Sophie

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howto-text-it-2006-5mdv2010.0.noarch.rpm

  Bash Prompt HOWTO
  Giles Orr, giles@interlog.com
  v0.60, 07 gennaio 1999

  Viene discusso come creare e controllare il prompt del terminale e di
  xterm, compresa l'uso delle sequenze di escape standard per ottenere
  il nome utente, la directory di lavoro corrente, l'ora, ecc. Vengono
  esposti ulteriori suggerimenti su come modificare le barre di titolo
  di xterm, usare funzioni esterne per fornire informazioni sul prompt e
  su come usare i colori ANSI.
  ______________________________________________________________________

  Indice Generale


  1. Introduzione
     1.1 Prerequisiti
     1.2 Come Usare Questo Documento
     1.3 Traduzioni
     1.4 Problemi
     1.5 Inviatemi Commenti e Suggerimenti
     1.6 Crediti
     1.7 Copyright e Liberatoria

  2. Bash e i Prompt Bash
     2.1 Cosa è Bash
     2.2 Quali sono i vantaggi di modificare il prompt?
     2.3 Perché darsi tante noie?
     2.4 Il Primo Passo
     2.5 Sequenza di Escape dei Prompt Bash
     2.6 Impostare Permanentemente le Stringhe PS?

  3. Comandi Esterni
     3.1 PROMPT_COMMAND
     3.2 Comandi Esterni nel Prompt
     3.3 Cosa Mettere nel Prompt
     3.4 Ambiente e Funzioni Bash

  4. Manipolazioni della Barra del Titolo di Xterm
  5. Sequenze di escape ANSI: Colori e Movimenti del Cursore
     5.1 Colori
     5.2 Movimenti del Cursore
     5.3 Muovere il Cursore Con tput

  6. Caratteri Speciali: Sequenze di Escape Ottali
  7. Il Pacchetto Bash Prompt
     7.1 Disponibilità
     7.2 Cambiare il Font di Xterm

  8. Caricare un Prompt Differente
     8.1 Caricare un Prompt Differente, Più Tardi
     8.2 Caricare un Prompt Differente, Immediatamente

  9. Caricare il Colori del Prompt Dinamicamente
     9.1 Un esempio che dimostra il concetto

  10. Prompt di Esempio
     10.1 Un Prompt "Leggero"
     10.2 Elite dai Temi Bashprompt
     10.3 Un Prompt per il "Power User"
     10.4 Un Prompt Largo Quanto il Terminale
     10.5 Il Prompt Orologio Inutile ed Elegante


  ______________________________________________________________________

  11..  IInnttrroodduuzziioonnee

  11..11..  PPrreerreeqquuiissiittii

  Avrete bisogno di Bash.  La versione fornita con quasi tutte le
  distribuzioni Linux è la 1.14.7 (al momento della stesura di questo
  documento, Novembre 98), che è una shell ben conosciuta e affidabile.
  Bash è ora disponibile nella versione 2.0+: oramai ho utilizzato Bash
  2.0 per qualche tempo, ma quasi tutto il codice qui presentato
  dovrebbe funzionare con la 1.14.7. Se dovessi essere a conoscenza di
  un problema, ne farò menzione. Potete controllare la vostra versione
  di Bash digitando echo $BASH_VERSION al prompt. Sulla mia macchina,
  risponde con 2.02.1(1)-release.


  Sarebbe utile, ma non essenziale, esperienza nella programmazione
  shell: più ne sapete, più sarete in grado di creare prompt complessi.
  In questo tutorial presuppongo una conoscenza di base della
  programmazione shell e delle utility Unix. Comunque, le mie stesse
  capacità nella programmazione shell sono limitate, così fornisco molti
  esempi e spiegazioni che possono apparire superflue ad un esperto
  programmatore shell.



  11..22..  CCoommee UUssaarree QQuueessttoo DDooccuummeennttoo

  Includo molti esempi e spiegazioni. Parti diverse saranno utili in
  varia misura a persone diverse. Questo documento è diventato
  abbastanza lungo e leggerlo tutto in una volta sarebbe difficile -
  leggete solamente le sezioni che vi servono, tornate indietro quando
  necessario.


  11..33..  TTrraadduuzziioonnii

  Al momento in cui scrivo (6 gennaio 99), sono in lavorazione
  traduzioni in giapponese (Akira Endo, akendo@t3.rim.or.jp) e tedesco
  (Thomas Keil, thomas@h-preissler.de). Molte grazie ad entrambi!  Gli
  URL verranno inclusi quando le traduzioni saranno disponibili.


  11..44..  PPrroobblleemmii

  Questa è una lista di problemi che ho notato nel programmare i prompt.
  Non iniziate a leggere qui, e non lasciate che questa lista vi
  scoraggi - questi sono principalmente dettagli minori. Controllate qui
  se vi scontrate con qualche cosa di strano.


  ·  Molte funzionalità di Bash (come i calcoli matematici all'interno
     di $(()) fra gli altri) sono opzioni definite in fase di
     compilazione. Se state usando una distribuzione binaria come quelle
     fornite con una distribuzione standard di Linux, tutte queste
     funzionalità dovrebbero essere già definite in fase di
     compilazione. Ma se state lavorando sul sistema altrui, vale la
     pena ricordarsene se qualcosa non funziona come vi aspettate. Vi
     sono alcune note su questo in _L_e_a_r_n_i_n_g _t_h_e _B_a_s_h _S_h_e_l_l, p.260-262.

  ·  Lo screen manager "screen" non funziona sempre bene con i colori
     ANSI. Sfortunatamente non sono un esperto di screen. La mia attuale
     versione di screen (una molto recente) sembra funzionare bene in
     tutti i casi, ma ho visto occasioni in cui screen ha ridotto tutti
     i colori del prompt al colore di primo piano standard negli X
     terminal. Questo non sembra essere un problema nella consolle.

  ·  I file Xdefault possono reimpostare i colori. Cercate in
     ~/.Xdefaults linee che fanno riferimento a XTerm*background e
     XTerm*foreground (o forse XTerm*Background e XTerm*Foreground).

  ·  Uno dei prompt menzionati in questo documento usa l'output di
     "jobs" - come già discusso, l'output di "jobs" verso un pipe non
     funziona in Bash 2.02.

  ·  Le sequenze di escape ANSI per il movimento del cursore non sono
     tutte implementate in tutti gli X terminal. Questo è discusso in
     una sezione a parte.

  ·  Alcune pseudo-immagini carine possono essere create usando i font
     VGA piuttosto che i font standard di Linux. Sfortunatamente, questi
     effetti sono pessimi se non usate font VGA, e non c'è modo di
     scoprire all'interno di un terminale quali font sta usando.

  ·  Bash 2.0+ è disponibile e include alcune nuove funzionalità e
     cambia un po' il comportamento. Cose che funzionano sulla 1.14.7
     non funzionano necessariamente sulla 2.0+, o vice versa.


  11..55..  IInnvviiaatteemmii CCoommmmeennttii ee SSuuggggeerriimmeennttii

  Questa è anche per me una "esperienza didattica". Sono arrivato a
  saperne un bel po' su cosa può essere fatto per creare prompt Bash
  interessanti e utili, ma ho bisogno dei vostri suggerimenti per
  correggere e migliorare questo documento. Ho provato a controllare i
  miei suggerimenti con versioni differenti di Bash (principalmente
  2.02, che uso, e 1.14.7, che è molto usata), ma fatemi sapere se
  trovate delle incompatibilità.


  L'ultima versione di questo documento dovrebbe essere sempre
  disponibile su http://www.interlog.com/~giles/bashprompt.html.  Per
  favore dategli un'occhiata e lasciate pure un e-mail a
  giles@interlog.com con suggerimenti.


  Uso gli HOWTO del Linux Documentation Project quasi esclusivamente in
  formato HTML, così quando converto questo documento da SGML, HTML è
  l'unico formato che controllo interamente. Se ci sono problemi con
  altri formati, potrei non saperlo e gradirei una nota a riguardo.


  11..66..  CCrreeddiittii

  Nel produrre questo documento, ho preso in prestito molto dal lavoro
  del progetto Bashprompt su http://bash.current.nu/.  Altre fonti usate
  includono l'_x_t_e_r_m _T_i_t_l_e _m_i_n_i_-_H_O_W_T_O di Ric Lister, reperibile su
  http://sunsite.unc.edu/LDP/HOWTO/mini/Xterm-Title.html, _A_n_s_i _P_r_o_m_p_t_s
  di Keebler, reperibile su
  http://www.ncal.verio.com/~keebler/ansi.html, _H_o_w _t_o _m_a_k_e _a _B_a_s_h
  _P_r_o_m_p_t _T_h_e_m_e di Stephen Webb, reperibile su
  http://bash.current.nu/bash/HOWTO.html e _X _A_N_S_I _F_o_n_t_s di Stumpy,
  reperibile su http://home.earthlink.net/~us5zahns/enl/ansifont.html.


  Sono state anche di immenso aiuto diverse conversazioni e e-mail di
  Dan, un collega del Georgia College & State University, le cui
  conoscenze di UNIX superano di molto le mie. Egli mi ha dato numerosi
  ed eccellenti suggerimenti, le sue idee hanno portato ad alcuni prompt
  interessanti.



