Sophie

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  The Unix and Internet Fundamentals HOWTO
  Eric S. Raymond
  v1.4, 25 settembre 1999

  Questo documento descrive il funzionamento di base dei computer di
  classe PC, i sistemi operativi di tipo Unix e Internet senza far uso
  di un linguaggio troppo tecnico.  Traduzione a cura di Mirko Nasato,
  mnasato@iol.it.
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  Indice Generale


  1. Introduzione
     1.1 Scopo di questo documento

  2. Novità
     2.1 Risorse correlate
     2.2 Nuove versioni di questo documento
     2.3 Commenti, suggerimenti e correzioni

  3. Anatomia di base del computer
  4. Cosa succede quando si accende un computer?
  5. Che cosa accade con il log in?
  6. Cosa succede quando si eseguono i programmi dalla shell?
  7. Come funzionano i dispositivi di input e gli interrupt?
  8. Come fa il computer a fare diverse cose contemporaneamente?
  9. Come fa il computer a evitare che i processi si intralcino tra loro?
  10. Come fa il computer a immagazzinare le cose in memoria?
     10.1 Numeri
     10.2 Caratteri

  11. Come fa il computer a immagazzinare le cose su disco?
     11.1 Struttura di basso livello del disco e del file system
     11.2 Nomi dei file e delle directory
     11.3 Mount point
     11.4 Come viene cercato un file
     11.5 Proprietari dei file, autorizzazioni e sicurezza
     11.6 Come le cose possono andare male

  12. Come funzionano i linguaggi per computer?
     12.1 Linguaggi compilati
     12.2 Linguaggi interpretati
     12.3 Linguaggi a codice P

  13. Come funziona Internet?
     13.1 Nomi e locazioni
     13.2 Pacchetti e router
     13.3 TCP e IP
     13.4 HTTP, un protocollo applicativo


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  11..  IInnttrroodduuzziioonnee



  11..11..  SSccooppoo ddii qquueessttoo ddooccuummeennttoo

  Questo documento vuole essere un aiuto per gli utenti di Linux e di
  Internet che stanno imparando dalla pratica. Anche se il ``learning by
  doing'' è un ottimo metodo per acquisire competenze specifiche, a
  volte lascia determinate lacune nella conoscenza delle basi che
  possono rendere difficile il pensiero creativo o la risoluzione
  efficace dei problemi, a causa della mancanza di un chiaro modello
  mentale relativo a cosa sta succedendo nella realtà.

  Cercherò di descrivere con un linguaggio chiaro e semplice come
  funziona il tutto. La presentazione sarà calibrata per persone che
  usano Unix o Linux su hardware di classe PC. Di solito farò comunque
  riferimento semplicemente a `Unix', dato che la maggior parte delle
  descrizioni vale anche per altre piattaforme e varianti Unix.

  Assumerò che stiate usando un PC Intel. I dettagli differiscono
  leggermente se lavorate su un Alpha o un PowerPC o qualche altro
  computer Unix, ma i concetti di base sono gli stessi.

  Non ripeterò le cose, quindi dovrete stare attenti, ma ciò significa
  anche che imparerete da ogni parola che leggete. È una buona idea
  limitarsi a dare una scorsa la prima volta che leggete; dovreste poi
  tornare indietro e rileggere alcune volte finché avrete digerito
  quello che avete imparato.

  Questo è un documento in evoluzione. Intendo continuare ad aggiungere
  sezioni in risposta agli stimoli dei lettori, pertanto periodicamente
  dovreste tornare a rivederlo.


  22..  NNoovviittàà

  Novità nella versione 1.2: Sezione `Come fa il computer a
  immagazzinare le cose in memoria?'.  Novità nella versione 1.3:
  Sezione `Che cosa accade con il log in?' e `Proprietari dei file,
  autorizzazioni e sicurezza'.


  22..11..  RRiissoorrssee ccoorrrreellaattee

  Se state leggendo questo documento al fine di imparare come diventare
  un hacker, dovreste anche leggere la How To Become A Hacker FAQ
  <http://www.tuxedo.org/~esr/faqs/hacker-howto.html>.  Contiene dei
  link ad altre risorse utili.


  22..22..  NNuuoovvee vveerrssiioonnii ddii qquueessttoo ddooccuummeennttoo

  Nuove versioni dello Unix and Internet Fundamentals HOWTO verranno
  periodicamente postate su comp.os.linux.help, comp.os.linux.announce e
  news.answers <news:answers>.  Saranno anche depositate su vari siti
  WWW e FTP dedicati a Linux, inclusa la LDP home page.

  Potete vedere l'ultima versione sul World Wide Web all'URL
  <http://metalab.unc.edu/LDP/HOWTO/Fundamentals-HOWTO.html>.


  22..33..  CCoommmmeennttii,, ssuuggggeerriimmeennttii ee ccoorrrreezziioonnii

  Se avete domande o commenti su questo documento sentitevi liberi di
  contattare Eric S. Raymond all'indirizzo esr@thyrsus.com.  Qualsiasi
  suggerimento o critica sarà il benvenuto. Apprezzo particolarmente
  link a spiegazioni più dettagliate dei singoli concetti. Se trovate un
  errore per favore fatemelo sapere, in modo che lo possa correggere
  nella prossima versione. Grazie.


  33..  AAnnaattoommiiaa ddii bbaassee ddeell ccoommppuutteerr

  Dentro al vostro computer c'è un chip processore che compie
  l'elaborazione vera e propria. C'è una memoria interna (quella che la
  gente DOS/Windows chiama ``RAM'' e la gente Unix spesso chiama
  ``core''). Il processore e la memoria risiedono sulla _s_c_h_e_d_a _m_a_d_r_e,
  che è il cuore del vostro computer.

  Il vostro computer ha uno schermo e una tastiera. Ha dischi fissi e
  dischi floppy. Lo schermo e i dischi hanno _s_c_h_e_d_e _c_o_n_t_r_o_l_l_e_r che si
  attaccano sulla scheda madre e aiutano il computer a gestire questi
  dispositivi.  (La tastiera è troppo semplice per aver bisogno di una
  scheda separata; il controller è costruito all'interno della tastiera
  stessa.)

  Scenderemo più avanti in alcuni dei dettagli relativi al funzionamento
  di questi dispositivi. Per ora, ecco alcune cose di base da tenere a
  mente su come funzionano assieme:

  Tutte le parti interne del vostro computer sono collegate da un _b_u_s.
  Fisicamente, il bus è quello dove si attaccano le schede controller
  (la scheda video, il controller del disco, una scheda audio se ce
  l'avete). Il bus è l'autostrada dei dati tra il processore, lo
  schermo, il disco e tutto il resto.

  Il processore, che fa funzionare tutto il resto, in realtà non è in
  grado di vedere direttamente nessuno degli altri pezzi: deve
  comunicare con loro attraverso il bus. L'unico sottosistema al quale
  ha accesso veramente rapido, immediato, è la memoria (core). Perché i
  programmi siano eseguiti, dunque, devono essere _i_n _m_e_m_o_r_i_a.

  Quando il vostro computer legge un programma o dei dati dal disco in
  effetti succede che il processore usa il bus per spedire una richiesta
  di lettura disco al controller del disco. Dopo un po' di tempo il
  controller del disco usa il bus per segnalare al computer che ha letto
  i dati e li ha messi in una certa locazione di memoria. Il processore
  può allora usare il bus per guardare in quella memoria.

  Anche la tastiera e lo schermo comunicano con il processore attraverso
  il bus, ma in modi più semplici. Ne discuteremo più avanti. Per ora,
  ne sapete abbastanza per capire cosa succede quando accendete il
  vostro computer.


  44..  CCoossaa ssuucccceeddee qquuaannddoo ssii aacccceennddee uunn ccoommppuutteerr??

  Un computer senza un programma in esecuzione è soltanto un ammasso
  inerte di componenti elettronici. La prima cosa che un computer deve
  fare quando viene acceso è far partire un programma speciale chiamato
  _s_i_s_t_e_m_a _o_p_e_r_a_t_i_v_o. Il compito del sistema operativo è aiutare gli
  altri programmi del computer a funzionare, gestendo gli intricati
  dettagli relativi al controllo dell'hardware del computer.

  Il processo di avvio del sistema operativo si chiama _b_o_o_t (in origine
  era _b_o_o_t_s_t_r_a_p e alludeva alla difficoltà di tirarsi su da solo, ``by
  your bootstraps'').  Il vostro computer sa come avviarsi perché le
  istruzioni per il boot sono incorporate in uno dei suoi chip, il BIOS
  (Basic Input/Output System).

  Il chip BIOS gli dice di cercare uno speciale programma chiamato _b_o_o_t
  _l_o_a_d_e_r (quello di Linux si chiama LILO) che si trova in un posto
  predefinito del disco fisso con numero più basso (il _d_i_s_c_o _d_i _a_v_v_i_o).
  Il compito del boot loader è far partire il sistema operativo vero e
  proprio.

