso modo la linea X potrebbe essere
  connessa alle linee 1B, 2C, 3D, 4A, 5B, 6C e 7D.  Poi, all'avvio, il
  BIOS mappa le linee X, W, Y e Z su IRQ.  Dopodiché scrive l'IRQ sul
  quale è mappato ogni dispositivo dentro un registro hardware presente
  su ogni dispositivo.   Ora chiunque interroghi il dispositivo può
  trovare quale IRQ usa.

  Le summenzionate linee X, W, Y e Z sono etichettate nelle specifiche
  PCI come INTA#, INTB#, INTC# e INTD#.  Questa notazione PCI ufficiale
  può confondere in quanto ora INTA# ha due possibili significati a
  seconda si stia parlando di uno slot o del bus PCI.  Per esempio, se
  3C è mappato su X allora diciamo che l'INTC# dello slot 3 è connesso a
  INTA# (X) del bus PCI.  Notazione piuttosto confusa.

  Inoltre c'è un altro vincolo.  Uno slot PCI deve usare per primo
  l'interrupt con la lettera più bassa.  Quindi se una slot usa solo un
  interrupt, deve essere INTA#.  Se ne usa due devono essere INTA# e
  INTB#, ecc.  Una scheda in uno slot può avere su fino ad 8
  dispositivi, ma per questi ci sono solo 4 interrupt PCI.  Ciò va bene
  lo stesso in quanto gli interrupt possono essere condivisi in modo
  tale che ognuno degli 8 dispositivi (se esistono) può avere un
  interrupt.  La lettera dell'interrupt PCI di un dispositivo spesso è
  fissa e scritta nell'hardware del dispositivo.

  Il BIOS assegna IRQ (interrupt) in modo da evitare i conflitti con gli
  IRQ che sa sono già assegnati sul bus ISA.  Talvolta nel menu CMOS del
  BIOS è possibile assegnare gli IRQ alle schede PCI (ma non è così
  semplice come spiegato sopra).  Ci sono situazioni nelle quali Windows
  azzera tutti i numeri IRQ delle schede PCI dopo l'impostazione della
  mappatura degli IRQ.  Se poi qualcuno avvia Linux da Windows ottiene
  come risultato che Linux può trovare solo IRQ nulli e quindi
  sbagliati.

  Si potrebbe pensare che poiché il PCI sta usando gli IRQ (il bus ISA)
  potrebbe essere lento, ecc.  Non in realtà.  I chip ISA di controllo
  degli interrupt posseggono linee dirette di interrupt che vanno alla
  CPU in modo da ottenere attenzione immediata.  Mentre i segnali nei
  bus ISA di dati e indirizzi devono passare per il bus PCI per ottenere
  la CPU, i segnali di IRQ ci vanno direttamente.



  88..44..  IIssoollaammeennttoo

  Questa cosa è pertinente solo con il bus ISA.  L'isolamento
  («isolation») è un complesso metodo per assegnare un handle temporaneo
  (numero identificativo o Card Select Number = CSN) ad ogni dispositivo
  PnP presente nel bus ISA.  Sebbene esistano modi molto più efficienti
  (ma più complessi) per fare questa cosa, alcuni dicono che questo è un
  metodo semplice.  È usato solo un indirizzo di scrittura per tutte le
  scritture PnP a tutti i dispositivi PnP, cosicché quello che viene
  scritto in questo indirizzo va a tutti i dispositivi PnP che sono in
  ascolto.  Questo indirizzo di scrittura è usato per inviare
  (assegnare) un handle univoco ad ognuno dei dispositivi PnP.  Questa
  assegnazione richiede che solo un dispositivo sia in attesa quando è
  inviato (scritto) l'handle in questo indirizzo comune.  Tutti i
  dispositivi PnP hanno un numero di serie univoco che usano per il
  processo di isolamento.  Fare l'isolamento è qualcosa di simile ad un
  gioco.  È fatto usando l'equivalente di una sola linea del bus che
  collega tutti i dispositivi PnP e il programma di isolamento.