  Tre libri che sono stati utili nel prorammare i prompt sono _L_i_n_u_x _i_n _a
  _N_u_t_s_h_e_l_l di Jessica Heckman Perry (O'Reilly, 1997), _L_e_a_r_n_i_n_g _t_h_e _B_a_s_h
  _S_h_e_l_l di Cameron Newham e Bill Rosenblatt (O'Reilly, 2nd. ed., 1998) e
  _U_n_i_x _S_h_e_l_l _P_r_o_g_r_a_m_m_i_n_g di Lowell Jay Arthur (Wiley, 1986.  Questa è la
  prima edizione, la quarta è uscita nel 1997).


  11..77..  CCooppyyrriigghhtt ee LLiibbeerraattoorriiaa

  This document is copyright 1998-1999 by Giles Orr. You are encouraged
  to redistribute it. You may not modify this document (see the section
  on contacting me: I have so far been incorporating all changes
  recommended by readers). Please contact me if you're interested in
  doing a translation: that's one modification I can live with.

  This document is available for free, and, while I have done the best I
  can to make it accurate and up to date, I take no responsibility for
  any problems you may encounter resulting from the use of this
  document.

  Ovvero:

  Questo documento è sotto il copyright di 1998-1999 by Giles Orr. Siete
  incoraggiati a ridistribuirlo. Non potete modificare questo documento
  (vedete la sezione su come contattarmi: fino ad ora ho incluso tutti
  cambiamenti raccomandati dai lettori). Per piacere contattatemi se
  siete interessati a fare una traduzione: è una modifica che posso
  tollerare.


  Questo documento è disponibile gratuitamente e, mentre ho fatto il mio
  meglio per renderlo accurato e aggiornato, non mi assumo nessuna
  responsabilità per alcun problema in cui vi possiate imbattere come
  risultato dell'uso di questo documento.


  22..  BBaasshh ee ii PPrroommpptt BBaasshh

  22..11..  CCoossaa èè BBaasshh

  Discendente dalla Bourne Shell, Bash è un progetto GNU, la "BBourne
  AAgain SSHHell". È l'interfaccia a linea di comando standard su molte
  macchine Linux. Eccelle in interattività, nel supportare modifica,
  completamento e richiamo della linea di comando. Supporta anche prompt
  configurabili - molti lo sanno, ma non sanno quanto si può fare.


  22..22..  QQuuaallii ssoonnoo ii vvaannttaaggggii ddii mmooddiiffiiccaarree iill pprroommpptt??

  La maggior parte dei sistemi Linux hanno un prompt predefinito in un
  colore (di solito grigio) che dice il vostro nome utente, il nome
  della macchina su cui lavorate e qualche indicazione sulla directory
  di lavoro corrente. Queste sono tutte informazioni utili, ma si può
  fare molto di più con il prompt: ogni genere di informazione può
  essere visualizzata (numero di tty, ora, data, carico della macchina,
  numero di utenti, uptime ...) e il prompt può utilizzare colori ANSI,
  per farlo apparire interessante, o per fare sì che certe informazioni
  siano evidenti. È anche possibile manipolare la barra del titolo di un
  Xterm per visualizzare alcune di queste informazioni.



  22..33..  PPeerrcchhéé ddaarrssii ttaannttee nnooiiee??

  Oltre che essere bello, è spesso utile tenere traccia delle
  informazioni di sistema. Una idea che so piace a molti è la
  possibilità di mettere su macchine differenti prompt con colori
  differenti. Se avete diversi Xterm aperti su macchine differenti, o se
  tendete a dimenticare su quale macchina state lavorando e a cancellare
  file sbagliati, troverete questa un ottima maniera per ricordare su
  che macchina vi trovate.


  22..44..  IIll PPrriimmoo PPaassssoo

  L'aspetto del prompt viene controllato dalla variabile della shell
  PS1. Le continuazioni di un comando sono indicate dalla stringa PS2,
  che può essere modificata con esattamente gli stessi metodi qui
  discussi - poiché controllarla è esattamente uguale e non è
  altrettanto "interessante", modificherò primcipalmente la stringa PS1.
  (Ci sono anche le stringhe PS3 e PS4. Queste non vengono mai viste
  dall'utente medio - si veda la pagina di manuale di Bash se si è
  interessati al loro scopo). Per modificare l'aspetto del prompt,
  dovete cambiare la variabile PS1. Per fare esperimenti, potete
  cambiare la stringa PS1 direttamente al prompt e vedere immediatamente
  i risultati (questo influenza solo la sessione corrente e i
  cambiamenti spariscono quando fate log-out). Se volete rendere
  permanente un cambiamento del prompt, modificate il file ~/.bashrc e
  aggiungete lì la nuova definizione di PS1. Se avete permessi di root,
  potete guardare in /etc/profile e modificare la linea "PPSS11==". Sappiate
  che in alcune distribuzioni (almeno la Redhat 5.1) /etc/bashrc resetta
  le stringhe PS1 e PS2.


  Prima di cominciare, è importante ricordare che la stringa PS1 viene
  salvata nell'ambiente. Se la modificate alla linea di comando, il
  prompt cambierà di conseguenza. Prima di fare dei cambiamenti, potete
  salvare il prompt corrente in un'altra variabile d'ambiente:



       [giles@nikola giles]$ SAVE=$PS1
       [giles@nikola giles]$



  Il prompt più semplice sarebbe un singolo carattere, come:



       [giles@nikola giles]$ PS1=$
       $ls
       bin   mail
       $



  Questo dimostra il modo migliore per fare esperimenti con semplici
  prompt, digitarli alla linea di comando. Si noti che il testo digitato
  dall'utente appare immediatamente dopo il prompt: io preferisco usare



       $PS1="$ "
       $ ls
       bin   mail
       $

  che inserisce uno spazio dopo il prompt, rendendolo più leggibile. Per
  ripristinare il prompt originale, semplicemente richiamate la
  variabile che avete salvato:



       $ PS1=$SAVE
       [giles@nikola giles]$



  22..55..  SSeeqquueennzzaa ddii EEssccaappee ddeeii PPrroommpptt BBaasshh

  Vi sono molte sequenze di escape offerte dalla shell Bash da inserire
  nel prompt. Dalla pagina di manuale di Bash 2.02:



       Quando eseguita in modalità interattiva, bash mostra il prompt
       primario quando è pronta per leggere un comando e il prompt
       secondario PS2 quando è necessario ulteriore input per
       completare il comando. Bash permette di personalizzare queste stringhe
       di prompt inserendo vari caratteri di escape speciali che vengono
       interpretati come segue:
              \a     il carattere ASCII beep (07)
              \d     la data nel formato "Giorno-della-settimana Mese Data"
                     (e.g., "Tue May 26")
              \e     un carattere di escape ASCII (033)
              \h     l'hostname fino al primo `.'
              \H     l'hostname
              \n     il carattere "newline"
              \r     il carattere "carriage return"
              \s     il nome della shell, il nome base di $0
                     (la parte che segue lo slash finale)
              \t     l'ora corrente nel formato 24-ore HH:MM:SS
              \T     l'ora corrente nel formato 12-ore HH:MM:SS
              \@     l'ora corrente nel formato 12-ore am/pm
              \u     lo username dell'utente corrente
              \v     la versione di bash (e.g., 2.00)
              \V     la release di bash, versione + patchlevel
                     (e.g., 2.00.0)
              \w     la directory di lavoro corrente
              \W     il nome di base della directory di lavoro corrente
              \!     il numero cronologico (history number) di questo comando
              \#     il numero di questo comando
              \$     se l'UID effettivo è 0, un #, altrimenti un $
              \nnn   il carattere corrispondente al numero ottale nnn
              \\     un backslash
              \[     comuncia una sequenza di caratteri non stampabili, che
                     potrebbero essere usati per inserire una sequenza di
                     controllo del terminale nel prompt
              \]     termina la sequenza di caratteri non stampabili



  Continuando da dove avevamo interrotto:



  [giles@nikola giles]$ PS1="\u@\h \W> "
  giles@nikola giles> ls
  bin   mail
  giles@nikola giles>



  Questo è simile al prompt predefinito su molte distribuzioni Linux.
  Volevo un apparenza leggermente differente, così l'ho cambiato a:



       giles@nikola giles> PS1="[\t][\u@\h:\w]\$ "
       [21:52:01][giles@nikola:~]$ ls
       bin   mail
       [21:52:15][giles@nikola:~]$



  22..66..  IImmppoossttaarree PPeerrmmaanneenntteemmeennttee llee SSttrriinngghhee PPSS??

  Varie persone e distribuzioni impostano le loro stringhe PS? in posti
  diversi. I posti più comuni sono /etc/profile, /etc/bashrc,
  ~/.bash_profile e ~/.bashrc. Johan Kullstam (johan19@idt.net) scrive:



       La stringa PS1 dovrebbe essere impostata in
       .bashrc. questo perchè le shell bash non interattive resettano
       PS1. La pagina di manuale di bash dice come la presenza o l'assenza di
       PS1 è un buon modo di sapere se ci si trova in una sessione
       bash interattiva oppure non-interattiva (e.g. uno script).