  Per compiere quest'ultima operazione il loader cerca un _k_e_r_n_e_l, lo
  carica in memoria e lo fa partire. Quando avviate Linux e vedete
  ``LILO'' sullo schermo, seguito da una riga di puntini, vuol dire che
  sta caricando il kernel. (Ogni puntino significa che ha caricato un
  altro _b_l_o_c_c_o _d_e_l _d_i_s_c_o di codice kernel).


  (Vi potreste chiedere come mai il BIOS non carica il kernel
  direttamente: perché questo processo a due stadi con il boot loader?
  Beh, il BIOS non è molto intelligente. In effetti è proprio stupido, e
  Linux non lo usa più dopo la fase di avvio. Fu scritto in origine per
  i PC primitivi a 8 bit con dischi poco capienti e proprio non riesce
  ad accedere a una parte abbastanza grande del disco per caricare
  direttamente il kernel. La fase del boot loader consente anche di far
  partire diversi sistemi operativi da posti diversi del vostro disco,
  nella improbabile circostanza che Unix non vi soddisfi a sufficienza.)

  Dopo essere partito, il kernel si guarda in giro, trova il resto
  dell'hardware e si prepara a far girare i programmi. Fa tutto questo
  guardando non nelle ordinarie locazioni di memoria ma piuttosto alle
  _p_o_r_t_e _I_/_O, speciali indirizzi bus che probabilmente hanno schede
  controller di dispositivi che sono in ascolto in attesa di comandi. Il
  kernel non cerca a caso; ha molta conoscenza innata su cosa è
  probabile trovare dove, e su come i controller rispondono se sono
  presenti. Questo processo si chiama _a_u_t_o_r_i_l_e_v_a_m_e_n_t_o.

  La maggior parte dei messaggi che vedete durante la fase di avvio sono
  del kernel che fa l'autorilevamento del vostro hardware attraverso le
  porte I/O, riconosce cosa ha a sua disposizione e si adatta al vostro
  computer. Il kernel di Linux è estremamente bravo in questo, meglio
  della maggior parte degli altri Unix e _m_o_l_t_o meglio del DOS o di
  Windows. Infatti, molti linuxiani della prima ora pensano che
  l'intelligenza del rilevamento all'avvio di Linux (che lo rende
  relativamente facile da installare) sia stata una delle principali
  ragioni che lo hanno fatto sfondare dal mucchio di esperimenti di Unix
  liberi, attraendo una massa critica di utenti.

  Ma avere il kernel del tutto caricato e funzionante non è la fine del
  processo di boot; ne è solo il primo stadio (a volte chiamato _r_u_n
  _l_e_v_e_l _1, livello di esecuzione 1). A questo punto il kernel passa il
  controllo a un processo speciale chiamato `init' che esegue diverse
  attività comuni.

  Il primo compito del processo init è assicurarsi che i vostri dischi
  siano a posto. I file system dei dischi sono fragili: se vengono
  danneggiati da un malfunzionamento hardware o da un'improvvisa
  mancanza di elettricità, ci sono buoni motivi per compiere alcune
  operazioni di riaggiustamento prima che il vostro Unix sia tutto a
  posto. Parleremo più approfonditamente di questo più avanti, a
  proposito di ``come i file system si possono danneggiare''.

  Il passo successivo del kernel è far partire diversi _d_e_m_o_n_i. Un demone
  (o daemon) è un programma quale uno spooler di stampa, un programma
  che attende di ricevere posta in arrivo oppure un server WWW che
  rimane latente in sottofondo, aspettando qualcosa da fare. Questi
  programmi speciali devono spesso coordinare diverse richieste che
  rischiano di entrare in conflitto.  Sono demoni perché spesso è più
  facile scrivere un programma che gira costantemente e viene a
  conoscenza di tutte le richieste piuttosto che cercare di assicurarsi
  che un gruppo di copie (che girano tutte contemporaneamente, con
  ciascuna che processa una richiesta) non si ostacolino a vicenda.  La
  particolare serie di demoni che il vostro sistema fa partire può
  variare, ma quasi certamente include uno spooler di stampa (un demone
  che fa da `portinaio' per la vostra stampante).

  Una volta che tutti i demoni sono avviati ci troviamo al _r_u_n _l_e_v_e_l _2.
  Il prossimo passo è prepararsi per gli utenti. Init avvia una copia di
  un programma chiamato getty per controllare la vostra console (e forse
  altre copie per controllare le porte seriali dial-in). Questo
  programma è quello che emette il prompt login alla vostra console.
  Siamo ora al _r_u_n _l_e_v_e_l _3, pronti per fare il log in e lanciare i
  programmi.

  55..  CChhee ccoossaa aaccccaaddee ccoonn iill lloogg iinn??

  Quando fate il log in (date un nome e la password) vi identificate a
  getty e al computer. Parte allora un altro programma chiamato
  (ovviamente) login, che controlla se siete autorizzati a usare quella
  macchina. Se non lo siete, il tentativo di log in viene rifiutato. Se
  lo siete, login compie qualche operazione di servizio e poi fa partire
  un interprete di comandi, la _s_h_e_l_l. (Sì, getty e login potrebbero
  essere un solo programma. Sono separati per motivi storici che qui non
  vale la pena approfondire.)

  Ecco più in dettaglio che cosa accade prima che compaia la shell; sarà
  necessario comprenderlo più avanti quando parleremo di autorizzazioni
  dei file. Si viene identificati con un nome di login e password.
  Questo nome di login viene cercato in un file chiamato /etc/password,
  costituito da una sequenza di righe ciascuna delle quali descrive un
  account utente.

  Uno di questi campi è una versione cifrata della password
  dell'account. Quello che inserite come password viene cifrato
  esattamente allo stesso modo e il programma login controlla se
  corrispondono. La sicurezza di questo metodo dipende dal fatto che,
  mentre è facile passare da una password in chiaro a una cifrata,
  l'inverso è molto difficile. Per cui, se qualcuno riesce a vedere la
  versione cifrata della vostra password non può comunque usare il
  vostro account. (Significa anche che se dimenticate la vostra
  password, non c'è modo di recuperarla, ma solamente di cambiarla in
  un'altra di vostra scelta.)

  Una volta effettuato il log in con successo, otterrete tutti i
  privilegi associati al singolo account che state utilizzando. Potreste
  anche essere riconosciuti come appartenenti a un _g_r_o_u_p. Un gruppo è un
  insieme di utenti impostato dall'amministratore e a cui è associato un
  nome. I gruppi possono avere privilegi indipendentemente dai privilegi
  dei loro membri. Un utente può appartenere a più gruppi. (Per maggiori
  dettagli sul funzionamento dei privilegi in Unix si veda la sezione su
  ``''.)

  (Si noti che, sebbene si fa normalmente riferimento agli utenti e ai
  gruppi per nome, essi sono in realtà memorizzati internamente come ID
  numerici. Il file password associa il vostro nome di account a un ID
  utente; il file /etc/group associa i nomi di gruppo agli ID numerici
  dei gruppi. I comandi che hanno a che fare con account e gruppi
  effettuano automaticamente la conversione.)

  La vostra registrazione di account contiene anche la vostra _h_o_m_e
  _d_i_r_e_c_t_o_r_y, il posto nel file system Unix che contiene i vostri file
  personali. Infine, la registrazione dell'account imposta anche la
  _s_h_e_l_l, l'interprete di comandi che login avvierà per accettare i
  vostri comandi.


  66..  CCoossaa ssuucccceeddee qquuaannddoo ssii eesseegguuoonnoo ii pprrooggrraammmmii ddaallllaa sshheellll??

  La shell normale vi presenta il prompt '$' che vedete dopo il login (a
  meno che non lo abbiate personalizzato). Non parleremo della sintassi
  della shell e delle cose semplici che potete vedere da soli sullo
  schermo; daremo piuttosto uno sguardo dietro le quinte a quello che
  succede dal punto di vista del computer.

  Dopo la fase di avvio, e prima che sia eseguito un programma, potete
  pensare al vostro computer come a un contenitore di un repertorio di
  processi che stanno tutti aspettando qualcosa da fare. Stanno tutti
  aspettando degli _e_v_e_n_t_i. Un evento può essere voi che premete un tasto
  o muovete il mouse. Oppure, se il vostro computer è collegato a una
  rete, un evento può essere un pacchetto di dati che arriva lungo
  quella rete.

  Il kernel è uno di questi processi. È uno speciale, perché controlla
  quando gli altri _p_r_o_c_e_s_s_i _u_t_e_n_t_e possono girare ed è normalmente
  l'unico processo con accesso diretto all'hardware del computer.
  Infatti, i processi utente devono fare richiesta al kernel quando
  vogliono ottenere un input dalla tastiera, scrivere sullo schermo,
  leggere o scrivere su disco o fare qualsiasi altra cosa che non sia
  macinare bit in memoria. Queste richieste sono note come _c_h_i_a_m_a_t_e _d_i
  _s_i_s_t_e_m_a.