  Nel primo giro di questo «gioco» tutti i dispositivi PnP sono ascolto
  su questa linea e inviano simultaneamente una sequenza di bit nella
  linea.  I bit permessi sono un «1» (tensione positiva) oppure uno «0
  aperto» di nessuna tensione (circuito aperto e tri-state).  Ogni
  dispositivo PnP inizia semplicemente ad inviare sequenzialmente su
  questa linea il suo numero di serie, bit a bit, iniziando con il bit
  più significativo.  Se un qualsiasi dispositivo, invia un 1, un 1 sarà
  sentito sulla linea da tutti gli altri dispositivi.  Se tutti i
  dispositivi inviano uno «0 aperto» nella linea non si sentirà niente.
  L'obbiettivo è di eliminare (alla fine di questa prima tornata) tutti
  i dispositivi tranne quello con il numero di serie più elevato.
  «Eliminato» significa che cessa restare in ascolto all'indirizzo di
  scrittura al quale restano in ascolto tutti i dispositivi ancora in
  gioco.  Ciò è detto anche «dropping out». (Si noti che tutti i numeri
  di serie sono della stessa lunghezza.)

  Per prima cosa si consideri solo il bit più significativo del numero
  di serie che viene posto per primo sulla linea da tutti i dispositivi
  che non hanno ancora un handle.  Se un qualsiasi dispositivo PnP invia
  uno 0 (0 aperto) ma sente un 1, questo significa che qualche altro
  dispositivo PnP ha un numero di serie più alto, e quindi
  temporaneamente si toglie dal gioco e non ascolta più finché il giro
  non è terminato (ovvero quando viene assegnato un handle al vincitore:
  il dispositivo con il numero di serie più alto).  Ora i dispositivi
  ancora in gioco hanno tutti il medesimo bit più significativo (un 1),
  e quindi, per la partecipazione futura a questo giro, possiamo
  trascurare questa cifra e considerare solo la parte restante del
  numero di serie.  Adesso si torni all'inizio di questo paragrafo e lo
  si ripeta finché per tutti i dispositivi non siano stati esaminati
  completamente i numeri di serie (si veda sotto per il caso di tutti
  0).

  Quindi è chiaro che il numero di serie più alto non verrà eliminato
  dal gioco.  Ma cosa succede se le cifre più significative (anche nel
  caso dei numeri di serie ridotti) sono tutte 0?  In questo caso è
  stato inviato uno «0 aperto» nella linea e tutti i partecipanti
  rimangono in gioco.  Se tutti hanno uno 0 come cifra più significativa
  allora gli 0 sono trascurati come è stato fatto nel paragrafo
  precedente con gli 1.  Il gioco continua inviando la cifra successiva
  del numero di serie.

  Alla fine di questa tornata (dopo che ogni partecipante rimasto ha
  inviato il bit meno significato del numero di serie) rimane solo il
  dispositivo PnP con il numero di serie più elevato.  A questo viene
  assegnato un handle ed esce permanentemente dal gioco.  Poi tutti
  quelli scartati precedentemente rientrano in gioco e inizia un nuovo
  giro con un partecipante in meno.  Alla fine, viene assegnato un
  handle a ciascun dispositivo PnP.  È facile vedere che questo
  algoritmo funziona.

  Una volta assegnati, gli handle sono usati per indirizzare ogni
  dispositivo PnP, sia per potergli inviare una configurazione sia per
  leggere le informazioni di configurazione dal dispositivo stesso.  Si
  noti che questi handle sono usati solo per la configurazione PnP e non
  sono usati per le normali comunicazioni con il dispositivo.  Quando il
  computer viene avviato, tutti gli handle sono stati persi e quindi il
  BIOS PnP solitamente opera il processo di isolamento ogni qualvolta si
  riavvia il proprio PC.

  FINE DEL Plug-and-Play-HOWTO