       Il modo in cui mi sono accorto di questo è che startx è
       uno script bash. Questo significa che startx annullerà il
       vostro prompt. Quando impostate PS1 in .profile (o .bash_profile),
       fate login alla consolle, fate partire X con startx, il vostro PS1
       viene annullato nel processo lasciandovi con il prompt predefinito.

       Una soluzione è di lanciare xterm e rxvt con l'opzione -ls per
       forzarli a leggere .profile. Ma ogni volta che viene invoca una shell
       mediante uno shell-script non interativo PS1 viene perduto. system(3)
       usa sh -c che se sh è bash distruggerà
       PS1. Un modo migliore è mettere la definizione di PS1 in
       .bashrc . questo viene letto ogni volta bash parte ed è dove le
       cose interattive - come PS1 - dovrebbero restare.

       Quindi dovrebbe essere sottolineato che PS1=..blabla.. dovrebbe stare
       in .bashrc e non in .profile.



  Ho provato a duplicare il problema che spiega, e ne ho incontrato uno
  diverso: la mia variabile PROMPT_COMMAND (che verrà introdotta più
  tardi) è stata distrutta. Le mie conoscenze in quest'area sono un po'
  vaghe, così mi associo a quanto dice Johan.



  33..  CCoommaannddii EEsstteerrnnii

  33..11..  PPRROOMMPPTT__CCOOMMMMAANNDD

  Bash fornisce un'altra variabile d'ambiente chiamata PPRROOMMPPTT__CCOOMMMMAANNDD.
  Il contenuto di questa variabile viene eseguito come un normale
  comando Bash appena prima che Bash visualizzi il prompt.



       [21:55:01][giles@nikola:~] PS1="[\u@\h:\w]\$ "
       [giles@nikola:~] PROMPT_COMMAND="date +%H%M"
       2155
       [giles@nikola:~] d
       bin   mail
       2156
       [giles@nikola:~]



  Ciò che è accaduto sopra è che ho cambiato PS1 in modo da non
  includere più la sequenza di escape \t, così da visualizzare l'ora in
  un formato che mi piace di più. Ma l'ora compare in una linea diversa
  dal prompt. Aggiustando questo con echo -n ... (come mostrato sotto)
  funziona con Bash 2.0+, ma sembra non funzonare con Bash 1.14.7:
  apparentemente il prompt viene ottenuto in maniera differente e il
  metodo seguente causa una sovrapposizione del testo.



       2156
       [giles@nikola:~] PROMPT_COMMAND="echo -n [$(date +%H%M)]"
       [2156][giles@nikola:~]$
       [2156][giles@nikola:~]$ d
       bin   mail
       [2157][giles@nikola:~]$ unset PROMPT_COMMAND
       [giles@nikola:~]



  echo -n ... controlla l'output del comando date e sopprime il
  carattere newline finale, permettendo al prompt di apparire tutto su
  una riga. Alla fine ho usato il comando unset per rimuovere la
  variabile d'ambiente PROMPT_COMMAND.


  Si noti che uso la convenzione $(<comando>) per la sostituzione dei
  comandi: ovvero:



       $(date +%H%M)



  significa "sostituisci qui l'output del comando ddaattee ++%%HH%%MM". Questo
  funziona in Bash 2.0+. In qualche versione più vecchia di Bash,
  precedente alla 1.14.7, potreste dovere usare i backquote (`date
  +%H%M`). I backquote possono essere usati in Bash 2.0+, ma stanno
  venendo via via rimpiazzati in favore di $(), che si annida meglio.
  Continuerò ad utilizzare questa convenzione in questo documento. Se
  state usando una versione precedente di Bash, potete di solito
  sostituite dei backquote dove vedete $(). Se la sostituzione di
  comandi è preceduta da "\" (cioè \$(comando) ), usate dei backslash
  davanti ad entrambi i backquote (cioè \'comando\' ).


  33..22..  CCoommaannddii EEsstteerrnnii nneell PPrroommpptt

  Potete anche usare l'output di normali comandi Linux direttamente nel
  prompt.  Ovviamente, non dovrete inserire molto materiale altrimenti
  creerà un prompt molto grande. Dovrete anche inserire un comando
  vveellooccee, perché verrà eseguito ogni volta che il prompt appare sullo
  schemo e ritardi nell'apparire del prompt mentre state lavorando
  possono essere molto fastidiosi. (Differentemente dall'esempio
  precedente, a cui assomiglia molto, questo funziona anche con Bash
  1.14.7).



       [21:58:33][giles@nikola:~]$ PS1="[\$(date +%H%M)][\u@\h:\w]\$ "
       [2159][giles@nikola:~]$ ls
       bin   mail
       [2200][giles@nikola:~]$



  È importante notare il backslash prima del segno dollaro della
  sostituzione di comando. Senza di esso, il comando esterno viene
  eseguito esattamente una volta: quando la stringa PS1 viene letta
  nell'ambiente. Per questo prompt, ciò significherebbe mostrare lo
  stesso orario indipendentemente da quanto il prompt viene utilizzato.
  Il backslash protegge il contenuto di $() dall'interpretazione
  immediata della shell, così "date" viene chiamato ogni volta che il
  prompt viene generato.


  Linux viene fornito con molti piccoli programmi di utilità come ddaattee,
  ggrreepp, o wwcc che consentono di manipolare informazioni. Se vi trovate a
  creare complesse combinazioni di questi programmi all'interno di un
  prompt, potrebbe essere più semplice fare voi stessi uno shell script
  e chiamarlo dal prompt. Per assicurare che le variabili della shell
  siano espanse al momento giusto negli shell script bash sono spesso
  necessarie delle sequenze di escape (come visto sopra con il comando
  date): questo viene elevato ad un altro livello all'interno della
  linea del prompt PS1 ed evitare ciò creando degli shell script è una
  buona idea.


  Un esempio di un piccolo shell script usato all'interno di un prompt
  viene dato a seguire:



       #!/bin/bash
       #     lsbytesum - somma il numero di byte in un elenco di directory
       TotalBytes=0
       for Bytes in $(ls -l | grep "^-" | cut -c30-41)
       do
           let TotalBytes=$TotalBytes+$Bytes
       done
       TotalMeg=$(echo -e "scale=3 \n$TotalBytes/1048576 \nquit" | bc)
       echo -n "$TotalMeg"

  A volte l'ho usato come una funzione (molto più efficiente -
  sfortunatamente, spiegare in dettaglio le funzioni va oltre lo scopo
  di questo documento), altre come uno shell script nella mia directory
  ~/bin, che è nel mio path. Usata in un prompt:



       [2158][giles@nikola:~]$ PS1="[\u@\h:\w (\$(lsbytesum) Mb)]\$ "
       [giles@nikola:~ (0 Mb)]$ cd /bin
       [giles@nikola:/bin (4.498 Mb)]$



  33..33..  CCoossaa MMeetttteerree nneell PPrroommpptt

  Avrete notato che io metto il nome della macchina, l'ora e la
  directory corrente nella maggioranza dei miei prompt. Ad eccezione
  dell'ora queste sono cose molto standard da mettere nel prompt, l'ora
  è l'aggiunta più comune dopo queste. Ma cosa includere nel prompt è
  interamente una questione di gusto personale. Questi sono esempi da
  persone che conosco per aiutare a darvi delle idee.


  Il prompt di Dan è minimale ma efficace, particolarmente per via del
  modo in cui funziona.



       [giles@nikola:~]$ cur_tty=$(tty | sed -e "s/.*tty\(.*\)/\1/")
       [giles@nikola:~]$ echo $cur_tty
       p4
       [giles@nikola:~]$ PS1="\!,$cur_tty,\$?\$ "
       1095,p4,0$



  A Dan non piace avere la directory corrente che può ridimensionare
  drasticamente il prompt come ci si muove nell'albero delle directory,
  così ne tiene traccia a mente (o digita "pwd"). Lui ha imparato Unix
  con csh e tcsh, così usa molto la command history (qualcosa che molti
  di noi, viziati da bash, non facciamo), così la prima cosa nel prompt
  è l'history number. La seconda cosa sono i caratteri significativi del
  tty (l'output di "tty" viene tagliato con sed), una cosa che può
  essere utile per gli utilizzatori di "screen". La terza cosa è il
  valore di uscita dell'ultimo comando/pipeline (si noti che questo
  viene reso inutile da ogni comando eseguito all'interno del prompt -
  potreste però ottenerlo salvando il valore in una variabile e
  rimettendolo poi a posto). In fine, lo "\$" è un carattere dollaro per
  un normale utente e cambia in un cancelletto ("#") se l'utente è root.


  Torben Fjerdingstad ha scritto per dirmi che spesso sospende dei job e
  poi se ne dimentica, così usa il prompt per ricordarsi dei job
  sospesi:



  [giles@nikola:~]$ function jobcount {
  > jobs|wc -l| awk '{print $1}'
  > }
  [giles@nikola:~]$ export PS1='\W[`jobcount`]# '
  giles[0]# man ls &
  [1] 4150

  [1]+  Stopped (tty output)    man ls
  giles[1]#



  Torben usa aawwkk per togliere gli spazi vuoti dall'output di wc, mentre
  io avrei usato sed oppure tr - non perché siano meglio, ma perché mi
  sono più familiari. Vi sono probabilmente anche altri modi. Torben
  delimita la stringa PS1 con apostrofi (single quote), questo evita che
  Bash interpreti immediatamente i backquote, così lui non deve farli
  precedere da "\" come ho menzionato.