  Normalmente tutto l'I/O passa attraverso il kernel, così quest'ultimo
  può organizzare le operazioni e impedire che i processi si ostacolino
  a vicenda. Alcuni processi utente speciali hanno il permesso di
  aggirare il kernel, di solito per ottenere accesso diretto alle porte
  I/O. I server X (i programmi che gestiscono le richieste degli altri
  programmi di generare grafica sullo schermo, sulla maggior parte dei
  computer Unix) sono gli esempi più comuni al riguardo. Ma non siamo
  ancora arrivati a un server X; state guardando il prompt della shell
  su una console a caratteri.

  La shell è solo un processo utente, e neppure uno tanto speciale.
  Attende che voi digitiate qualcosa, ascoltando (attraverso il kernel)
  sulle porte I/O della tastiera. Come il kernel vede che avete digitato
  qualcosa lo visualizza sullo schermo e poi lo passa alla shell. Quando
  il kernel vede un `Invio' passa la vostra linea di testo alla shell.
  La shell tenta di interpretare questo testo come se si trattasse di
  comandi.

  Diciamo che digitate `ls' e Invio per invocare il programma Unix che
  elenca le directory. La shell applica le sue regole incorporate per
  indovinare che volete lanciare il comando eseguibile nel file
  `/bin/ls'. Fa una chiamata di sistema chiedendo al kernel di far
  partire /bin/ls come un nuovo processo _f_i_g_l_i_o e di dargli accesso allo
  schermo e alla tastiera attraverso il kernel. Poi la shell va a
  dormire, aspettando che ls finisca.

  Quando /bin/ls ha finito dice al kernel che ha terminato emettendo una
  chiamata di sistema _e_x_i_t. Il kernel allora sveglia la shell e le dice
  che può riprendere a girare. La shell emette un altro prompt e attende
  un'altra linea di input.

  Tuttavia (supponiamo che stiate elencando una directory molto lunga)
  potrebbero succedere altre cose mentre `ls' è in esecuzione.  Potreste
  passare su un'altra console virtuale, fare il log in di là e iniziare
  una partita a Quake, per esempio. Oppure immaginate di essere
  collegati a Internet. Il vostro computer potrebbe spedire o ricevere
  posta mentre /bin/ls è in esecuzione.


  77..  CCoommee ffuunnzziioonnaannoo ii ddiissppoossiittiivvii ddii iinnppuutt ee ggllii iinntteerrrruupptt??

  La tastiera è un dispositivo di input molto semplice: semplice perché
  genera piccole quantità di dati molto lentamente (per gli standard di
  un computer). Quando premete o rilasciate un tasto, il valore di
  questo evento viene segnalato attraverso il cavo della tastiera per
  far scattare un _i_n_t_e_r_r_u_p_t _h_a_r_d_w_a_r_e.

  È compito del sistema operativo stare attento a questi interrupt. Per
  ogni possibile tipo di interrupt c'è un _g_e_s_t_o_r_e _d_e_l_l_'_i_n_t_e_r_r_u_p_t, una
  parte del sistema operativo che immagazzina i dati a esso associati
  (come il valore del vostro premere/rilasciare il tasto) finché può
  essere processato.

  Quello che effettivamente fa il gestore dell'interrupt della vostra
  tastiera è mettere il valore del tasto in un'area di sistema vicino al
  fondo della memoria. Là rimane a disposizione per ispezione quando il
  sistema operativo passa il controllo al programma che ritiene stia
  attualmente leggendo dalla tastiera.

  Dispositivi di input più complessi come i dischi o le schede di rete
  funzionano in modo simile. Sopra abbiamo fatto il caso di un
  controller del disco che usa il bus per segnalare che una richiesta
  disco è stata ultimata. In realtà succede che il disco fa scattare un
  interrupt. Il gestore dell'interrupt del disco copia poi in memoria i
  dati ottenuti, a uso successivo da parte del programma che aveva fatto
  la richiesta.

  A ogni tipo di interrupt è associato un _l_i_v_e_l_l_o _d_i _p_r_i_o_r_i_t_à. Gli
  interrupt con priorità più bassa (come gli eventi della tastiera)
  devono dare la precedenza agli interrupt con priorità più alta (come i
  tick dell'orologio o gli eventi del disco). Unix è progettato per dare
  alta priorità al tipo di eventi che hanno bisogno di essere processati
  rapidamente, in modo da mantenere fluida la risposta del computer.

  Tra i messaggi d'avvio del vostro SO potete vedere dei riferimenti a
  numeri di _I_R_Q. Forse sapete, senza capirne esattamente il perché, che
  uno dei modi più comuni di configurare male l'hardware è avere due
  dispositivi diversi che cercano di usare lo stesso IRQ.

  Ecco la spiegazione. IRQ è l'abbreviazione di ``Interrupt Request''
  (richiesta di interrupt). Il sistema operativo ha bisogno di sapere al
  momento dell'avvio quali interrupt numerati verranno usati da ciascun
  dispositivo hardware, in modo da poter associare a ciascuno il gestore
  appropriato. Se due dispositivi diversi cercano di usare lo stesso IRQ
  a volte gli interrupt verranno notificati al gestore sbagliato. Questo
  di solito provocherà quantomeno il blocco del dispositivo, ma può a
  volte confondere il SO a tal punto da farlo diventare instabile oppure
  mandarlo in crash.


  88..  CCoommee ffaa iill ccoommppuutteerr aa ffaarree ddiivveerrssee ccoossee ccoonntteemmppoorraanneeaammeennttee??

  Non lo fa, in realtà. I computer possono svolgere soltanto un task (o
  _p_r_o_c_e_s_s_o) alla volta. Ma un computer può cambiare task molto
  rapidamente e indurre i lenti esseri umani a pensare che sta facendo
  diverse cose contemporaneamente. Questo viene chiamato _t_i_m_e_s_h_a_r_i_n_g
  (condivisione di tempo).

  Uno dei compiti del kernel è gestire il timesharing. Ha una parte
  chiamata _s_c_h_e_d_u_l_e_r (pianificatore) che contiene informazioni relative
  a tutti gli altri processi (a parte il kernel) del vostro repertorio.
  Ogni sessantesimo di secondo nel kernel fa scattare un timer e viene
  generato un clock di interrupt. Lo scheduler ferma qualunque processo
  sia attualmente in esecuzione, lo sospende sul posto e passa il
  controllo a un altro processo.

  Un sessantesimo di secondo può non sembrare una grande quantità di
  tempo. Ma per i microprocessori odierni è sufficiente per eseguire
  decine di migliaia di istruzioni macchina, che si possono tradurre in
  una gran mole di lavoro. Quindi anche se ci sono molti processi
  ciascuno di essi può fare molte cose nella porzione di tempo a sua
  disposizione.

  In pratica non sempre un programma ottiene la sua intera porzione di
  tempo. Se scatta un interrupt da un dispositivo I/O il kernel ferma
  effettivamente il task corrente, esegue il gestore dell'interrupt e
  poi ritorna al task corrente. Una tempesta di interrupt ad alta
  priorità può scombinare il normale funzionamento dei processi; questo
  fenomeno viene chiamato _t_h_r_a_s_h_i_n_g e per fortuna è molto difficile da
  indurre negli Unix moderni.

  Infatti la velocità dei programmi solo molto di rado è limitata dalla
  quantità di tempo macchina a loro disposizione (ci sono alcune
  eccezioni a questa regola, quali il suono o la generazione di grafica
  3D). Molto più spesso dei ritardi si generano quando il programma deve
  attendere dei dati da un disco o da una connessione di rete.

  Un sistema operativo che può di norma gestire più processi
  simultaneamente è detto ``multitasking''. La famiglia di sistemi
  operativi Unix è stata progettata fin dall'inizio per il multitasking
  e lo fa molto bene, in modo molto più efficace rispetto a Windows o al
  Mac OS ai quali il multitasking è stato appiccicato a posteriori in
  seguito a un ripensamento e lo fanno in modo piuttosto povero. Il
  multitasking efficiente e affidabile costituisce buona parte di ciò
  che rende Linux superiore per le applicazioni di rete, le
  comunicazioni e i servizi Web.


  99..  CCoommee ffaa iill ccoommppuutteerr aa eevviittaarree cchhee ii pprroocceessssii ssii iinnttrraallcciinnoo ttrraa
  lloorroo??

  Lo scheduler del kernel si prende cura di dividere il tempo tra i
  processi. Il vostro sistema operativo deve dividere tra i processi
  anche lo spazio, per evitare che non sconfinino oltre la porzione di
  memoria loro assegnata. Le operazioni compiute dal sistema operativo
  per risolvere questo problema si chiamano _g_e_s_t_i_o_n_e _d_e_l_l_a _m_e_m_o_r_i_a.

  Ogni processo del vostro repertorio ha la propria area di memoria
  core, come luogo dal quale eseguire il proprio codice e dove
  immagazzinare le variabili e i risultati. Potete pensare a questo
  insieme come formato da un _s_e_g_m_e_n_t_o _c_o_d_i_c_e, di sola lettura (che
  contiene le istruzioni del processo), e da un _s_e_g_m_e_n_t_o _d_a_t_i (che
  contiene tutte le variabili immagazzinate dal processo). Il segmento
  dati è sempre unico per ogni processo, mentre nel caso due processi
  usino lo stesso codice Unix automaticamente fa in modo che condividano
  un unico segmento codice, come misura di efficienza.

  L'efficienza è importante, perché la memoria core è costosa. A volte
  non ne avete abbastanza per contenere per intero tutti i programmi che
  il computer sta eseguendo, specialmente se usate un grosso programma
  quale un server X. Per ovviare a questo problema Unix usa una
  strategia chiamata _m_e_m_o_r_i_a _v_i_r_t_u_a_l_e. Non cerca di tenere in core tutti
  i dati e il codice di un processo. Tiene piuttosto caricato solo un
  _w_o_r_k_i_n_g _s_e_t relativamente piccolo; il resto dello stato del processo
  viene lasciato in uno speciale _s_p_a_z_i_o _s_w_a_p sul vostro disco fisso.

  Come i processi sono in esecuzione Unix tenta di anticipare i
  cambiamenti del working set per avere in memoria solo le parti che
  servono davvero. Riuscirci in modo efficace è ingegnoso e complesso,
  pertanto non cercherò di descriverlo tutto qui, ma si basa sul fatto
  che il codice e i riferimenti ai dati tendono a comparire a gruppi, ed
  è probabile che un nuovo gruppo si colleghi a luoghi vicini a quelli
  di uno precedente. Quindi se Unix tiene caricati i dati e il codice
  usati più di frequente (o di recente) di solito riuscirà a risparmiare
  del tempo.

  Notate che in passato quel ``A volte'' di due paragrafi fa era un
  ``Quasi sempre'', perché la dimensione della memoria era tipicamente
  ridotta rispetto alla dimensione dei programmi in esecuzione, quindi
  il ricorso allo swap era frequente. Oggi la memoria è molto meno
  costosa e persino i computer di fascia bassa ne hanno parecchia. Sui
  moderni computer monoutente con 64MB di memoria e oltre è possibile
  eseguire X e un insieme tipico di programmi senza neppure ricorrere
  allo swap.

  Anche in questa felice situazione la parte del sistema operativo
  chiamata _g_e_s_t_o_r_e _d_e_l_l_a _m_e_m_o_r_i_a mantiene un importante ruolo da
  svolgere. Deve garantire che i programmi possano modificare soltanto
  il proprio segmento dati; deve cioè impedire che del codice difettoso
  o malizioso in un programma rovini i dati di altri programmi. A questo
  scopo tiene una tabella dei segmenti dati e codice. La tabella è
  aggiornata non appena un processo richiede più memoria oppure libera
  memoria (quest'ultimo caso si verifica di solito all'uscita dal
  programma).

  Questa tabella è usata per passare comandi a una parte specializzata
  dell'hardware sottostante chiamata _M_M_U o _u_n_i_t_à _d_i _g_e_s_t_i_o_n_e _d_e_l_l_a
  _m_e_m_o_r_i_a. I processori moderni hanno MMU incorporate. La MMU ha la
  peculiare capacità di porre dei delimitatori attorno alle aree di
  memoria, in modo che un riferimento che sconfina venga rifiutato e
  faccia scattare uno speciale interrupt.

  Se avete mai visto un messaggio del tipo ``Segmentation fault'',
  ``core dumped'' o qualcosa del genere, questo è esattamente quello che
  è successo: un tentativo da parte del programma in esecuzione di
  accedere alla memoria al di fuori dal proprio segmento ha fatto
  scattare un interrupt fatale. Questo rivela un bug nel codice del
  programma; il _c_o_r_e _d_u_m_p (scarico della memoria) che lascia dietro di
  sé costituisce una informazione diagnostica volta ad aiutare il
  programmatore nell'individuazione del problema.

  C'è un altro aspetto che protegge i processi l'uno dall'altro, oltre
  alla limitazione della memoria a cui possono accedere. Si vuole anche
  poter controllare il loro accesso ai file in modo che un programma
  difettoso o malizioso non possa rovinare parti critiche del sistema. È
  per questo motivo che Unix possiede le ``autorizzazioni sui file'' che
  vedremo in dettaglio più avanti.


  1100..  CCoommee ffaa iill ccoommppuutteerr aa iimmmmaaggaazzzziinnaarree llee ccoossee iinn mmeemmoorriiaa??

  Probabilmente saprete che ogni cosa in un computer viene memorizzata
  come stringa di bit (binary digit; possiamo immaginarli come molti
  piccoli interruttori). Ora vedremo come questi bit vengano impiegati
  per rappresentare le lettere e i numeri che il computer manipola.

  Prima di poter affrontare questo argomento, è necessario comprendere
  la _d_i_m_e_n_s_i_o_n_e _d_i _p_a_r_o_l_a del computer. Si tratta della dimensione
  preferita dal computer per spostare unità di informazioni;
  tecnicamente è l'ampiezza dei _r_e_g_i_s_t_r_i dei processore, ovvero le aree
  che il processore utilizza per compiere calcoli logici e aritmetici.
  Quando leggiamo che i computer hanno dimensione in bit (per esempio
  ``32-bit'' o ``64-bit'') ecco che cosa si intende.

  La maggior parte dei computer (compresi i PC 386, 486, Pentium e
  Pentium II) ha una dimensione di parola di 32 bit. Le vecchie macchine
  286 lavoravano a 16. Mainframe vecchio stile spesso hanno parole di 36
  bit. Pochi processori (come Alpha di quella che prima era la DEC e ora
  è Compaq) hanno parole di 64 bit. La parola di 64 bit diverrà più
  comune nei prossimi cinque anni; Intel sta progettando di sostiuire il
  Pentium II con un chip a 64 bit chiamato `Merced'.

  Il computer vede la memoria core come sequenza di parole numerate da
  zero in avanti, fino a valori molto grandi a seconda della dimensione
  della memoria. Tale valore è limitato dalla dimensione della parola,
  motivo per cui le vecchie macchine come i 286 dovevano svolgere
  complicati contorsionismi per indirizzare grandi quantità di memoria.
  Non li descriverò qui; procurano ancora degli incubi ai vecchi
  programmatori.



  1100..11..  NNuummeerrii

  I numeri sono rappresentati come parole o coppie di parole, a seconda
  della dimensione di parola del processore. Su macchine a 32 bit, la
  parola è la dimensione più comune.

  L'aritmetica degli interi è simile ma non è esattamente identica alla
  matematica in base due. Il bit di ordine più basso è 1, il successivo
  2, poi 4 e così via in notazione binaria. Ma i numeri dotati di segno
  sono rappresentati in notazione _c_o_m_p_l_e_m_e_n_t_o _a _d_u_e.  Il bit di ordine
  più alto è un _b_i_t _d_i _s_e_g_n_o che rende negativa la quantità
  rappresentata, mentre ogni numero negativo può essere ottenuto dal
  valore positivo corrispondente invertendo tutti i bit. È per questo
  motivo che gli interi su una macchina a 32 bit devono essere compresi
  nell'intervallo tra -2^31 + 1 e 2^31 - 1 (dove ^ è l'operatore di
  elevamento a potenza, 2^3 = 8). Il 32-esimo bit è usato per il segno.

  Alcuni linguaggi di programmazione danno accesso a una _a_r_i_t_m_e_t_i_c_a
  _s_e_n_z_a _s_e_g_n_o ovvero una artimetica in base 2 con solo i numeri positivi
  e lo zero.

  La maggior parte dei processori e alcuni linguaggi possono manipolare
  numeri in _v_i_r_g_o_l_a _m_o_b_i_l_e (funzionalità incorporata nel chip di tutti i
  processori recenti). I numeri in virgola mobile forniscono un
  intervallo più ampio degli interi e consentono di esprimere le
  frazioni. I modi in cui questo avviene sono diversi e un po' troppo
  complicati per essere affrontati in dettaglio in questa sede.
  Tuttavia, l'idea generale è molto simile alla cosiddetta `notazione
  scientifica', dove si può scrivere (per esempio) 1.234 * 10^23; la
  codifica del numero viene divisa in una _m_a_n_t_i_s_s_a (1.234) e in un
  _e_s_p_o_n_e_n_t_e (23) che indica le potenze di dieci.


  1100..22..  CCaarraatttteerrii

  I caratteri sono normalmente rappresentati come stringhe di sette bit,
  in una codifica chiamata ASCII (American Standard Code for Information
  Interchange). Sulle macchine moderne, ciascuno dei 128 caratteri ASCII
  è dato dai sette bit più bassi di un _o_t_t_e_t_t_o a 8 bit; gli ottetti sono
  riuniti in parole di memoria in modo che (per esempio) una stringa di
  sei caratteri occupi solamente due parole di memoria. Per vedere una
  mappa dei caratteri ASCII, scrivere `man 7 ascii' al prompt di Unix.