  NNOOTTAA:: C'è un noto bug in Bash 2.02 che fa sì che il comando jjoobbss
  (integrato nella  shell) non restituisca nulla ad un pipe. Se provate
  quanto sopra con Bash 2.02, otterrete sempre "0" indipendentemente da
  quanti job avete sospesi. Chet Ramey, uno dei manutentori di Bash, mi
  dice che questo sarà corretto in v2.03.


  33..44..  AAmmbbiieennttee ee FFuunnzziioonnii BBaasshh

  Come menzionato prima, PS1, PS2, PS3, PS4 e PROMPT_COMMAND sono tutti
  salvati nell'ambiente Bash. Per quelli di noi che hanno precedente
  esperienza con DOS, l'idea di maneggiare grosse porzioni di codice
  nell'ambiente è terrificante, perchè l'ambiente DOS era piccolo e
  proprio non cresceva bene. Vi sono probabilmente limiti pratici su
  cosa può e cosa dovrebbe essere messo nell'ambiente, ma non so quali
  siano; stiamo probabilmente parlando di un paio di ordini di grandezza
  in più di quanto gli utenti DOS siano abituati. Come dice Dan:


  "Nella mia shell interattiva ho 62 alias e 25 funzioni. La mia regola
  generale è che se ho bisogno di qualcosa solamente per uso interattivo
  e può essere scritta in bash ne faccio una funzione (presumendo che
  non possa essere espressa facilmente con un alias). Se queste persone
  hanno problemi di memoria non dovrebbero usare bash. Bash è uno dei
  programmi più grossi che faccio girare nella mia Linux box (a parte
  Oracle). Lancia top qualche volta e premi 'M' per ordinare per memoria
  occupata - vedrai quanto bash è vicino alla cima della lista. Caspita,
  è più grosso di sendmail! Dì loro di prendere qualcosa come ash".


  Credo che quel giorno stesse usando solo la consolle: girando X e le
  applicazioni X, ho molte cose più grosse di Bash. Ma l'idea è la
  stessa: l'ambiente è qualcosa da utilizzare senza preoccuparsi di
  riempirlo troppo.



  Rischio la censura da parte dei guru di Unix quando dico questo (per
  crimine di ipersemplificazione): le funzioni sono in pratica piccoli
  shell script che vengono caricati nell'ambiente per motivi di
  efficienza. Citando ancora Dan: "Le funzioni shell sono efficienti
  quanto più possibile. Approssimativamente è l'equivalente di eseguire
  uno shell script bash/bourne eccetto che nessun I/O di file è
  necessario perché la funzione è già in memoria. Le funzioni shell sono
  tipicamente caricate da .bashrc o .bash_profile a seconda che le si
  voglia solo nella shell iniziale o anche nelle sottoshell. Se
  confronti questo con l'esecuzione di uno shell script: la shell fa un
  fork, il processo figlio apre il file e fa un exec, potenzialmente il
  path viene esaminato, il kernel apre il file e esamina sufficienti
  byte da determinare come eseguire il file, nel caso di uno shell
  script una shell deve essere avviata con il nome dello script come
  argomento, la shell allora apre il file, legge e esegue i comandi.
  Diversamente, con una funzione shell, tutto fuorché l'esecuzione dei
  comandi può essere considerato overhead non necessario".


  44..  MMaanniippoollaazziioonnii ddeellllaa BBaarrrraa ddeell TTiittoolloo ddii XXtteerrmm

  Posso essere usate dele sequenze di escape non stampabili per produrre
  effetti interessanti nei prompt. Per usare queste sequenze di escape,
  dovete includerle fra \\[[ e \\]], dicendo a Bash di ignorare questo
  materiale nel calcolare la dimensione del prompt. Se non si includono
  questi delimitatori si fa in modo che il cursore appaia nel posto
  sbagliato perché la sua effettiva dimensione è sconosciuta. Le
  sequenze di escape devono anche essere precedute da \\003333[[ prima della
  versione 2 di Bash oppure da \\003333[[ o \\ee[[ in versioni successive.


  Se cercate di cambiare la barra del titolo dell'Xterm con il prompt
  quando siete alla consolle, produrrete spazzatura. Per evitare questo,
  testate la variabile d'ambiente XTERM per sapere se il prompt si
  troverà in un Xterm.



       function proml
       {
       case $TERM in
           xterm*)
               local TITLEBAR='\[\033]0;\u@\h:\w\007\]'
               ;;
           *)
               local TITLEBAR=''
               ;;
       esac

       PS1="${TITLEBAR}\
       [\$(date +%H%M)]\
       [\u@\h:\w]\
       \$ "
       PS2='> '
       PS4='+ '
       }



  Questa è una funzione che può essere incorporata in ~/.bashrc. Il nome
  della funzione potrebbe quindi essere chiamato per eseguire la
  funzione. La funzione, come la stringa PS1, viene salvata
  nell'ambiente. Una volta che la stringa PS1 viene impostata dalla
  funzione, potete rimuovere la funzione dall'ambiente con unset proml.
  Dal momento che il prompt non può cambiare da quando sta in un Xterm a
  quando sta alla consolle, la variabile TERM non viene testata ogni
  volta che il prompt viene generato. Ho usato i marcatori di
  continuazione (i backslash) nella definizione del prompt, per
  consentire di scriverlo su più righe. Questo migliora la leggibilità
  rendendo più facile modificarlo e fare un debug.

  Lo definisco come una funzione perché così è come il pacchetto
  Bashprompt (discusso più avanti in questo documento) tratta i prompt:
  non è la sola maniera di farlo, ma funziona bene. Via via che i prompt
  che utilizzate diventano più complessi, diventa sempre più
  sconveniente digitarli al prompt e più pratico metterli in qualche
  sorta di file di testo. In questo caso, per testare questo prompt,
  salvate quendo sopra come un file di testo chiamato "proml". potete
  lavorare come segue:



       [giles@nikola:/bin (4.498 Mb)]$ cd     -> Andate dove volete salvare il prompt
       [giles@nikola:~ (0 Mb)]$ vi proml      -> Modificate il file del prompt
       ...                                    -> Inserite il testo dato sopra
       [giles@nikola:~ (0 Mb)]$ source proml  -> Leggete la funzione del prompt
       [giles@nikola:~ (0 Mb)]$ proml         -> Eseguite la funzione del prompt



  Il primo passo nel creare questo prompt è di controllare se la shell
  che stiamo facendo partire è in un xterm o no: se lo è, la variabile
  della shell (${TITLEBAR}) viene definita. Essa consiste delle sequenze
  di escape appropriate e \\uu@@\\hh::\\ww, che mettono
  <utente>@<macchina>:<directory di lavoro> nella barra del titolo di
  Xterm. Questo è particolarmente utile con Xterm minimizzati,
  rendendoli identificabili più rapidamente. Il resto del materiale in
  questo prompt dovrebbe essere già noto dai precedenti prompt che
  abbiamo creato.


  Il solo inconveniente di manipolare la barra dell'Xterm in questo modo
  avviene quando vi loggate in un sistema su cui non avete predisposto
  il trucchetto della barra del titolo: l'Xterm continuerà a mostrare
  l'informazione del precedente sistema su cui c'era il trucco.


  55..  SSeeqquueennzzee ddii eessccaappee AANNSSII:: CCoolloorrii ee MMoovviimmeennttii ddeell CCuurrssoorree

  55..11..  CCoolloorrii

  Come menzionato prima, i caratteri di escape non stampabili devono
  essere racchiusi da \\[[\\003333[[ e \\]]. Per le sequenze di escape, devono
  anche essere seguiti da mm minuscola.


  Se provate i prompt seguenti in un xterm e trovate che non vedete i
  colori menzionati, controllate nel file ~/.Xdefaults (e possibilmente
  gli altri con simile funzione) le linee come "XTerm*Foreground:
  BlanchedAlmond". Questo può essere commentato mettendo un punto
  esclamativo ("!") davanti.  Ovviamente questo dipenderà anche da che
  emulatore di terminale state usando. Questo è il posto più probabile
  in cui i colori del vostro terminale possono essere reimpostati.


  Per includere del testo blu nel prompt:



       PS1="\[\033[34m\][\$(date +%H%M)][\u@\h:\w]$ "



  Il problema con questo prompt è che il colore blu che inizia con il
  codice-colore 34 non viene mai cambiato nuovamente al normale colore,
  così il testo digitato dopo il prompt è ancora nel colore del promot.
  Questa è una tonalità di blu scura, unendola con il codice bboolldd
  (grassetto) potrebbe aiutare:



       PS1="\[\033[1;34m\][\$(date +%H%M)][\u@\h:\w]$\[\033[0m\] "



  Il prompt è ora blu chiaro e termina cambiando il colore nuovamente a
  nulla (quale che fosse il colore di primo piano che avevate prima)


  Questo sono i restanti valori dei colori:



       Nero           0;30     Grigio Scuro  1;30
       Blu            0;34     Blu Chiaro    1;34
       Verde          0;32     Verde Chiaro  1;32
       Ciano          0;36     Ciano Chiaro  1;36
       Rosso          0;31     Rosso Chiaro  1;31
       Viola          0;35     Viola Chiaro  1;35
       Marrone        0;33     Giallo        1;33
       Grigio Chiaro  0;37     Bianco        1;37



  Potete anche impostare i colori dello sfondo usando 44 per uno sfondo
  blu, 41 per uno sfondo rosso, ecc. Non ci sono colori dello sfondo in
  grassetto (bold). Possono essere usate delle combinazioni, come testo
  Rosso Chiaro su uno sfondo Blu: \\[[\\003333[[4444;;11;;3311mm\\]], sebbene impostare i
  colori separatamente sembra funzionare meglio (cioè
  \\[[\\003333[[4444mm\\]]\\[[\\003333[[11;;3311mm\\]]). Gli altri codici disponibili includono 4:
  Sottolineatura, 5: Lmpeggiante, 7: Negativo, e 8: Nascosto.