  Il paragrafo precedente, però, non è completamente corretto, per due
  ragioni. Quella minore è che il termine `ottetto' è formalmente
  corretto ma raramente utilizzato; la maggior parte delle persone si
  riferisce a un ottetto come a un _b_y_t_e e ritiene che i byte siano
  lunghi otto bit. Per essere corretti, il termine `byte' è più
  generale; per esempio, ci sono state macchine a 36 bit con byte di 9
  bit (anche se probabilmente non capiterà più in futuro).

  La ragione principale è, invece, che non tutto il mondo usa i codici
  ASCII. Infatti, molti paesi non possono usarli: mentre i codici ASCII
  funzionano bene per l'inglese americano, non contengono molte
  accentate e caratteri speciali necessari per le altre lingue. Persino
  l'inglese britannico ha il problema della mancanza di un segno per la
  sterlina.

  Ci sono stati diversi tentativi di risolvere questo problema. Tutti
  fanno uso dell'ottavo bit non usato dai codici ASCII, che in questo
  modo risultano la metà inferiore di un set di 256 caratteri. Quello
  più largamente utilizzato è il set di caratteri `Latin-1' (o più
  formalmente ISO 8859-1). Si tratta del set di caratteri predefinito
  per Linux, HTML e X. Microsoft Windows usa una versione mutante di
  Latin-1 che aggiunge alcuni caratteri come le virgolette destre e
  sinistre, in posizioni lasciate libere da Latin-1 per ragioni storiche
  (per una resoconto severo dei problemi che ha provocato, vedere la
  pagina demoroniser <http://www.fourmilab.ch/webtools/demoroniser/>.

  Latin-1 gestisce le principali lingue europee, tra cui inglese,
  francese, tedesco, spagnolo, italiano, olandese, norvegese, svedese,
  danese. Tuttavia non è ancora sufficiente, per cui esistono altre
  serie di set di caratteri da Latin-2 a -9 per rappresentare il greco,
  l'arabo, l'ebraico e il serbo-croato. Per maggiori dettagli vedere la
  pagina ISO alphabet soup
  <http://www.utia.cas.cz/user_data/vs/documents/ISO-8859-X-
  charsets.html>.

  La soluzione definitiva è uno standard enorme chiamato Unicode (e il
  suo gemello identico ISO/IEC 10646-1:1993). Unicode è identico a
  Latin-1 nella 256 posizioni più basse. Nello spazio successivo dei 16
  bit comprende greco, cirillico, armeno, ebraico, arabo, devanagarico,
  bengalese, gurmukhi, gujarati, oriya, tamil, telugu, kannada, malese,
  tailandese, lao, georgiano, tibetano, giapponese kana, il set completo
  del coreano hangul moderno e un set unificato di ideogrammi
  cinesi/giapponesi/coreani (CJK). Per maggiori dettagli vedere la
  Unicode Home Page <http://www.unicode.org/>.


  1111..  CCoommee ffaa iill ccoommppuutteerr aa iimmmmaaggaazzzziinnaarree llee ccoossee ssuu ddiissccoo??

  Quando leggete un disco fisso su Unix vedete un albero di nomi di file
  e directory. Normalmente non avrete bisogno di andare oltre, ma può
  essere utile avere maggiori dettagli se vi capita un crash del disco e
  dovete cercare di salvare dei file. Sfortunatamente non c'è un buon
  modo per descrivere l'organizzazione del disco dal livello dei file in
  giù, quindi dovrò partire dall'hardware e risalire.


  1111..11..  SSttrruuttttuurraa ddii bbaassssoo lliivveelllloo ddeell ddiissccoo ee ddeell ffiillee ssyysstteemm

  La superficie del vostro disco, dove vengono immagazzinati i dati, si
  divide in una sorta di bersaglio per il tiro a freccette: in tracce
  circolari che sono poi `affettate' in settori. Dal momento che le
  tracce vicino al bordo esterno hanno area maggiore di quelle vicino al
  centro, le tracce esterne hanno più settori rispetto a quelle interne.
  Ogni settore (o _b_l_o_c_c_o _d_e_l _d_i_s_c_o) ha la stessa dimensione, che sui
  moderni Unix è generalmente pari a 1K binario (1024 parole da 8 bit).
  Ogni blocco è individuato da un indirizzo univoco, il _n_u_m_e_r_o _d_i _b_l_o_c_c_o
  _d_e_l _d_i_s_c_o.

  Unix divide il disco in _p_a_r_t_i_z_i_o_n_i _d_e_l _d_i_s_c_o. Ogni partizione è
  formata da una serie continua di blocchi che vengono usati
  separatamente da quelli delle altre partizioni, come file system
  oppure come spazio swap. La partizione con numero più basso viene
  spesso trattata in modo speciale, come _p_a_r_t_i_z_i_o_n_e _d_i _a_v_v_i_o dove si può
  mettere un kernel da far partire.

  Ogni partizione è alternativamente uno _s_p_a_z_i_o _s_w_a_p, usato per
  implementare ``memoria virtuale'', oppure un _f_i_l_e _s_y_s_t_e_m, usato per
  contenere i file. Le partizioni swap sono trattate proprio come una
  sequenza lineare di blocchi. I file system, invece, hanno bisogno di
  un modo per associare i nomi dei file alle sequenze di blocchi disco.
  Dal momento che la dimensione dei file aumenta, diminuisce, si
  modifica nel tempo, i blocchi dati di un file non saranno una sequenza
  lineare ma potranno essere disseminati su tutta la sua partizione
  (dipende da dove il sistema operativo riesce a trovare un blocco
  libero quando gliene serve uno).



  1111..22..  NNoommii ddeeii ffiillee ee ddeellllee ddiirreeccttoorryy

  All'interno di ciascun file system la corrispondenza tra i nomi e i
  blocchi viene assicurata da una struttura chiamata _i_-_n_o_d_e. C'è un
  gruppo di questi elementi vicino al ``fondo'' (i blocchi a numerazione
  più bassa) di ciascun file system (quelli più bassi in assoluto sono
  usati a fini di manutenzione e di etichettatura, non ne parleremo
  qui). Ogni i-node individua un file. I blocchi dati dei file si
  trovano sotto gli i-node.

  Ciascun i-node contiene una lista dei numeri di blocco disco relativi
  al file che individua. (Questa è una mezza verità, corretta solo per i
  file piccoli, ma il resto dei dettagli non è importante qui.)  Notate
  che l'i-node _n_o_n contiene il nome del file.

  I nomi dei file si trovano nelle _s_t_r_u_t_t_u_r_e _d_e_l_l_e _d_i_r_e_c_t_o_r_y. Una
  struttura della directory associa i nomi ai numeri i-node. Ecco
  perché, su Unix, un file può avere più nomi reali (o _h_a_r_d _l_i_n_k); sono
  soltanto diverse voci di directory che puntano allo stesso i-node.


  1111..33..  MMoouunntt ppooiinntt

  Nel caso più semplice, tutto il vostro file system Unix si trova su di
  una sola partizione disco. Anche se questa situazione si ritrova in
  qualche piccolo sistema Unix personale, è inusuale. Più generalmente
  esso è suddiviso tra più partizioni disco, magari su diversi dischi
  fisici. Così, per esempio, il vostro sistema può avere una piccola
  partizione dove alloggia il kernel, una un po' più grande dove si
  trovano i programmi di utilità del SO e una molto più grande dove ci
  sono le directory personali degli utenti.

  La sola partizione alla quale avrete accesso subito dopo l'avvio del
  sistema è la _p_a_r_t_i_z_i_o_n_e _r_o_o_t, che è (quasi sempre) quella dalla quale
  avete fatto il boot. Essa contiene la root directory del file system,
  il nodo superiore dal quale dipende tutto il resto.

  Le altre partizioni del sistema devono collegarsi a questa root
  affinché tutto il vostro file system multipartizione sia accessibile.
  Circa a metà del processo di avvio, il vostro Unix renderà accessibili
  queste partizioni non root. Dovrà _m_o_n_t_a_r_e ciascuna di esse su una
  directory della partizione root.

  Per esempio, se avete una directory chiamata `/usr', si tratta
  probabilmente di un mount point per una partizione che contiene molti
  programmi che fanno parte della distribuzione standard del vostro Unix
  ma che non sono necessari durante l'avvio iniziale.