  IInn oollttrree:: Molti (incluso me stesso) si oppongono fermamente
  all'attributo "blink". Fortunatamente, non funziona in ogni emulatore
  di terminale che conosco - ma funziona alla consolle. E, se vi state
  chiedento (come ho fatto io) "A cosa serve un attributo 'Nascosto'?!"
  - l'ho visto usato in un esempio di uno shell script (non un prompt)
  per permettere di digitare una password senza visualizzarla sullo
  schermo.


  Basato su un prompt chiamato "elite2" nel pacchetto Bashprompt (che ho
  modificato per funzionare meglio su una consolle standard, piuttosto
  che con i font speciali di xterm richiesti per vedere bene
  l'originale), questo è un prompt che ho usato molto:



  function elite
  {

  local GRAY="\[\033[1;30m\]"
  local LIGHT_GRAY="\[\033[0;37m\]"
  local CYAN="\[\033[0;36m\]"
  local LIGHT_CYAN="\[\033[1;36m\]"

  case $TERM in
      xterm*)
          local TITLEBAR='\[\033]0;\u@\h:\w\007\]'
          ;;
      *)
          local TITLEBAR=""
          ;;
  esac

  local GRAD1=$(tty|cut -d/ -f3)
  PS1="$TITLEBAR\
  $GRAY-$CYAN-$LIGHT_CYAN(\
  $CYAN\u$GRAY@$CYAN\h\
  $LIGHT_CYAN)$CYAN-$LIGHT_CYAN(\
  $CYAN\#$GRAY/$CYAN$GRAD1\
  $LIGHT_CYAN)$CYAN-$LIGHT_CYAN(\
  $CYAN\$(date +%H%M)$GRAY/$CYAN\$(date +%d-%b-%y)\
  $LIGHT_CYAN)$CYAN-$GRAY-\
  $LIGHT_GRAY\n\
  $GRAY-$CYAN-$LIGHT_CYAN(\
  $CYAN\$$GRAY:$CYAN\w\
  $LIGHT_CYAN)$CYAN-$GRAY-$LIGHT_GRAY "
  PS2="$LIGHT_CYAN-$CYAN-$GRAY-$LIGHT_GRAY "
  }



  Io definisco i colori come variabili temporanee della shell per
  leggibilità. È più facile lavorarci. La variablie "GRAD1" è un
  controllo per determinare in che terminale ci si trova, come il
  controllo per determinare se ci si trova su un Xterm, è sufficiente
  farlo una sola volta. Il prompt che vedrete ha questo aspetto, ma a
  colori:



       --(giles@nikola)-(75/ttyp7)-(1908/12-Oct-98)--
       --($:~/tmp)--



  Per aiutarmi a ricordare quali colori sono disponibili, ho scritto lo
  script seguente che visualizza tutti i colori sullo schermo:



  ______________________________________________________________________
  #!/bin/bash
  #
  #   Questo file stampa molti codici-colore sul terminale per
  #   mostrare quali sono disponibili. Ogni linea e` un colore su sfondo
  #   nero o grigio, con il colore nel mezzo. E` verificato che funziona con
  #   sfondo bianco, nero e verde (2 dic 98).
  #
  echo "  On Light Gray:        On Black:"
  echo -e "\033[47m\033[1;37m  White        \033[0m\
   1;37m \
  \033[40m\033[1;37m  White        \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[37m  Light Gray   \033[0m\
     37m \
  \033[40m\033[37m  Light Gray   \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[1;30m  Gray         \033[0m\
   1;30m \
  \033[40m\033[1;30m  Gray         \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[30m  Black        \033[0m\
     30m \
  \033[40m\033[30m  Black        \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[31m  Red          \033[0m\
     31m \
  \033[40m\033[31m  Red          \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[1;31m  Light Red    \033[0m\
   1;31m \
  \033[40m\033[1;31m  Light Red    \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[32m  Green        \033[0m\
     32m \
  \033[40m\033[32m  Green        \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[1;32m  Light Green  \033[0m\
   1;32m \
  \033[40m\033[1;32m  Light Green  \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[33m  Brown        \033[0m\
     33m \
  \033[40m\033[33m  Brown        \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[1;33m  Yellow       \033[0m\
   1;33m \
  \033[40m\033[1;33m  Yellow       \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[34m  Blue         \033[0m\
     34m \
  \033[40m\033[34m  Blue         \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[1;34m  Light Blue   \033[0m\
   1;34m \
  \033[40m\033[1;34m  Light Blue   \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[35m  Purple       \033[0m\
     35m \
  \033[40m\033[35m  Purple       \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[1;35m  Pink         \033[0m\
   1;35m \
  \033[40m\033[1;35m  Pink         \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[36m  Cyan         \033[0m\
     36m \
  \033[40m\033[36m  Cyan         \033[0m"
  echo -e "\033[47m\033[1;36m  Light Cyan   \033[0m\
   1;36m \
  \033[40m\033[1;36m  Light Cyan   \033[0m"
  ______________________________________________________________________



  55..22..  MMoovviimmeennttii ddeell CCuurrssoorree

  Le sequenze di escape ANSI permettono di muovere il cursore a piacere
  sullo schermo. Questo è più utile per interfacce utente a tutto
  schermo generate da shell script, ma possono essere usate anche nei
  prompt. Le sequenze di escape di movimento sono le seguenti:



       - Posizione del cursore:
         \033[<L>;<C>H
         mette il cursore alla linea L e colonna C.
       - Muove il cursore su N linee:
         \033[<N>A
       - Muove il cursore giù N linee:
         \033[<N>B
       - Muove il cursore avanti N colonne:
         \033[<N>C
       - Muove il cursore indietro N colonne:
         \033[<N>D

       - Salva la posizione del cursore:
         \033[s
       - Ripristina la posizione del cursore:
         \033[u



  Gli ultimi due codici NON SONO supportati da molti emulatori di
  terminale. Gli unici che so che lo fanno sono xterm e nxterm - anche
  se la maggior parte degli emulatori di terminale sono basati sul
  codice di xterm. Da quanto ho potuto vedere rxvt, kvt, xiterm, e Eterm
  non li supportano. Sono supportati alla consolle.


  Provate a digitare le seguenti linee di codice al prompt (cosa fa è un
  po' più chiaro se il prompt è alcune linee giù nel terminale quando lo
  digitate): echo -en "\033[7A\033[1;35m BASH \033[7B\033[6D". Questo
  dovrebbe muovere il cursore sette linee su per lo schermo, stampare la
  parola " BASH ", e poi tornare dov'era per produrre un normale prompt.
  Questo non è un prompt: è solo una dimostrazione di come muovere il
  cursore sullo schermo, usando il colore per evidenziare quanto viene
  fatto.


  Salvate questo in un file chiamato "clock":



  ______________________________________________________________________
  #!/bin/bash

  function prompt_command {
  let prompt_x=$COLUMNS-5
  }

  PROMPT_COMMAND=prompt_command

  function clock {
  local       BLUE="\[\033[0;34m\]"
  local        RED="\[\033[0;31m\]"
  local  LIGHT_RED="\[\033[1;31m\]"
  local      WHITE="\[\033[1;37m\]"
  local  NO_COLOUR="\[\033[0m\]"
  case $TERM in
      xterm*)
          TITLEBAR='\[\033]0;\u@\h:\w\007\]'
          ;;
      *)
          TITLEBAR=""
          ;;
  esac

  PS1="${TITLEBAR}\
  \[\033[s\033[1;\$(echo -n \${prompt_x})H\]\
  $BLUE[$LIGHT_RED\$(date +%H%M)$BLUE]\[\033[u\033[1A\]
  $BLUE[$LIGHT_RED\u@\h:\w$BLUE]\
  $WHITE\$$NO_COLOUR "
  PS2='> '
  PS4='+ '
  }
  ______________________________________________________________________



  Questo prompt è piuttosto semplice, ma tiene un orologio nell'angolo
  in alto a destra del terminale (anche se il terminale viene
  ridimensionato). Questo NON funzionerà negli emulatori di terminale
  che, come ho menzionato, non accettano i codici per salvare e
  ripristiare la posizione del cursore. Se provate ad usare questo
  prompt in uno di quegli emulatori di terminale, l'orologio apparirà
  correttamente, ma il prompt verrà intrappolato nella seconda linea del
  terminale.



  Vedi anche ``Il Prompt Orologio Inutile ed Elegante'' per un uso più
  esteso di questi codici.


  55..33..  MMuuoovveerree iill CCuurrssoorree CCoonn ttppuutt

  Come molte cose in Unix, c'è più di un modo per raggiungere gli stessi
  fini. Una utility chiamata "tput" può essere usata anche per spostare
  il cursore sullo schermo, o per ottenere informazioni sullo stato di
  un terminale. "tput", per posizionare il cursore, è meno flessibile
  delle sequenze di escape ANSI: si può muovere il cursore solo ad una
  posizione assoluta, non si può relativamente alla sua posizione
  corrente. Non uso "tput", quindi non intendo spiegarlo in dettaglio.
  Digitate "man tput" e ne saprete quanto me.



  66..  CCaarraatttteerrii SSppeecciiaallii:: SSeeqquueennzzee ddii EEssccaappee OOttttaallii

  Oltre i caratteri che si digitano sulla tastiera, ci sono molti altri
  caratteri che possono essere stampati sullo schermo. Ho creato uno
  script per permettervi di controllare cosa mette a disposizione il
  font che state usando. Il comando principale che avrete bisogno di
  usare è per utilizzare questi caratteri è "echo -e". L'opzione "-e"
  dice ad echo di abilitare l'interpretazione dei caratteri protetti con
  backslash. Cosa si vede quando guardate 200-400 ottale è molto diverso
  con un font VGA da quello che si vede con un font Linux standard.
  Siate avvisati che queste sequenze di escape hanno effetti strani sul
  terminale, e non ho tentato di prevenire che facciano quello che
  fanno. I caratteri linedraw e block (ai quali molti di noi sono
  diventati familiari con Word Perfect) e che sono usati molto dal
  progetto Bashprompt, sono fra 260 e 337 ottale.



  ______________________________________________________________________
  #!/bin/bash

  #   Script: escgen

  function usage {
     echo -e "\033[1;34mescgen\033[0m <lower_octal_value> [<higher_octal_value>]"
     echo "   Octal escape sequence generator: print all octal escape sequences"
     echo "   between the lower value and the upper value.  If a second value"
     echo "   isn't supplied, print eight characters."
     echo "   1998 - Giles Orr, no warranty."
     exit 1
  }

  if [ "$#" -eq "0" ]
  then
     echo -e "\033[1;31mPlease supply one or two values.\033[0m"
     usage
  fi
  let lower_val=${1}
  if [ "$#" -eq "1" ]
  then
     #   If they don't supply a closing value, give them eight characters.
     upper_val=$(echo -e "obase=8 \n ibase=8 \n $lower_val+10 \n quit" | bc)
  else
     let upper_val=${2}
  fi
  if [ "$#" -gt "2" ]
  then
     echo -e "\033[1;31mPlease supply two values.\033[0m"
     echo
     usage
  fi
  if [ "${lower_val}" -gt "${upper_val}" ]
  then
     echo -e "\033[1;31m${lower_val} is larger than ${upper_val}."
     echo
     usage
  fi
  if [ "${upper_val}" -gt "777" ]
     then
     echo -e "\033[1;31mValues cannot exceed 777.\033[0m"
     echo
     usage
  fi

  let i=$lower_val
  let line_count=1
  let limit=$upper_val
  while [ "$i" -lt "$limit" ]
  do
     octal_escape="\\$i"
     echo -en "$i:'$octal_escape' "
     if [ "$line_count" -gt "7" ]
     then
        echo
        #   Put a hard return in.
        let line_count=0
     fi
     let i=$(echo -e "obase=8 \n ibase=8 \n $i+1 \n quit" | bc)
     let line_count=$line_count+1
  done
  echo
  ______________________________________________________________________


  Potete anche usare xxffdd per mostrare tutti i caratteri un un font X,
  con il comando "xfd -fn <fontname>". Facendo clic su un carattere
  vengono date molte informazioni circa quel catattere, incluso il suo
  valore ottale. Lo script dato sopra sarà utile alla consolle e se non
  siete sicuri del nome del font corrente.


  77..  IIll PPaacccchheettttoo BBaasshh PPrroommpptt

  77..11..  DDiissppoonniibbiilliittàà

  Il pacchetto Bash Prompt è disponibile qui http://bash.current.nu, ed
  è il lavoro di molte persone, coordinate da Rob Current (aka
  BadLandZ). Il pacchetto è in versione beta, ma offre una maniera
  semplice di usare prompt multipli (o temi), permette di impostare il
  prompt per shell di login e per sottoshell (cioè mettere stringhe PS1
  in (~/.bash_profile e ~/.bashrc). La maggior parte dei temi usano i
  set di caratteri estesi VGA, quindi hanno un brutto aspetto a meno che
  siano usati con font VGA (che non sono presenti su molti sistemi).


  77..22..  CCaammbbiiaarree iill FFoonntt ddii XXtteerrmm

  Per usare alcuni dei prompt più attraenti nel pacchetto Bash Prompt,
  dovete prendere e installare installare i font che supportano il set
  di caratteri richiesto dai prompt. Ci si riferise ad essi come "Font
  VGA", ma non mi è chiara la distinzione fra essi e i font già
  distribuiti presenti con Linux - sebbene chiaramente supportano set di
  caratteri differenti. I font per Xterm standard supportano un alfabeto
  esteso, inclusi molti caratteri accentati. Nei font VGA, questo
  materiale viene rimpiazzato da caratteri grafici - blocchi, punti,
  linee. Se qualcuno può spiegare questo più in dettaglio mi mandi un e-
  mail e includerò qui una spiegazione.


  Ottenere e installare questi font è un processo un po' contorto.
  Prima, recuperate i/il font. Poi, assicuratevi che siano file .pcf o
  .pcf.gz. Se sono file .bdf, informatevi sul comando "bdftopcf" (cioè
  leggete la man page). Mettete i file .pcf o .pcf.gz nella directory
  /usr/X11R6/lib/X11/fonts/misc (questa è la directory corretta per
  RedHat 5.1 e Slackware 3.4, potrebbe essere differente su altre
  distribuzioni). Fate "cd" su quella directory ed eseguite il comando
  "mkfontdir". Quindi eseguite "xset fp rehash". A volte è una buona
  idea andare nel file fonts.alias nella stessa directory e creare dei
  nomi alternativi più corti per i font.


  Per usare i nuovi font, lanciate l'Xterm che più vi piace con
  l'opzione appropriata, che può essere trovata nella man page o usando
  il parametro "--help" alla linea di comando. Alcuni Xterm comuni
  dovrebbero essere usati come segue:



       xterm -font <fontname>


       OOPPPPUURREE

       xterm -fn <fontname> -fb <fontname-bold>
       Eterm -f <fontname>
       rxvt -fn <fontname>



  I font VGA sono disponibili alla _S_t_u_m_p_y_'_s _A_N_S_I _F_o_n_t_s su
  http://home.earthlink.net/~us5zahns/enl/ansifont.html (da cui ho preso
  in prestito molto nello scrivere questo documento).



  88..  CCaarriiccaarree uunn PPrroommpptt DDiiffffeerreennttee

  88..11..  CCaarriiccaarree uunn PPrroommpptt DDiiffffeerreennttee,, PPiiùù TTaarrddii

  Le spiegazione in questo HOWTO hanno mostrato come creare variabili di
  ambiente PS1, oppure come incorporare quelle stringhe PS1 e PS2 in
  funzioni che potrebbero essere create da ~/.bashrc o come un tema dal
  pacchetto bashprompt.


  Usando il pachetto bashprompt, si deve digitare bashprompt -i per
  vedere una lista dei prompt disponibili. Per impostare il prompt in
  shell di login future (principalmente la consolle, ma anche telnet e
  Xterm, dipende da come sono configurati i vostri Xterm), si deve
  digitare bashprompt -l nometema. bashprompt quindi modifica il vostro
  ~/.bash_profile per chiamare il tema richiesto alla partenza.  Per
  impostare il prompt in future sottoshell (solitamente Xterm, rxvt,
  ecc.), si deve digitare bashprompt -s nometema, e bashprompt modifica
  il vostro file ~/.bashrc per chiamare il tema richiesto alla partenza.


  88..22..  CCaarriiccaarree uunn PPrroommpptt DDiiffffeerreennttee,, IImmmmeeddiiaattaammeennttee

  Potete cambiare il prompt nel terminale corrente (usando la funzione
  esempio "elite" di cui sopra) digitando source elite seguito da elite
  (assumendo che il file funzione elite sia nella directory corrente).
  Questo è un po' poco pratico e vi lascia con un'altra funzione (elite)
  nel vostro spazio ambiente - se volete ripulire l'ambiente, dovreste
  digitare anche unset elite. Questo sembrerebbe un candidato ideale per
  un piccolo shell script, ma uno script in questo caso non funziona
  perché lo script non può modificare l'ambiente della shell corrente:
  può solo cambiare l'abiente della sottoshell in cui gira. Come lo
  script termina, la sottoshell sparisce e così i cambiamente fatti
  all'ambiente. Cosa ppuuòò cambiare le variabili d'ambiente della shell
  corrente sono le funzioni d'ambiente.  Il pacchetto bashprompt mette
  una funzione chiamato "callbashprompt" nell'ambiente e, sebbene non
  sia documentata, può essere chiamata per caricare al volo qualsiasi
  tema bashprompt. Guarda nella directory dei temi che ha installato (il
  tema che chiamate deve essere lì), interpreta la funzione richiesta,
  carica la funzione e poi elimina la funzione, mantenendo wuindi
  l'ambiente in ordine. "callbashprompt" non è pensata per essere usata
  così e non controlla eventuali errori, ma tenendo questo a mente,
  funziona piuttosto bene.