  1111..44..  CCoommee vviieennee cceerrccaattoo uunn ffiillee

  Ora possiamo guardare al file system dall'alto al basso. Ecco cosa
  succede quando aprite un file (quale, ad esempio,
  /home/esr/WWW/ldp/fundamentals.sgml):

  Il kernel parte dalla radice del vostro file system Unix (dalla
  partizione root). Cerca una directory chiamata `home'. Di solito
  `home' è un mount point per una grande partizione utente da qualche
  altra parte, così va di là. Nella struttura della directory di livello
  più alto di quella partizione utente cerca poi una voce chiamata `esr'
  e ne estrae un numero di i-node. Va a quell'i-node, vede che si tratta
  di una struttura di directory e cerca `WWW'. Estraendo _q_u_e_l_l'i-node,
  va alla corrispondente sottodirectory e cerca `ldp'. Questo lo porta a
  un altro i-node di directory ancora. Aprendolo, trova il numero i-node
  di `fundamentals.sgml'. Questo i-node non è una directory, ma contiene
  invece l'elenco dei blocchi disco associati al file.
  1111..55..  PPrroopprriieettaarrii ddeeii ffiillee,, aauuttoorriizzzzaazziioonnii ee ssiiccuurreezzzzaa

  Per impedire ai programmi di intervenire accidentalmente o
  maliziosamente su dati su cui non dovrebbero, Unix usa le
  _a_u_t_o_r_i_z_z_a_z_i_o_n_i. Queste vennero originariamente pensate per supportare
  il timesharing, proteggendo gli uni dagli altri utenti diversi sulla
  stessa macchina, quando ancora Unix veniva usato su costosi
  minicomputer condivisi.

  Per comprendere le autorizzazioni sui file, occorre richiamare la
  descrizione di utenti e gruppi nella sezione ``Che cosa accade con il
  log in?''. Ciascun file ha un utente proprietario e un gruppo
  proprietario. Inizialmente sono quelli del creatore del file; possono
  poi essere modificati con i programmi chown(1) e chgrp(1).

  Le autorizzazioni fondamentali che possono essere associate a un file
  sono `read' (autorizzazione a leggere i dati contenuti), `write'
  (autorizzazione a modificarli) e `execute' (autorizzazione a eseguirli
  come programma). Ciascun file ha tre set di autorizzazioni; uno per
  l'utente proprietario, uno per tutti gli utenti nel gruppo
  proprietario e uno per tutti gli altri. I `privilegi' che si ottengono
  al momento del log in sono la possibilità di leggere, modificare ed
  eseguire quei file i cui bit di autorizzazione coincidono la propria
  ID utente o quella di un gruppo a cui si appartiene.

  Per vedere come queste possono interagire e come le visualizza Unix,
  osserviamo alcuni elenchi di file su un sistema Unix ipotetico. Ecco
  un esempio:



       snark:~$ ls -l notes
       -rw-r--r--   1 esr      users         2993 Jun 17 11:00 notes



  Si tratta di un file di dati ordinario. Il listato ci dice che il
  proprietario è l'utente `esr', creato con il gruppo proprietario
  `users'. Probabilmente la macchina su cui si trova mette per
  definizione tutti gli utenti ordinari in questo gruppo; altri gruppi
  che si vedranno comunemente su macchine con timesharing sono `staff',
  `admin', o `wheel' (per ovvie ragioni, i gruppi non sono molto
  importanti su workstation a singolo utente o PC). Il vostro Unix
  potrebbe usare un gruppo di default differente, magari derivato dal
  vostro nome utente.

  La stringa `-rw-r--r--' rappresenta i bit di autorizzazione per il
  file. Il primo trattino è la posizione del bit directory; se il file
  fosse stato una directory il bit sarebbe stato `d'. Dopo di questo, le
  prime tre posizioni successive sono le autorizzazioni utente, le
  seconde tre le autorizzazioni del gruppo e le terze tre le
  autorizzazioni per gli altri (spesso chiamate autorizzazioni `world').
  Su questo file l'utente proprietario `esr' può leggere e modificare il
  file, gli altri appartenenti al gruppo `users' possono leggerlo e così
  tutti gli altri utenti. Si tratta di un set di autorizzazioni
  piuttosto tipiche per un file di dati ordinario.

  Ora osserviamo un file con autorizzazioni molto diverse. Tale file è
  GCC, il compilatore C GNU.



       snark:~$ ls -l /usr/bin/gcc
       -rwxr-xr-x   3 root     bin         64796 Mar 21 16:41 /usr/bin/gcc

  Questo file appartiene a un utente chiamato `root' e ad un gruppo
  chiamato `bin'; può essere modificato solo da root, ma letto ed
  eseguito da tutti. Si tratta di un proprietario e un set di
  autorizzazioni tipiche per un comando di sistema pre-installato. Il
  gruppo `bin' esiste su alcuni Unix per raggruppare i comandi di
  sistema (il nome è una reliquia storica, abbreviazione di `binary').
  Il vostro Unix potrebbe usare invece un gruppo `root' (non esattamente
  la stessa cosa dell'utente `root'!).

  L'utente `root' è il nome convenzionale per l'ID utente con numero 0,
  un account speciale privilegiato che può scavalcare tutti i privilegi.
  L'accesso root è utile ma pericoloso; un errore di battitura quando si
  è collegati come root potrebbe rovinare file critici del sistema, cosa
  che non può avvenire con un account utente ordinario.

  Poiché l'account root è così potente, il suo accesso dovrebbe essere
  sorvegliato attentamente. La password di root è il componente più
  critico nelle informazioni di sicurezza del sistema, e sarà quello che
  cercheranno di ottenere tutti i cracker e gli intrusi che verranno
  dopo di voi.

  (Per quanto riguarda le password: non scrivetele su carta -- e non
  scegliete password che possano essere indovinate facilmente, come il
  nome della/o vostra/o ragazza/o. È una pratica sorprendentemente
  comune che aiuta continuamente i cracker...)

  Osserviamo ora un terzo caso:



       snark:~$ ls -ld ~
       drwxr-xr-x  89 esr      users          9216 Jun 27 11:29 /home2/esr
       snark:~$



  Questo file è una directory (osserviamo la `d' in prima posizione).
  Vediamo che può essere modificata solo da esr, ma letta ed eseguita da
  tutti gli altri. Le autorizzazioni vengono interpretate in modo
  speciale sulle directory; esse controllano l'accesso ai file contenuti
  all'interno della directory.

  Autorizzazione in lettura su una directory è semplice; significa
  semplicemente che potete esplorare la directory e aprire i file e le
  directory che contiene. L'autorizzazione in scrittura (modifica) da la
  possibilità di creare e cancellare file nella directory.
  Autorizzazione di esecuzione consente di effettuare _r_i_c_e_r_c_h_e nella
  directory -- ovvero elencare il suo contenuto e vedere i nomi dei file
  e delle directory che contiene. A volte troverete directory che sono
  leggibili da tutti ma non eseguibili; questo significa che un utente
  qualunque può accedere a file e directory al suo interno, ma solamente
  se ne conosce il nome esatto.

  Infine, osserviamo le autorizzazioni del programma login stesso.



       snark:~$ ls -l /bin/login
       -rwsr-xr-x   1 root     bin         20164 Apr 17 12:57 /bin/login



  Possiede le autorizzazioni che ci aspetteremmo per un comando di
  sistema -- tranne la `s' dove dovrebbe esserci il bit per
  l'autorizzazione in esecuzione del proprietario. Si tratta della
  manifestazione visibile di un tipo speciale di autorizzazione chiamata
  `set-user-id' o _b_i_t _s_e_t_u_i_d.

  Il bit setuid è normalmente legato a programmi che hanno la necessità
  di dare agli utenti ordinari i privilegi di root, ma in modo
  controllato. Quando è impostato su un programma eseguibile, si
  acquistano i privilegi del proprietario di quel file finché si esegue
  quel programma, sia che essi coincidano con i nostri oppure no.

  Come l'account root stesso, i programmi setuid sono utili ma
  pericolosi. Chiunque sia in grado di sovvertire o modificare un
  programma setuid che ha root come proprietario, può utilizzarlo per
  accedere alla shell con privilegi di root. Per questa ragione sulla
  maggior parte dei sistemi Unix, aprendo un file in scrittura
  automaticamente il suo bit setuid viene disattivato. Molti attacchi
  alla sicurezza su Unix tentano di scoprire bug nei programmi setuid,
  con lo scopo di sovvertirli. Amministratori di sistema attenti alla
  sicurezza sono quindi molto prudenti con questi programmi e riluttanti
  alla installazione di nuovi.

  Ci sono un paio di importati dettagli che abbiamo sorvolato durante la
  discussione precedente sulle autorizzazioni; in particolare, come
  vengono assegnati l'utente e il gruppo proprietario quando viene
  creato un file per la prima volta. Il gruppo è importante poiché gli
  utenti possono essere membri di più gruppi, ma uno di essi
  (specificato nella voce dell'utente in /etc/passwd) è il _g_r_u_p_p_o _d_i
  _d_e_f_a_u_l_t dell'utente e normalmente possiederà i file creati
  dall'utente.

  Per quanto riguarda i bit iniziali di autorizzazione, la faccenda è
  leggermente più complicata. Un programma che crea un file normalmente
  specificherà le autorizzazioni con cui dovrà partire. Queste, però,
  verranno modificate da una variabile nell'ambiente dell'utente
  chiamata _u_m_a_s_k. Umask speciica quali bit di autorizzazione _d_i_s_a_t_t_i_v_a_r_e
  quando crea un file; il valore più comune, e il default sulla maggior
  parte dei sistemi, è -------w- o 002, che disattiva il bit di modifica
  per tutti gli utenti. Vedere la documentazione per il comando umask
  nella pagina di manuale della shell per maggiori dettagli.


  1111..66..  CCoommee llee ccoossee ppoossssoonnoo aannddaarree mmaallee

  Prima accennavamo al fatto che i file system possono essere delicati.
  Ora sappiamo che per raggiungere un file dobbiamo fare il gioco della
  campana attraverso quella che può essere una catena arbitrariamente
  lunga di riferimenti i-node e directory. Supponiamo ora che sul vostro
  disco fisso si formi un punto danneggiato.

  Se siete fortunati ciò vi farà perdere solo qualche file di dati. Se
  invece siete sfortunati, si potrebbe danneggiare una struttura di
  directory o un numero i-node e un intero sottoalbero del vostro
  sistema potrebbe rimanere pendente nel limbo. Oppure, peggio ancora,
  si potrebbe originare una struttura rovinata che punta in più modi
  allo stesso blocco disco o i-node. Un danneggiamento di questo tipo si
  può propagare a partire da una normale operazione sui file, facendo
  perdere tutti i dati collegati al punto danneggiato di origine.

  Fortunatamente questo tipo di eventualità è divenuto abbastanza
  infrequente perché l'hardware dei dischi è più affidabile. Tuttavia,
  questo comporta che il vostro Unix voglia controllare periodicamente
  l'integrità del file system per assicurarsi che non ci sia nulla fuori
  posto. Gli Unix moderni compiono un rapido controllo dell'integrità di
  ciascuna partizione nella fase di avvio, giusto prima di montarle.
  Ogni tot riavvii fanno un controllo molto più approfondito che impiega
  qualche minuto in più.
  Se tutto questo può far sembrare che Unix sia terribilmente complesso
  e incline a malfunzionamenti, può essere rassicurante sapere che
  questi controlli nella fase d'avvio tipicamente intercettano e
  correggono i problemi normali _p_r_i_m_a che diventino veramente
  disastrosi. Altri sistemi operativi non hanno questi strumenti, cosa
  che velocizza un po' l'avvio ma può mettervi molto di più nei pasticci
  quando cercate di fare un salvataggio a mano (e sempre assumendo che
  abbiate una copia delle Norton Utilities o simili, tanto per
  cominciare...).


  1122..  CCoommee ffuunnzziioonnaannoo ii lliinngguuaaggggii ppeerr ccoommppuutteerr??

  Abbiamo già visto ``come vengono eseguiti i programmi''. Ogni
  programma in definitiva deve eseguire un flusso di byte che sono
  istruzioni nel _l_i_n_g_u_a_g_g_i_o _m_a_c_c_h_i_n_a del vostro computer. Ma gli esseri
  umani non se la cavano molto bene con il linguaggio macchina;
  riuscirci è divenuta un'arte rara, una magia nera persino tra gli
  hacker.

  Quasi tutto il codice Unix, ad eccezione di una piccola porzione
  relativa all'interfaccia diretta con l'hardware nel kernel, viene oggi
  scritto in un _l_i_n_g_u_a_g_g_i_o _d_i _a_l_t_o _l_i_v_e_l_l_o. (`Alto livello' in questa
  espressione è un residuo storico volto a distinguerlo dai _l_i_n_g_u_a_g_g_i
  _a_s_s_e_m_b_l_e_r di `basso livello', che sono fondamentalmente sottili
  involucri attorno al codice macchina.)

  Ci sono diversi tipi di linguaggi di alto livello. Per affrontare
  l'argomento troverete utile tenere a mente che il _c_o_d_i_c_e _s_o_r_g_e_n_t_e di
  un programma (la versione creata dall'uomo, editabile) deve passare
  attraverso un qualche tipo di traduzione in codice macchina che il
  computer può effettivamente eseguire.


  1122..11..  LLiinngguuaaggggii ccoommppiillaattii

  Il tipo più convenzionale di linguaggio è il _l_i_n_g_u_a_g_g_i_o _c_o_m_p_i_l_a_t_o. I
  linguaggi compilati vengono tradotti in file eseguibili di codice
  macchina binario da uno speciale programma chiamato (ovviamente)
  _c_o_m_p_i_l_a_t_o_r_e. Una volta che il codice binario è stato generato potete
  eseguirlo direttamente senza più guardare al codice sorgente. (La
  maggior parte del software è fornita come binari compilati a partire
  da codice che non vedete.)

  I linguaggi compilati tendono a dare prestazioni eccellenti e hanno il
  più completo accesso al SO, ma tendono anche a essere difficili da
  programmare.

  C, il linguaggio in cui Unix stesso è scritto, è di gran lunga il più
  importante tra questi (con la sua variante C++). FORTRAN è un altro
  linguaggio ancora usato tra gli ingegneri e gli scienziati ma di anni
  più vecchio e molto più primitivo. Nel mondo Unix nessun altro
  linguaggio compilato è nell'uso dominante. Al di fuori di esso, il
  COBOL è molto usato per il software finanziario e commerciale.

  C'erano molti altri linguaggi compilati, ma la maggior parte di essi
  si sono estinti oppure sono strumenti strettamente di ricerca. Se
  siete nuovi sviluppatori Unix e usate un linguaggio compilato è
  estremamente probabile che questo sia il C o il C++.


  1122..22..  LLiinngguuaaggggii iinntteerrpprreettaattii

  Un _l_i_n_g_u_a_g_g_i_o _i_n_t_e_r_p_r_e_t_a_t_o dipende da un programma interprete che
  legge il codice sorgente e lo traduce al volo in calcoli e chiamate di
  sistema. Il sorgente deve essere reinterpretato (e l'interprete deve
  essere presente) ogni volta che il codice viene eseguito.

  I linguaggi interpretati tendono a essere più lenti dei linguaggi
  compilati e spesso hanno accesso limitato al sistema operativo e
  all'hardware sottostanti. D'altra parte, essi tendono a essere più
  facili da programmare e più propensi a perdonare gli errori di
  codifica rispetto ai linguaggi compilati.

  Molti programmi di utilità di Unix, inclusa la shell, bc(1), sed(1) e
  awk(1), sono in effetti piccoli linguaggi interpretati. I BASIC sono
  di solito interpretati. Così pure il Tcl. Storicamente, il più
  importante linguaggio interpretato è stato il LISP (un grande
  miglioramento rispetto ai suoi predecessori). Oggi il Perl è molto
  usato ed in costante crescita di popolarità.


  1122..33..  LLiinngguuaaggggii aa ccooddiiccee PP

  Dal 1990 è andato assumendo importanza crescente un tipo di linguaggi
  ibridi che usa sia la compilazione che l'interpretazione. I linguaggi
  a codice P sono come i linguaggi compilati nel senso che il sorgente
  viene tradotto in una forma binaria compatta che è ciò che viene
  realmente eseguito, ma che non è esattamente codice macchina. Si
  tratta invece di _p_s_e_u_d_o_c_o_d_i_c_e (o _c_o_d_i_c_e _P) che è solitamente molto più
  semplice ma più potente di un vero linguaggio macchina. Quando
  eseguite il programma, interpretate il codice P.

  Il codice P può girare velocemente quasi quanto un binario compilato
  (gli interpreti di codice P possono essere abbastanza semplici,
  leggeri e rapidi). Ma i linguaggi a codice P riescono a mantenere la
  flessibilità e la potenza di un buon interprete.

  Importanti linguaggi a codice P includono Python e Java.


  1133..  CCoommee ffuunnzziioonnaa IInntteerrnneett??

  Per aiutarvi a capire come funziona Internet daremo un'occhiata alle
  cose che succedono quando fate una tipica operazione di Internet:
  indirizzate un browser alla prima pagina di questo documento, sul sito
  Web del Linux Documentation Project. L'indirizzo di questo documento è


  http://metalab.unc.edu/LDP/HOWTO/Fundamentals.html



  che significa che si trova nel file LDP/HOWTO/Fundamentals.html sotto
  la web directory dell'host metalab.unc.edu.


  1133..11..  NNoommii ee llooccaazziioonnii

  La prima cosa che il vostro browser deve fare è stabilire una
  connessione remota al computer dove si trova il documento. A tal fine
  deve prima trovare la locazione remota dell'_h_o_s_t metalab.unc.edu
  (`host' è la forma breve di `computer host' o `host remoto';
  metalab.unc.edu è un tipico _h_o_s_t_n_a_m_e). La locazione corrispondente è
  in realtà un numero chiamato _i_n_d_i_r_i_z_z_o _I_P (spiegheremo più avanti la
  parte `IP' di questa espressione).