  99..  CCaarriiccaarree iill CCoolloorrii ddeell PPrroommpptt DDiinnaammiiccaammeennttee

  99..11..  UUnn eesseemmppiioo cchhee ddiimmoossttrraa iill ccoonncceettttoo

  Questa è una dimostrazione del concetto piuttosto che un prompt
  attraente: cambiare i colori all'interno di un prompt dinamicamente.
  In questo esempio, il colore dell'hostname cambia in funzione del
  carico (come un avvertimento).



  #!/bin/bash
  #   "hostloadcolour" - 17 ottobre 98, Giles
  #
  #   Qui l'idea e` di cambiare il colore dell'hostname nel prompt, a
  #   seconda del valore del carico.

  # THRESHOLD_LOAD e` il valore del carico per un minuto (moltiplicato
  # per cento) al quale volete che il prompt cambi da COLOUR_LOW a
  # COLOUR_HIGH

  THRESHOLD_LOAD=200
  COLOUR_LOW='1;34'
            # blu chiaro
  COLOUR_HIGH='1;31'
            # rosso chiaro

  function prompt_command {
  ONE=$(uptime | sed -e "s/.*load average: \(.*\...\), \(.*\...\), \(.*\...\)/\1/" -e "s/ //g")
  #   A quanto pare, "scale" in bc non funziona con la moltiplicazione,
  #   ma funziona con la divisionone.
  ONEHUNDRED=$(echo -e "scale=0 \n $ONE/0.01 \nquit \n" | bc)
  if [ $ONEHUNDRED -gt $THRESHOLD_LOAD ]
  then
      HOST_COLOUR=$COLOUR_HIGH
          # rosso chiaro
  else
      HOST_COLOUR=$COLOUR_LOW
          # blu chiaro
  fi
  }

  function hostloadcolour {

  PROMPT_COMMAND=prompt_command
  PS1="[$(date +%H%M)][\u@\[\033[\$(echo -n \$HOST_COLOUR)m\]\h\[\033[0;37m\]:\w]$ "
  }



  Usando il vostro editor preferito, salvate queso in un file chiamato
  "hostloadcolour". Se avete il pacchetto Bashprompt installato, Questo
  funzionerà come un tema. Se no, digitate source hostloadcolour e poi
  hostloadcolour. In entrambi i modi, "prompt_command" diventa una
  funzione nel vostro ambiente. Se esaminate il codice, noterete che i
  colori ($COLOUR_HIGH e $COLOUR_LOW) sono impostati usanto solo un
  codice del colore parziale, cioè "1;34" invece di "\[\033[1;34m\]",
  che avrei preferito. Non sono stato in grado di farlo funzionare con
  il codice completo. Siete pregati di farmi sapere se doveste
  riuscirvi.



  1100..  PPrroommpptt ddii EEsseemmppiioo

  1100..11..  UUnn PPrroommpptt ""LLeeggggeerroo""



  function proml {
  local BLUE="\[\033[0;34m\]"
  local RED="\[\033[0;31m\]"
  local LIGHT_RED="\[\033[1;31m\]"
  local WHITE="\[\033[1;37m\]"
  local LIGHT_GRAY="\[\033[0;37m\]"
  case $TERM in
      xterm*)
          TITLEBAR='\[\033]0;\u@\h:\w\007\]'
          ;;
      *)
          TITLEBAR=""
          ;;
  esac

  PS1="${TITLEBAR}\
  $BLUE[$RED\$(date +%H%M)$BLUE]\
  $BLUE[$LIGHT_RED\u@\h:\w$BLUE]\
  $WHITE\$$LIGHT_GRAY "
  PS2='> '
  PS4='+ '
  }



  1100..22..  EElliittee ddaaii TTeemmii BBaasshhpprroommpptt

  Si noti che questo necessita di un font VGA.



       # Creato da KrON da windowmaker su IRC
       # Cambiato da Spidey 08/06
       function elite {
       PS1="\[\033[31m\]\332\304\[\033[34m\](\[\033[31m\]\u\[\033[34m\]@\[\033[31m\]\h\
       \[\033[34m\])\[\033[31m\]-\[\033[34m\](\[\033[31m\]\$(date +%I:%M%P)\
       \[\033[34m\]-:-\[\033[31m\]\$(date +%m)\[\033[34m\033[31m\]/\$(date +%d)\
       \[\033[34m\])\[\033[31m\]\304-\[\033[34m]\\371\[\033[31m\]-\371\371\
       \[\033[34m\]\372\n\[\033[31m\]\300\304\[\033[34m\](\[\033[31m\]\W\[\033[34m\])\
       \[\033[31m\]\304\371\[\033[34m\]\372\[\033[00m\]"
       PS2="> "
       }



  1100..33..  UUnn PPrroommpptt ppeerr iill ""PPoowweerr UUsseerr""

  Io in realtà uso questo prompt, ma si ottengono notevoli ritardi
  quando il prompt appare su una macchina monoutente PII-400, quindi non
  raccomando di usarlo su un P-100 multiutente o altro... Guardatelo per
  cercare idee, piuttosto che per usarlo in pratica.



  ______________________________________________________________________

  #!/bin/bash
  #----------------------------------------------------------------------
  #       POWER USER PROMPT "pprom2"
  #----------------------------------------------------------------------
  #
  #   Creato nell'agosto 98, Ultima Modifica 9 novembre 98 da Giles
  #
  #   Problema: quando load va giu', dice "1.35down-.08", eliminare il
  #   segno negativo


  function prompt_command
  {
  #   Crea la variabile TotalMeg: somma delle dimensioni dei file
  #   visibile nella directory corrente
  local TotalBytes=0
  for Bytes in $(ls -l | grep "^-" | cut -c30-41)
  do
      let TotalBytes=$TotalBytes+$Bytes
  done
  TotalMeg=$(echo -e "scale=3 \nx=$TotalBytes/1048576\n if (x<1) {print \"0\"} \n print x \nquit" | bc)

  #      Questo viene usato per calcolare il differenziale del valore
  #      del carico fornito dal comando "uptime". "uptime" fornisce medie di
  #      carico per 1, 5 r 15 minuti.
  #
  local one=$(uptime | sed -e "s/.*load average: \(.*\...\), \(.*\...\), \(.*\...\)/\1/" -e "s/ //g")
  local five=$(uptime | sed -e "s/.*load average: \(.*\...\), \(.*\...\), \(.*\...\).*/\2/" -e "s/ //g")
  local diff1_5=$(echo -e "scale = scale ($one) \nx=$one - $five\n if (x>0) {print \"up\"} else {print \"down\"}\n print x \nquit \n" | bc)
  loaddiff="$(echo -n "${one}${diff1_5}")"

  #   Conta file visibili:
  let files=$(ls -l | grep "^-" | wc -l | tr -d " ")
  let hiddenfiles=$(ls -l -d .* | grep "^-" | wc -l | tr -d " ")
  let executables=$(ls -l | grep ^-..x | wc -l | tr -d " ")
  let directories=$(ls -l | grep "^d" | wc -l | tr -d " ")
  let hiddendirectories=$(ls -l -d .* | grep "^d" | wc -l | tr -d " ")-2
  let linktemp=$(ls -l | grep "^l" | wc -l | tr -d " ")
  if [ "$linktemp" -eq "0" ]
  then
      links=""
  else
      links=" ${linktemp}l"
  fi
  unset linktemp
  let devicetemp=$(ls -l | grep "^[bc]" | wc -l | tr -d " ")
  if [ "$devicetemp" -eq "0" ]
  then
      devices=""
  else
      devices=" ${devicetemp}bc"
  fi
  unset devicetemp

  }

  PROMPT_COMMAND=prompt_command

  function pprom2 {

  local        BLUE="\[\033[0;34m\]"
  local  LIGHT_GRAY="\[\033[0;37m\]"
  local LIGHT_GREEN="\[\033[1;32m\]"
  local  LIGHT_BLUE="\[\033[1;34m\]"
  local  LIGHT_CYAN="\[\033[1;36m\]"
  local      YELLOW="\[\033[1;33m\]"
  local       WHITE="\[\033[1;37m\]"
  local         RED="\[\033[0;31m\]"
  local   NO_COLOUR="\[\033[0m\]"

  case $TERM in
      xterm*)
          TITLEBAR='\[\033]0;\u@\h:\w\007\]'
          ;;
      *)
          TITLEBAR=""
          ;;
  esac

  PS1="$TITLEBAR\
  $BLUE[$RED\$(date +%H%M)$BLUE]\
  $BLUE[$RED\u@\h$BLUE]\
  $BLUE[\
  $LIGHT_GRAY\${files}.\${hiddenfiles}-\
  $LIGHT_GREEN\${executables}x \
  $LIGHT_GRAY(\${TotalMeg}Mb) \
  $LIGHT_BLUE\${directories}.\
  \${hiddendirectories}d\
  $LIGHT_CYAN\${links}\
  $YELLOW\${devices}\
  $BLUE]\
  $BLUE[${WHITE}\${loaddiff}$BLUE]\
  $BLUE[\
  $WHITE\$(ps ax | wc -l | sed -e \"s: ::g\")proc\
  $BLUE]\
  \n\
  $BLUE[$RED\$PWD$BLUE]\
  $WHITE\$\
  \
  $NO_COLOUR "
  PS2='> '
  PS4='+ '
  }
  ______________________________________________________________________



  1100..44..  UUnn PPrroommpptt LLaarrggoo QQuuaannttoo iill TTeerrmmiinnaallee

  Un amico si è lamentato perché non gli piaceva che il prompt cambiasse
  continuamente di dimensione perché c'era $PWD all'interno, così ho
  scritto questo prompt che adatta la sua dimensione all'esatta
  larghezza dal terminale.



  ______________________________________________________________________

  #!/bin/bash

  #   termwide prompt
  #      Giles - creato il 2 novembre 98
  #
  #   Qui l'idea e` di avere la linea superiore di questo prompt di due
  #   linee sempre della larghezza del terminale. Questo viene fatto
  #   calcolando la larghezza degli elementi di testo e riempendo come
  #   appropriato o troncando a destra $PWD.
  #

  function prompt_command {

  TERMWIDTH=${COLUMNS}

  #   Calcola la larghezza del prompt:

  hostnam=$(echo -n $HOSTNAME | sed -e "s/[\.].*//")
  #   "whoami" e "pwd" includono un carattere "carriage return" finale
  usernam=$(whoami)
  let usersize=$(echo -n $usernam | wc -c | tr -d " ")
  newPWD="${PWD}"
  let pwdsize=$(echo -n ${newPWD} | wc -c | tr -d " ")
  #   Aggiunge tutti gli accessori sotto ...
  let promptsize=$(echo -n "--(${usernam}@${hostnam})---(${PWD})--" \
                   | wc -c | tr -d " ")
  let fillsize=${TERMWIDTH}-${promptsize}
  fill=""
  while [ "$fillsize" -gt "0" ]
  do
     fill="${fill}-"
     let fillsize=${fillsize}-1
  done

  if [ "$fillsize" -lt "0" ]
  then
     let cut=3-${fillsize}
     sedvar=""
     while [ "$cut" -gt "0" ]
     do
        sedvar="${sedvar}."
        let cut=${cut}-1
     done
     newPWD="...$(echo -n $PWD | sed -e "s/\(^${sedvar}\)\(.*\)/\2/")"
  fi
  }

  PROMPT_COMMAND=prompt_command

  function termwide {

  local GRAY="\[\033[1;30m\]"
  local LIGHT_GRAY="\[\033[0;37m\]"
  local WHITE="\[\033[1;37m\]"
  local NO_COLOUR="\[\033[0m\]"

  local LIGHT_BLUE="\[\033[1;34m\]"
  local YELLOW="\[\033[1;33m\]"

  case $TERM in
      xterm*)
          TITLEBAR='\[\033]0;\u@\h:\w\007\]'
          ;;
      *)
          TITLEBAR=""
          ;;
  esac

  PS1="$TITLEBAR\
  $YELLOW-$LIGHT_BLUE-(\
  $YELLOW\${usernam}$LIGHT_BLUE@$YELLOW\${hostnam}\
  ${LIGHT_BLUE})-${YELLOW}-\${fill}${LIGHT_BLUE}-(\
  $YELLOW\${newPWD}\
  $LIGHT_BLUE)-$YELLOW-\
  \n\
  $YELLOW-$LIGHT_BLUE-(\
  $YELLOW\$(date +%H%M)$LIGHT_BLUE:$YELLOW\$(date \"+%a,%d %b %y\")\
  $LIGHT_BLUE:$WHITE\$$LIGHT_BLUE)-\
  $YELLOW-\
  $NO_COLOUR "

  PS2="$LIGHT_BLUE-$YELLOW-$YELLOW-$NO_COLOUR "

  }
  ______________________________________________________________________



  1100..55..  IIll PPrroommpptt OOrroollooggiioo IInnuuttiillee eedd EElleeggaannttee

  Questo è probabilmente il più attraente (e inutile) prompt che abbia
  mai creato. Poiché gli emulatori di terminale non implementano il
  salvataggio e ripristino della posizione del cursore, l'alternativa
  per mettere un orologio nell'angolo in alto a destra e di ancorare il
  prompt nella parte inferiore del terminale. Questo deriva dall'idea
  del prompt ampio quanto il terminale di cui sopra, disegnando una
  linea nella parte destra dello schermo dal prompt all'orologio. È
  richiesto un font VGA.


  Nota: qui c'è una sostituzione strana, che potrebbe non venir stampata
  correttamente quando viene convertita da SGML ad altri formati: ho
  dovuto sostituire il carattere screen con \304 - normalmente avrei
  introdotto solo la sequenza "\304", ma in questo caso era necessario
  per fare questa sostituzione.



  ______________________________________________________________________

  #!/bin/bash

  #   Questo prompt richiede i font VGA. Il prompt e` ancorato in basso
  #   al terminale, riempie la larghezza del terminale e disegna una linea
  #   sul lato destro del terminale per collegarsi all'orologio
  #   nell'angolo in alto a destra del terminale.

  function prompt_command {
  #   Calcola la larghezza del prompt:
  hostnam=$(echo -n $HOSTNAME | sed -e "s/[\.].*//")
  #   "whoami" e "pwd" includono il carattere "carriage return" finale
  usernam=$(whoami)
  newPWD="${PWD}"
  #   Aggiunge tutti gli accessori sotto ...
  let promptsize=$(echo -n "--(${usernam}@${hostnam})---(${PWD})-----" \
                   | wc -c | tr -d " ")
  #   Trova quanto aggiungere fra user@host e PWD (o quanto rimuovere
  #   da PWD)
  let fillsize=${COLUMNS}-${promptsize}
  fill=""
  #   Riempie la linea se il prompt non e` largo quanto il terminale:
  while [ "$fillsize" -gt "0" ]
  do
     fill="${fill}Ä"
     # La A con la dieresi (apparira` come una lunga linea se state
     # usando un font VGA) e` \304, ma l'ho "tagliata" e poi "incollata"
     # perche' Bash farebbe solo una sostituzione - che in questo caso e`
     # mettere $fill nel prompt.
     let fillsize=${fillsize}-1
  done
  #   Tronca a destra PWD se il prompt e` piu` largo del terminale:
  if [ "$fillsize" -lt "0" ]
  then
     let cutt=3-${fillsize}
     sedvar=""
     while [ "$cutt" -gt "0" ]
     do
        sedvar="${sedvar}."
        let cutt=${cutt}-1
     done
     newPWD="...$(echo -n $PWD | sed -e "s/\(^${sedvar}\)\(.*\)/\2/")"
  fi
  #
  #   Crea l'orologio e la barra lungo il lato destro del terminale
  #
  local LIGHT_BLUE="\033[1;34m"
  local     YELLOW="\033[1;33m"
  #   Posiziona il cursore per stampare l'orologio:
  echo -en "\033[2;$((${COLUMNS}-9))H"
  echo -en "$LIGHT_BLUE($YELLOW$(date +%H%M)$LIGHT_BLUE)\304$YELLOW\304\304\277"
  local i=${LINES}
  echo -en "\033[2;${COLUMNS}H"
  #   Stampa linee verticali lungo il lato del terminale:
  while [ $i -ge 4 ]
  do
     echo -en "\033[$(($i-1));${COLUMNS}H\263"
     let i=$i-1
  done

  let prompt_line=${LINES}-1
  #   Questo e` necessario perche' facendo \${LINES} all'interno di una
  #   espressione matematica Bash (come $(())) sembra non funzionare.
  }

  PROMPT_COMMAND=prompt_command

  function clock3 {
  local LIGHT_BLUE="\[\033[1;34m\]"
  local     YELLOW="\[\033[1;33m\]"
  local      WHITE="\[\033[1;37m\]"
  local LIGHT_GRAY="\[\033[0;37m\]"
  local  NO_COLOUR="\[\033[0m\]"

  case $TERM in
      xterm*)
          TITLEBAR='\[\033]0;\u@\h:\w\007\]'
          ;;
      *)
          TITLEBAR=""
          ;;
  esac

  PS1="$TITLEBAR\
  \[\033[\${prompt_line};0H\]
  $YELLOW\332$LIGHT_BLUE\304(\
  $YELLOW\${usernam}$LIGHT_BLUE@$YELLOW\${hostnam}\
  ${LIGHT_BLUE})\304${YELLOW}\304\${fill}${LIGHT_BLUE}\304(\
  $YELLOW\${newPWD}\
  $LIGHT_BLUE)\304$YELLOW\304\304\304\331\
  \n\
  $YELLOW\300$LIGHT_BLUE\304(\
  $YELLOW\$(date \"+%a,%d %b %y\")\
  $LIGHT_BLUE:$WHITE\$$LIGHT_BLUE)\304\
  $YELLOW\304\
  $LIGHT_GRAY "

  PS2="$LIGHT_BLUE\304$YELLOW\304$YELLOW\304$NO_COLOUR "

  }
  ______________________________________________________________________