  A questo scopo il vostro browser interroga un programma chiamato _n_a_m_e
  _s_e_r_v_e_r. Il name server può trovarsi sul vostro computer, ma è più
  probabile che giri su un computer del fornitore col quale il vostro
  computer dialoga. Quando vi collegate a un ISP una parte della
  procedura consiste quasi sicuramente nel dire al vostro software per
  Internet qual è l'indirizzo IP di un name server sulla rete dell'ISP.

  I name server sui vari computer si parlano tra loro, scambiandosi e
  tenendo aggiornate tutte le informazioni necessarie per risolvere i
  nomi degli host (per metterli in corrispondenza con gli indirizzi IP).
  Il vostro name server può interrogare tre o quattro diversi siti sulla
  rete nel processo di risoluzione di metalab.unc.edu, ma di solito
  questo si verifica molto rapidamente (tipo in meno di un secondo).

  Il name server dirà al vostro browser che l'indirizzo IP di Metalab è
  152.2.22.81; a questo punto il vostro computer sarà in grado di
  scambiare direttamente bit con metalab.


  1133..22..  PPaacccchheettttii ee rroouutteerr


  Quello che il browser vuole è mandare al server Web su Metalab un
  comando come questo:


  GET /LDP/HOWTO/Fundamentals.html HTTP/1.0



  Ecco cosa succede. Dal comando si costruisce un _p_a_c_c_h_e_t_t_o, cioè un
  blocco di bit come un telegramma che è `impacchettato' con tre cose
  importanti: l'_i_n_d_i_r_i_z_z_o _d_i _p_r_o_v_e_n_i_e_n_z_a (l'indirizzo IP del vostro
  computer), l'_i_n_d_i_r_i_z_z_o _d_i _d_e_s_t_i_n_a_z_i_o_n_e (152.2.22.81), e un _n_u_m_e_r_o _d_i
  _s_e_r_v_i_z_i_o o _n_u_m_e_r_o _d_i _p_o_r_t_a (in questo caso 80) che indica che si
  tratta di una richiesta World Wide Web.

  Il vostro computer spedisce allora il pacchetto lungo il cavo (la
  connessione modem al vostro ISP o rete locale) finché arriva a un
  computer specializzato chiamato _r_o_u_t_e_r. Il router ha nella sua memoria
  una mappa di Internet, non sempre una completa, ma una che descrive
  completamente il vostro vicinato di rete e sa come raggiungere i
  router per altri circondari di Internet.

  Il vostro pacchetto potrebbe passare attraverso svariati router lungo
  la strada per la sua destinazione. I router sono intelligenti.
  Guardano quanto tempo impiegano gli altri router per avvertire che
  hanno ricevuto un pacchetto. Usano questa informazione per dirigere il
  traffico verso i collegamenti veloci. La usano per accorgersi se un
  altro router (o un cavo) sono fuori servizio o irraggiungibili e
  quindi, se possibile, ovviare al problema trovando un'altra strada.

  C'è una leggenda metropolitana secondo la quale Internet è stata
  progettata per sopravvivere alla guerra nucleare. Questo non è vero,
  ma la struttura di Internet è estremamente adatta a ottenere
  prestazioni affidabili anche con l'hardware precario che caratterizza
  questo mondo incerto. Questo deriva direttamente dal fatto che la sua
  intelligenza è distribuita tra migliaia di router piuttosto che
  riunita in poche enormi centrali (come la rete telefonica). Questo
  significa che i malfunzionamenti tendono a essere ben localizzati e la
  rete può aggirarli.

  Una volta che il vostro pacchetto è giunto al computer di destinazione
  quest'ultimo usa il numero di servizio per inviare il pacchetto al
  server Web. Il server Web può capire a chi rispondere guardando
  l'indirizzo IP di provenienza del pacchetto con il comando. Quando il
  server Web restituisce questo documento lo suddivide in un certo
  numero di pacchetti. La dimensione dei pacchetti varia a seconda del
  mezzo di trasmissione sulla rete e del tipo di servizio.


  1133..33..  TTCCPP ee IIPP

  Per capire come vengono gestite le trasmissioni a pacchetti multipli,
  dovete sapere che Internet in realtà usa due protocolli, uno
  sovrapposto all'altro.

  Il livello più basso, l'_I_P (Internet Protocol), sa come recapitare
  singoli pacchetti da un indirizzo di provenienza a un indirizzo di
  destinazione (è per questo che si chiamano indirizzi IP). Tuttavia
  l'IP non è affidabile: se un pacchetto si perde o cade i computer di
  origine e di destinazione possono non venirne mai a conoscenza. Nel
  gergo delle reti, l'IP è un protocollo _s_e_n_z_a _c_o_n_n_e_s_s_i_o_n_e; il mittente
  si limita a far partire un pacchetto per il destinatario e non si
  aspetta un avviso di ricevuta.

  L'IP è veloce ed economico, comunque. A volte veloce, economico e
  inaffidabile va bene. Quando giocate in rete a Doom o Quake, ogni
  pallottola è rappresentata da un pacchetto IP. Se alcune vengono
  perse, pazienza.

  Il livello superiore, _T_C_P (Transmission Control Protocol), vi dà
  affidabilità. Questi due computer negoziano una connessione TCP (cosa
  che fanno usando l'IP); il ricevente sa che deve spedire al mittente
  un avviso di ricevuta dei pacchetti che legge. Se il mittente non vede
  un avviso di ricevuta per un pacchetto entro un certo periodo di tempo
  (timeout) allora rispedisce quel pacchetto. Inoltre, il mittente
  attribuisce a ogni pacchetto TCP un numero di sequenza, che il
  ricevente può usare per riassemblare i pacchetti nel caso che
  risultino in disordine. (Cosa che si verifica se un collegamento della
  rete viene attivato o cade durante una connessione.)

  I pacchetti TCP/IP contengono anche un checksum per consentire
  l'individuazione di dati rovinati da collegamenti difettosi. Così, dal
  punto di vista di chiunque usi il TCP/IP e i name server, sembra
  affidabile passare flussi di byte in coppie hostname/numero di
  servizio. Chi scrive i protocolli di rete non deve quasi mai pensare
  agli aspetti di basso livello relativi alla pacchettizzazione, al
  riassemblaggio dei pacchetti, al controllo degli errori, al checksum e
  alla ritrasmissione.


  1133..44..  HHTTTTPP,, uunn pprroottooccoolllloo aapppplliiccaattiivvoo

  Torniamo ora al nostro esempio. I browser e i server Web dialogano
  usando un _p_r_o_t_o_c_o_l_l_o _a_p_p_l_i_c_a_t_i_v_o che si appoggia al TCP/IP, usandolo
  semplicemente come un modo per passare stringhe di byte avanti e
  indietro. Questo protocollo è chiamato _H_T_T_P (Hyper-Text Trasfer
  Protocol, protocollo per il trasferimento di ipertesti) e abbiamo già
  visto un suo comando: il GET mostrato sopra.

  Quando il comando GET arriva al server Web metalab.unc.edu con numero
  di servizio 80 verrà notificato al _d_e_m_o_n_e _s_e_r_v_e_r che è in attesa sulla
  porta 80. La maggior parte dei servizi Internet sono implementati da
  demoni server che si limitano ad ascoltare sulle porte, attendono ed
  eseguono i comandi in arrivo.

  Se il disegno di Internet ha una regola generale, questa è che tutte
  le parti dovrebbero essere il più possibile semplici e accessibili per
  gli esseri umani. L'HTTP, e i suoi simili (come il Simple Mail
  Transfer Protocol, _S_M_T_P, che viene usato per trasferire la posta
  elettronica tra gli host) tende a usare comandi in semplice testo
  stampabile che terminano con un codice di carriage return/line feed.

  Questo è marginalmente inefficiente: in qualche circostanza potreste
  ottenere una velocità maggiore usando un protocollo binario di stretta
  codifica. Ma l'esperienza ha dimostrato che i vantaggi di avere
  comandi facili da descrivere e comprendere per gli esseri umani supera
  qualsiasi guadagno marginale di efficienza che si possa ottenere al
  prezzo di rendere le cose oscure e complicate.

  Di conseguenza, quello che il demone server vi rispedisce via TCP/IP è
  anch'esso testo. L'inizio della risposta assomiglierà in qualche modo
  a questa (alcuni header sono stati omessi):


  HTTP/1.1 200 OK
  Date: Sat, 10 Oct 1998 18:43:35 GMT
  Server: Apache/1.2.6 Red Hat
  Last-Modified: Thu, 27 Aug 1998 17:55:15 GMT
  Content-Length: 2982
  Content-Type: text/html



  Questi header saranno seguiti da una linea vuota e dal testo della
  pagina Web (dopodiché la connessione viene lasciata cadere). Il vostro
  browser si limita a visualizzare quella pagina. Gli header servono a
  spiegargli come (in particolare, l'header Content-Type gli dice che i
  dati restituiti sono veramente HTML).